Le informazioni storico-artistiche che seguono, sono tratte dalla guida:

BASSIANO Vassiano mejo!“,
di Giuseppe Porcelli,
(a cura del Centro Studi Archeologici di Sezze),
Roma, 1979.

Bassiano

Bassiano

Le origini di Bassiano sembrano perdersi nella notte dei tempi. L’origine del nome potrebbe forse risalire all’esistenza in loco di un “fundus Bassi” (possedimento di tale Bassus) divenuto poi “Bassianus” con l’aggiunta del suffisso indicante il possesso o la proprietà. E’ stato anche collegato alla devozione al vescovo San Bassiano, comprotettore locale.

La struttura urbanistica dell’attuale centro storico, con la sua forma circolare ruotante attorno ad un ideale centro rappresentato dal vecchio castello (l’attuale Torre), rimanda ad periodo di fondazione tra l’XI e il XII secolo.

Risulta come in località “Cornetta” esistesse, durante l’alto Medio Evo, un consistente insediamento abitativo al quale fu aggiunto successivamente un monastero con l’annessa chiesa dedicata a San Fortunato, dai Monaci Benedettini Cassinenesi stabilitisi nella zona tra la fine del IX e l’inizio del X secolo. Tutto il complesso, con l’abitato circostante, fu completamente distrutto nel 1159 dalle truppe di Federico I Barbarossa.

Fu appunto dopo tale distruzione che i cittadini e i monaci superstiti decisero di trasferirsi in una zona naturalmente più munita, ovvero sulla collina dove sorge ora il paese. E mentre il popolo si stabilì nella parte superiore (la “Majúra”) difendendola con una cinta fortificata (ecco allora la presenza delle case-torri), la piccola Comunità benedettina si costruì un cenobio con una chiesa dedicata a Maria SS. Assunta in Cielo, I’attuale SantaMaria.

Fu in seguito, tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XlV (sotto il dominio dei Caetari), che l’intero abitato, compreso il cenobio con la chiesetta venne racchiuso da una nuova cerchia difensiva, le attuali mura medievali. Del periodo medioevale, si sa comunque che il nostro castello, dopo essere stato feudo di Giovanna di Roccafoglia, passò in possesso di Antonella e Antonello Ranisio di San Massimo.

Nel 1297, Pietro Caetani l’acquistò dagli Annibaldi e, nel 1303, ottenne da suo zio Bonifacio Vlll la conferma del possesso di un’ampia zona che comprendeva, oltre a Bassiano, anche Ninfa, una parte di Norma, San Donato e San Felice. Successivamente e per breve tempo, fu dominato da Ladislao di Durazzo, re di Napoli (1386-1414), figlio di Carlo III, il quale «si fece sostenitore e padrone dei papi di Roma contro i papi di Avignone, ed occupò gran parte dello Stato Pontificio» (19). Infine, ritornato sotto i Caetani, è rimasto sempre (tranne la parentesi della dominazione dei Borgia, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento), e fino al secolo scorso, feudo di questi Signori che si fregiano, pertanto del titolo di “Principi di Bassiano”.

Ricordiamo qui di seguito personaggi illustri e avvenimenti che hanno caratterizzato durante i secoli la storia di Bassiano.

Secoli XIII e XIV:
Presenza nella zona dei Fraticelli e dei Templari (testimonianze nel Santuario del Crocifisso e nella Chiesa di San Nicola).
Personaggio illustre:
Fra’ Pietro dell’ordine dei Predicatori divenuto vescovo di Venafro nel 1348.
Secolo XV (1447/1451):
Nascita di Aldo Manuzio il Vecchio (vedi nota di Goffredo Raponi).
Secoli XVI XVII:
Personaggi illustri:
Padre Vincenzo, francescano, “buon predicatore e buon musico” morto nel 1631 nel Convento di S. Maria in Aracoeli di Roma;
Padre Vincenzo, junior (Vincenzo Maria Pietrosanti), eccezionale scultore in legno, autore, tra l’altro, dello stupendo Crocifisso del Santuario di Selvascura.
Secoli XVIII e XIX:
La carenza di un’occupazione fissa, i raccolti rovinati dalle calamità naturali e le continue carestie accrescono i fenomeni del brigantaggio e del contrabbando, favoriti soprattutto dalla difficoltà di comunicazione e dall’incertezza del diritto (mancanza di codici, lungaggine delle procedure, ignoranza dei giudici).
Nei due secoli si continuano a registrare ancora frequenti lotte coi centri vicini (Carpineto, Sezze, Sermoneta) per la rivendica delle terre.
Personaggi illustri:
Domenico A. Fiorentini, valente pittore, al quale sono attribuiti il medaglione di San Bassiano e la tela dell’Addolorata conservata nella chiesa di S. Maria.
Antonio Ciacinto Santangeli, letterato, filosofo e medico insigne autore di pregevoli opere mediche.
Giuseppe Bernardini, professore di lettere classiche, autore di opere in prosa e in poesia latina.
Mons. Erasmo Pietrosanti, Delegato Apostolico in Camerino e Giudice di Segnatura.

