Pubblicato “Il Cantico dei Cantici. I Pezzenti” di Felice Cavallotti.

Dall’incipit del libro:

Stanislao Ceresa, padre barnabita – ingegno potente e natura ardente – condannato dalle Assise per attentati al pudore, pagato per più anni, nel carcere reclusionale, il suo debito alla umana giustizia e uscitone per decreto di grazia del Ministro Villa, non potè goderne perchè subito appresso pagava il debito alla natura. La grazia aveva restituito alla società un’ombra, non più un uomo; smunto, macero, consunto dal rimorso, dalla vergogna, dalla maldòmita febbre de’ sensi, – la lama aveva corroso il fodero, – Stanislao Ceresa rivide il libero giorno già preda della morte che a lui fu, più della grazia, pietosa. Infelice ben degno di alta pietà: perchè la natura dandogli col raggio della mente ardenza di passioni e desiderio di onore, lo condannò a sentire più squisitamente, atrocemente tutta la ignominia della sua caduta.