Dall’incipit del libro:
Il martello ch’i’ ho di voi dua, poi ch’io cangiai un fiume al mare e Roma con Venezia, vuol ch’io v’indrizzi la vita d’Astolfo e de gli altri paladini, detta da me l’Astolfeida. Io la mando a voi perché nascesti innanzi a’ paladini, i quali son terra da ceci già 700 anni in circa. Voi soli avete visto e cognosciuto chi è visso e morto, chi vive ora e chi viverà poi. Voi soli siate e sarete, vivete e viverete fino al dí del giudizio, e in un tempo siate antichi e moderni. Voi soli siate amanti del vero e nimici de le menzogne. Voi soli vo[i]rreste morire per il vero, ma il vero vi tien vivi perché siate il paragon de’ bugiardi. Chi è caparbio e ostinato abbaglia in ciò che fa, escetto ch’in dire il vero. Voi dite il vero a tutti e siate intesi da ogni gente. Pasquino cantando il vero scuopre le virtú, i vizii di tutti. Marforio sosorgnione dormendo afferma ciò che dice Pasquino, perché chi tace acconsente. Pasquino non cura i bravacci che piú volte l‹i› hanno tagliato il naso, i bracci, le mani, i piedi, e mai gli han possuto tagliar la lingua. Pasquino, poi che Roma è Roma, sta forte in Parione; Marforio iace sodo sodo a piè di Campidoglio.