Si ringrazia per la disponibilità e cortesia l’Amministrazione Comunale di Bassiano nella persona del sindaco Domenico Guidi e della signora Maria Teresa Agostini.

Alcune immagini di Bassiano

Busto di Aldo Manuzio

Busto di Aldo Manuzio

Busto di Aldo Manuzio

Il busto è opera dello scultore latinense Giovanni De Lucia e venne inaugurato nel 1966 in occasione delle celebrazioni per i 450 anni dalla morte di Aldo.

E’ situato a ridosso della cerchia muraria, lungo il viale dei Martiri.

Casa di Aldo Manuzio

Casa di Aldo Manuzio

Casa di Aldo Manuzio

All’uscita dell’arco, noto come “l’Arco delle Anime Sante”, ci si immette sulla via Piana e subito sulla destra si può osservare la casa nella quale, secondo la tradizione, ha avuto i natali Aldo Manuzio.Sui muri esterni dell’abitazione si possono osservare due lapidi, una affissa nel 1747 da Antonio Giacinto Santangeli (“Aldo Manutio Bassianati Antonius Hyacintus Sant’Angeli”), l’altra apposta dall’Amministrazione Comunale nel 1966 per le celebrazioni del 450° anniversario della morte di Aldo. In questa si legge:

“In questa casa a metà del secolo XV è tradizione nascesse Aldo Manuzio sommo editore umanista… propter bonorum librorum copiam quibus (ut speramus) fugabitur tandem omnis barbaries“.
(trad. “…per l’abbondanza di buoni libri con i quali (come speriamo) sarà finalmente allontanata ogni barbarie”)

La frase si legge nella prefazione all’edizione degli Idilli di Teocrito stampati da Aldo Manuzio nel 1495.

Piazza S. Maria

Piazza Santa Maria

Piazza Santa Maria

Si affaccia sulla piazza la piccola chiesa di Santa Maria, di forma rettangolare lunga m. 12 per 8, incastonata tra le abitazioni adiacenti, mentre l’interessante struttura muraria della parte esterna della sua abside è visitabile dal sottostante lungomura.La struttura originaria venne realizzata dai monaci benedettini cassinesi nel XII secolo, dopo la distruzione del loro convento ad opera di Federico Barbarossa. Essa era semplicemente una parte del cenobio benedettino, del quale resta una parte della sala capitolare dal bel soffitto a volta sorretto da un pregevole colonnato.All’origine più bassa, la chiesa venne sopraelevata di circa tre metri nel XVII secolo; a quell’epoca le pareti interne furono intonacate ricoprendo la quasi totalità dei numerosi affreschi trecenteschi che solo ora (dopo recenti restauri) possono essere finalmente ammirati.

Ormai da qualche anno è assai di rado sede di funzioni religiose.

Arco della Porticina

Arco della Porticina

Arco della Porticina

L’arco della Porticina è uno dei cinque accessi alla cittadella, posto lungo la cerchia di mura realizzate dai Caetani tra la fine del XII e l’inizio del XIV secolo.

È l’unico assieme a Portanova a presentare una porta arcuata.

Da qui si può salire lungo l’ampia scalinata che incornicia la parte posteriore della Chiesa di San Nicola.

Piazza Matteotti

Piazza Matteotti

Piazza Matteotti

Piazza Matteotti è il centro della vita cittadina fuori le mura; da qui si accede attraverso l’arco della Portanova nella cittadella.

Piazza XXV Luglio

Piazza XXV Luglio

Piazza XXV Luglio

Subito dopo la casa di Aldo Manuzio, si accede a Piazza XXV luglio, dalla caratteristica forma allungata, dove meritano attenzione le case-torri in pietra.

Scalinata della Porta Vecchia

Scalinata della Porta Vecchia

Scalinata della Porta Vecchia

La suggestiva scalinata della Porta Vecchia è posta sulla sinistra del Palazzo Municipale (Caetani) e conduce a via G. Bernardini, entro la cittadella dalla parte opposta dell’Atrapiana.

