Pubblicato Antigone di Vittorio Alfieri.

Dall’incipit del libro:

Eccoti in Tebe, Argìa… Lena ripiglia
del rapido viaggio… Oh! come a volo
d’Argo venn’io! – Per troppa etade tardo,
mal mi seguiva il mio fedel Menéte:
ma in Tebe io sto. L’ombre di notte amico
velo prestaro all’ardimento mio;
non vista entrai. – Questa è l’orribil reggia,
cuna del troppo amato sposo, e tomba.
Oh Polinice!… il traditor fratello
qui nel tuo sangue l’odio iniquo ei spense.
Invendicata ancor tua squallid’ombra
si aggira intorno a queste mura, e nega
aver la tomba al fratel crudo appresso,
nell’empia Tebe; e par, ch’Argo mi additi…
Sicuro asilo Argo ti fu: deh! il piede
rimosso mai tu non ne avessi!… Io vengo
per lo tuo cener sacro. A ciò prestarmi
sola può di sua mano opra pietosa
quell’Antigone, a te già cara tanto
fida sorella.