Adelchi Baratono nacque l’8 aprile 1875 a Firenze, in quanto il padre Alessandro, piemontese di Ivrea e funzionario statale, vi si era trasferito durante il periodo in cui tale città fu capitale.

Nello stesso periodo Alessandro Baratono si sposò con la fiorentina Ermelinda Rossi dalla quale ebbe due figli, Adelchi e Pierangelo.

Si trasferì poi a Genova con la famiglia, che qui si stabilì definitivamente, fin dalla prima giovinezza di Adelchi, che all’università di Genova compì i suoi studi.

Assieme al fratello minore Pierangelo si dilettava di poesia e fu collaboratore di «La riviera Ligure» di Novaro. Ma mentre Pierangelo legò la sua vita “bohemienne” alla tradizione letteraria ligure dell’epoca, Adelchi si laureò in filosofia col professor Alfonso Asturaro, che avrebbe influenzato l’allievo indirizzandolo verso un orientamento positivista.

Diventa dapprima insegnante del liceo a Genova e poi professore universitario, a Cagliari dal 1924, a Milano dal 1932 (al posto del Martinetti che non giurò fedeltà al fascismo) e a Genova dal 1938.

Vivace la sua attività politica negli anni della giovinezza. Membro del partito socialista fin dalla fondazione, diventa con Serrati uno degli esponenti di spicco della corrente massimalista. Coerentemente con la sua posizione che vedeva la partecipazione dei socialisti alle elezioni amministrative essenziale per impadronirsi dei poteri locali (comunali), allo scopo di paralizzare il funzionamento dello stato borghese, viene eletto consigliere comunale a Savona nel 1919. Dal gennaio 1920 fa parte della Direzione nazionale del partito e l’anno successivo viene eletto deputato.

Alcune battaglie politiche lo vedono emergere come figura di primo piano del socialismo italiano, come quella che Baratono porta avanti con Giacinto Menotti Serrati capeggiando la frazione comunista unitaria al Congresso di Livorno del 15 gennaio 1921. L’accettazione con riserva dei 21 punti dell’Internazionale comunista di Mosca determina la clamorosa scissione e l’uscita dei comunisti dal Partito Socialista. Sempre con Serrati presenta al congresso del 15 ottobre 1921 la mozione massimalista. Lo stesso anno diviene deputato, ma nel 1922 all’avvento del fascismo inizierà a ridurre il suo impegno politico limitandolo alla collaborazione con le riviste «Critica Sociale» e «Quarto Stato». Pur propugnando sempre l’unità del partito, sia al congresso del 1921 (che vide la scissione dei comunisti) che in quello del 1922 a Roma che vede il separarsi dei riformisti, aderisce a questo punto al partito socialista unitario di Turati e Matteotti.

Dal 1926 si dedica in pratica esclusivamente all’insegnamento universitario. Le sue pubblicazioni, dai primi del secolo e fino al 1920 erano indirizzate principalmente alle tematiche di psicologia e pedagogia (I fatti Psichici elementari è addirittura del 1900, Fondamenti di psicologia elementare del 1906 e Discorsi sull’educazione del 1912) ed erano fortemente influenzate dal pensiero di Morselli; in Critica e pedagogia dei valori (1918) prende le distanze in modo netto dal monismo di Croce e Gentile sostenendo l’impossibilità di pensare a qualsiasi valore senza dualismo di pensiero e realtà, di essere e dover essere; l’unità si raggiunge con un atto di fede ma non con una dimostrazione filosofica.

Dopo alcuni saggi polemici e critici (Fatica senza fatica del 1923 e Filosofia in margine del 1930) nella sua opera forse più nota, Il mondo sensibile, introduzione all’estetica, si sforza di trovare una nuova unità nel valore estetico e basa la metafisica non più sulla gnoseologia ma sull’estetica. Il contenuto della sensazione diventa “segno” del concetto consentendoci di “sentire” il valore in sé del sensibile che ne testimonia sia la realtà che la spiritualità. Concetti ripresi anche dallo scritto Per un occasionalismo sensista e rapportati al mondo letterario e dell’arte nel volume Arte e poesia, del 1945, dove viene rivalutata la tecnica e la forma assurge a spiegazione del tutto prevalente nel fatto estetico.

Dopo la liberazione riprende le collaborazioni con giornali della sinistra, soprattutto con l’Avanti! che era diretto da Sandro Pertini, suo ex allievo; e si dedica nuovamente ad approfondimenti di critica marxista.

Muore a Genova il 28 settembre 1947.

Fonti:

  • C. Talenti: Adelchi Baratono, Torino, 1957.
  • M.F. Sciacca: Figure e problemi del pensiero contemporaneo, Milano 1973.
  • M. Carrea, Per una filosofia del socialismo, in «Osservatorio», Genova 1946, n. 3.
  • G. M. Bertin, L’estetica di Baratono, in «Studi filosofici»,VIII (1947), pp. 136-38.
  • R. Tumino: Adelchi Baratono: maestro, pedagogista, esteta, Catania, 1999.
  • U. Silva: Adelchi Baratono e il personalmente sofferto, in «Atti dell’Accademia ligure di scienze e lettere», V. 49, 1992.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Antico canto d'amore
    Fiorenzo, terzo figlio della duchessa Eba e nato da una relazione “clandestina” ma di vero amore, torna dalla guerra, alla quale ha partecipato mosso da grandi idealità umanitarie. Il suo ritorno in casa lo impegna a ricomporre i disastri sentimentali del fratello e della sorella, e gli consente di ritrovare la sua amata.
  • Le due facce di Carlo Marx
    Economismo e romanticismo. Breve corso di critica marxista
    L’ormai settantenne ex-socialista affronta una rapida analisi del marxismo, la cui applicazione vede ormai fallita nell’URSS, cercando di reintepretare il materialismo storico alla luce del proprio tentativo speculativo di trovare una nuova specie di unità nel valore estetico, tentativo che si era concretizzato nell’opera "Il mondo sensibile".
  • I fatti psichici elementari
    L’autore compie un breve excursus critico-storico per fare un tentativo di condurre le riflessioni sulle materie psicologiche sui binari della filosofia positiva.
  • Fondamenti di psicologia sperimentale
    Il testo si configura come un excursus di tipo storico sul dibattito in tema di esperienza sensoriale e di acquisizione di cognizioni tramite i sensi e dell'elaborazione che di queste esperienze compie la mente.
  • Il mondo sensibile
    È il testo dove la concezione filosofica di Baratono, tra i primi in Italia a tentare un confronto con la critica kantiana nell'ambito dell'estetica, assume i contorni più organici e definitivi. Cercando lo spazio per un percorso alternativo a quello proposto dal neo-idealismo italiano e in particolare da Gentile, in questo scritto si vuol raggiungere la "prova esistenziale" della spiritualità del contenuto sensibile.
  • Per un occasionalismo sensista
    In questo breve saggio pubblicato nel 1940 nell’«Archivio di filosofia», Baratono illustra le intersezioni tra religione, filosofia e poesia intese come esistenza e valore nel campo morale, presenza e rappresentazione nel campo conoscitivo, forma e contenuto nel campo estetico e sensibile, e cerca di interpretare queste intersezioni attraverso le tre critiche kantiane.
 
autore:
Adelchi Baratono
ordinamento:
Baratono, Adelchi
elenco:
B