Via delle Mura

Via delle Mura

Via delle Mura

Via della Mura corre lungo il perimetro delle mura antiche offrendo ineguagliabili scorci panoramici sulla vallata sottostante.

Da vedere lungo il percorso il vicolo del Gallo e quello del Paradiso dal medievale fascino ancora intatto.

Una nota di Goffredo Raponi sui natali di Aldo Manuzio

Aldo Manuzio

Aldo Manuzio

I natali di Aldo Manuzio sono descritti nel volumetto-guida “Bassiano, Vassiano mejo” (in lingua “Bassiano, Bassiano mia”) di Giuseppe Porcelli, per la graziosa iniziativa del sindaco di Bassiano Domenico Guidi e della signora Maria Teresa Agostini e collocano la sua nascita a Bassiano intorno al 1447-1450. Il signor Giuseppe Porcelli e questi altri signori hanno tutta la mia ammirata simpatia per l’amoroso e orgoglioso zelo con il quale vantano al loro paese la gloria di aver dato i natali ad Aldo Manuzio; ma “amicus Plato sed magis amica veritas”. E non me ne vorranno se getto un sassolino di dubbio.

Bassiano è oggi una graziosa cittadina, di circa 2.000 abitanti, arroccata a 600 m. di altitudine alle falde del versante dei Monti Lepini che guarda il mare pontino; ma all’epoca in cui è nato Aldo era un semplice insediamento abitativo nel dominio feudale dei duchi Caetani, sedenti nel castello di Sermoneta. Sermoneta, sede del principe, era anche il centro amministrativo del feudo Caetani che si estendeva attraverso la piana pontina fino al mare di Terracina. A Sermoneta, in una delle sue 14 chiese, la collegiata di S. Maria, era la parrocchia che fungeva da ufficio di stato civile in cui venivano registrate le nascite, i matrimoni e le morti di tutti i soggetti del principe. Se c’era dunque un registro di nascite in cui il nome del neonato Aldo Mannucci doveva figurare, era questo. Ma quel nome non c’è, e l’esatta data di nascita di Aldo s’ignora, come indicano tutti i testi serii che pongono un punto interrogativo accanto a quella data, che collocano tra il 1447 e il 1449 (addirittura il 1450 per il Larousse).

Perché non si conosce la data esatta della nascita di Manuzio? La congettura più semplice e spontanea per rispondere a questa domanda, da parte di chi conosca i luoghi ed abbia qualche nozione delle condizioni del tempo, è la seguente: la distanza che separa Bassiano da Sermoneta era, all’epoca, un impervio cammino di montagna da non potersi coprire in meno di una buona mezza giornata a piedi o a dorso di mulo. Le denunce di nascita in parrocchia dovevano esser fatte dal padre, che presentava il neonato al prete, dichiarava quello essere suo figlio/figlia in presenza di due testimoni, nato da lui e da tale donna alla tale ora del tale giorno. Se il bimbo chiamato Aldo è nato d’inverno, si può presumere che il padre non abbia voluto avventurarsi in un tale tragitto, Bassiano-Sermoneta, andata e ritorno, con il neonato in braccio. E quella nascita non fu registrata dove dovevasi.

Ma poi, chi era il padre di Aldo? Chi era la madre? Nei testi non c’è traccia. Si dia pur per certo, per la testimonianza di coloro che lo conobbero, che Aldo sia nato in una località “Bassiano” del feudo dei Caetani di Sermoneta; ma se è così, tutti i sudditi del principe, che risiedeva nell’unica città capoluogo, Sermoneta, erano cittadini di quella città. Bassiano non poteva avere “cittadini” nel senso moderno del termine, perché non aveva parrocchia/ufficio di stato civile del ducato. Ne discende che Aldo Manuzio non è “cittadino” di Bassiano, ma di Sermoneta, esattamente come Virgilio non è cittadino di Andes, ma di Mantova, com’è pacifico in tutti i testi (“Mantua me genuit” ).

Per altro l'”Enciclopedia britannica” alla voce “Manuzio” dovuta alla penna del prof. Derek Ashdown Clarke, direttore della Biblioteca dell’Università di Liverpool, riporta testualmente: “Manuzio, famiglia di stampatori italiani. Aldo Pio Manuzio (1449? – 1515) noto anche come Mannucci o, secondo la forma latinizzata del nome, Aldus Manutius, nacque a Sermoneta”

[…].

Note biografiche a cura del prof. Goffredo Raponi.