Tratto dall’Editio Princeps del 1536.

Dall’incipit del libro:

Certamente se il mio animo, il quale è con voi quasi sempre, non mi vi rammentava, io era a peggior partito che non sono i vizi còlti in uggio da lo odio che in eterno gli portarà quella libertà di natura concessami da le stelle: perché, sendo io tenuto di molto obligo con una schiera di mezzi iddii, non sapeva a chi mi intitolare la istoria che io vi intitolo. S’io la dedicava al re di Francia, ingiuriava quel dei Romani. Offerendola al gran genero di Cesare e gran duca di Fiorenza, lume di giustizia e di continenzia, mi dimostrava ingrato a la somma bontà di Ferrara. Volgendola al magno Antonio da Leva, che averia detto di me l’ottima eccellenzia di Mantova e l’onorato marchese del Vasto? Porgendola al buon prencipe di Salerno, dispiaceva al fedel conte Massimiano Stampa. Se io la indrizzava a don Lopes Soria, con qual fronte mi rivolgeva io dintorno al conte Guido Rangone e al signor Luigi Gonzaga suo cognato, le cui qualità onorano tanto l’armi e le lettere quanto l’armi e le lettere onorano lui? Se io la presentava a Loreno, chi mi assicurava de la grazia di Trento?

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titolo:
Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa
titolo per ordinamento:
Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa
autore:
opera di riferimento:
"Sei giornate". Grande Universale Mursia, nuova serie, 211, Milano, 1991
cura:
Angelo Romano
licenza:

data pubblicazione:
29 gennaio 2001
opera elenco:
D
ISBN opera di riferimento:
88-425-1046-7
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Calvo Rigual Cesareo, Departament de Filologia Francesa i Italiana. Avda. Blasco Ibáñez, 32. 46010 - VALENCIA (SPAGNA), calvoc@uv.es
pubblicazione:
Maria Mataluno, m.mataluno@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it