Dall’incipit del libro:

Desio, timor, dubbia ed iniqua speme,
fuor del mio petto omai. – Consorte infida
io di Filippo, di Filippo il figlio
oso amar, io?… Ma chi ‘l vede, e non l’ama?
Ardito umano cor, nobil fierezza,
sublime ingegno, e in avvenenti spoglie
bellissim’alma; ah! perché tal ti fero
natura e il cielo?… Oimè! che dico? imprendo
cosí a strapparmi la sua dolce immago
dal cor profondo? Oh! se palese mai
fosse tal fiamma ad uom vivente! Oh! s’egli
ne sospettasse! Mesta ognor mi vede…
Mesta, è vero, ma in un dal suo cospetto
fuggir mi vede; e sa che in bando è posta
da ispana reggia ogni letizia. In core
chi legger puommi? Ah! nol sapess’io, come
altri nol sa! Cosí ingannar potessi,
sfuggir cosí me stessa, come altrui!…
Misera me! sollievo a me non resta
altro che il pianto; ed il pianto è delitto. –
Ma, riportare alle piú interne stanze
vo’ il dolor mio; piú libera… Che veggio?
Carlo? Ah! si sfugga: ogni mio detto o sguardo
tradir potriami: oh ciel! sfuggasi.

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titolo:
Filippo
titolo per ordinamento:
Filippo
autore:
opera di riferimento:
Tragedie / Vittorio Alfieri, Volume I, a cura di Nicola Bruscoli, collezione: Scrittori d'Italia, Editore G. Laterza e figli, Bari, 1946
cura:
Nicola Bruscoli
licenza:

data pubblicazione:
4 agosto 2000
opera elenco:
F
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Adriano Virgili, adrsad@tin.it
pubblicazione:
Alberto Barberi
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it