Dall’incipit del libro:
Sempre sulla spiaggia del mare, quando è deserta prima che sorga il sole, io facevo i più belli incontri. Una volta trovai due scarpe in buonissimo stato, il che mi destò non poca meraviglia, tanto più che non appartenevano allo stesso paio, sebbene fossero entrambe gialle di colore. E non erano neanche dello stesso sesso. L’una era da uomo, l’altra da donna.
Se mi avessero in quel momento risolto il problema dell’anima, se mi avessero presentato l’elefante bianco del Siam da portare a passeggio, o se un servitore in livrea mi avesse recato, sopra un piatto d’argento, un nuovo peccato mortale, non mi sarei stupito come mi stupii alla vista di quelle due derelitte, di cui ciascuna aveva smarrito la compagna.
Per fortuna io non avevo l’anima di un giudice istruttore, nè di un detective: altrimenti avrei subodorato il delitto. Subodorai bensì il peccato, ma di qual natura esso fosse non pensai nè dissi a me stesso. Quando un uomo va solo per la strada o per la spiaggia deserta pare che dica sempre grandi cose a se stesso. Io per mio conto dicevo poco o niente, e invece mi piaceva moltissimo ascoltare. Tanto è vero che le più belle storie a me le hanno raccontate i granchi, i cavallucci marini, le sirene, gli uccelli, le farfalle e i calabroni.

