L’Accademia degli Intronati è nata tra il 1525 e il 1527 a Siena come luogo di ritrovo dell’aristocrazia, la cui prima manifestazione pubblica risale al 1531 con la rappresentazione della commedia anonima Gl’ingannati.
Il nome dell’accademia venne scelto ironicamente a sottolineare il desiderio di quei letterati di estraniarsi dai “rumori” del mondo che li assordavano (“rintronavano”). I suoi «fondatori furono “sex viri nobiles senenses”: lo Scaltrito (arcivescovo Francesco Bandini Piccolomini); l’Arsiccio (Antonio Vignali); l’Importuno (Francesco Sozzi); il Sodo (Marco Antonio Piccolomini); il Moscone (Giovan Francesco Franceschi); il Cirloso (Alessandro Marzi)».
In genere la prima produzione teatrale degli Intronati è caratterizzata da giochi raffinati e leggeri, animati da un languido erotismo, il cui destinatario nobile ed elegante è il pubblico femminile.
Uno degli studiosi più attivi nella prima fase d’attività dell’Accademia fu Alessandro Piccolomini (1508-1578), che frequentò diversi ambienti (tra cui l’università di Padova); in seguito soggiornò a Roma intraprendendo la carriera ecclesiastica. Altri membri, come Lelio Sozzini e suo nipote Fausto Sozzini, abbracciarono idee ereticali e furono costretti a prendere la via dell’esilio.
Con la guerra di Siena contro Firenze, l’accademia fu sospesa, ma tornò in attività nel 1603, sotto il regime mediceo, difendendo la continuità della tradizione aristocratica e cittadina senese. A questo scopo si adoperarono i fratelli Girolamo e Scipione Bargagli, il primo dei quali scrisse la commedia La Pellegrina, caratterizzata da forti aspetti patetici e sentimentali, e rappresentata postuma a Firenze nel 1589 in occasione del matrimonio fra Ferdinando de’ Medici e Cristina di Lorena. In quell’epoca gli studi erano rivolti soprattutto all’attività teatrale e agli scritti satirici.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Accademia_degli_Intronati