Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito Biblioteca Nazionale Braidense (http://www.braidense.it/).
Dall’incipit del libro:
Ecco una vera e genuina istoria di briganti della Calabria.
Avverto il lettore che dal 1859 in poi gli accessorii del vestiario e l’armamento delle bande non è più quello d’una volta; anco i costumi sono in parte cangiati: gli agnus dei, gli altarini, le madonne, le reliquie non figurano quasi più tra i briganti. Difensori dichiarati, a spada tratta, del trono legittimo e dell’altare, han sempre fruito delle benedizioni di madre Chiesa, ma dal 1860 mostrarono, in generale, l’empia debolezza di preferire, quali pur fossero, le immagini improntate sulle monete d’oro e d’argento a quelle benedette; e dacchè ha corso la carta, si sono sempre mostrati più teneri del ritratto di Cavour e dello stemma sabaudo, inciso sui biglietti, e delle firme del censore, del cassiere e del reggente della Banca, che non delle figure dei santi, e delle giaculatorie stampate appiè delle immagini diffuse da frati e monache, per la propagazione del culto del Sacro Cuore.


