Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito Internet Archive (http://www.archive.org/). Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.org/) tramite Distributed proofreaders (http://www.pgdp.net/).
Dall’incipit del libro:
SENECA Signor del mondo, a te che manca?
NER. Pace.
SENECA L’avrai, se ad altri non la togli.
NER. Intera
l’avria Neron, se di abborrito nodo
stato non fosse a Ottavia avvinto mai.
SENECA Ma tu, de’ Giulj il successor, del loro
lustro e poter l’accrescitor saresti,
senza la man di Ottavia? Ella del soglio
la via t’aprí: pur quella Ottavia or langue
in duro ingiusto esiglio; ella, che priva
di te cosí, benché a rival superba
ti sappia in braccio, (ahi misera!) ancor t’ama.
NER. Stromento giá di mia grandezza forse
ell’era: ma, stromento de’ miei danni
fatta era poscia; e tal pur troppo ancora
dopo il ripudio ell’è. La infida schiatta
della vil plebe osa dolersen? osa
pur mormorar del suo signor, dov’io
il signor sono? – Omai di Ottavia il nome,
non che a grido innalzar, non pure udrassi
sommessamente infra tremanti labra,
mai profferire; – o ch’io Neron non sono.

