Viene considerata la prima opera certa di Dante (1292-93), è composta di rime (25 sonetti, 4 canzoni, 1 ballata, 1 stanza di canzone) e di capitoli in prosa poetica, cui è affidata la duplice funzione di svolgere l’itinerario autobiografico da cui nascono i versi e di commentarli retoricamente.
Al centro della vicenda è l’esperienza d’amore idealizzata del poeta per Beatrice, dai primi incontri con lei si snoda l’intimo memoriale, dapprima profano e “cortese”, poi sempre più agiografico, finché la morte di Beatrice non trasforma l’amore del poeta in mito cristiano, in Amore assoluto e mezzo di elevazione a Cristo.
Dall’incipit del libro:
I. In quella parte del libro de la mia memoria, dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: “Incipit vita nova”. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’asemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la loro sentenzia.
II. [I] Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare.




