Questo incunabolo fu riscoperto nel Novembre del 1873 da G. Govi che lo ripubblicò e lo commentò, datandolo – in base ad indicazioni cronologiche deducibili attraverso le opere d’arte in esso descritte – tra il 1499 ed il 1500; vi sono infatti presentate collezioni private romane (soprattutto sculture) e i resti delle principali architetture romane, presentate alternando le une alle altre.
Si ringraziano il Progetto Vasari, dell’Associazione culturale Festina Lente e l’Università degli studi di Roma “la Sapienza”, Istituto di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna, per la insostituibile collaborazione offerta.
Gli accenti nel testo sono mancanti poiché questa è una trascrizione diplomatica che rispecchia fedelmente l’esemplare quattrocentesco.



