“Tanto gentile e tanto onesta pare” è il titolo di uno dei sonetti più conosciuti di Dante racchiusi nella Vita Nova. Opera in prosa e versi – 31 le liriche tra sonetti, ballate e canzoni – che scandisce le fasi fondamentali della vita dell’autore in relazione al rapporto con la sua amata Beatrice. Edizione Bemporad del 1932 curata da Michele Barbi per la Società Dantesca Italiana.
Dall’incipit del libro:
In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: “Incipit vita nova”. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la loro sentenzia.
Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare. Ella era in questa vita già stata tanto, che ne lo suo tempo lo cielo stellato era mosso verso la parte d’oriente de le dodici parti l’una d’un grado, sì che quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono. Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si convenia.




