Agostino Bertani nacque a Milano da Francesco e Giuseppina Parravicini nel 1812. La famiglia era di idee liberali; la madre fin dal 1821 partecipò a cospirazioni contro l’Austria. Nel 1826 la famiglia, di sette figli, restò orfana di questa straordinaria madre appena trentatreenne. Le sorelle più grandi ricordavano le passeggiate con la madre
«sui bastioni di Porta Nuova, quando la polizia non sospettava che questa signora amorosamente attenta all’igiene dei figli conversasse per segni convenzionali coi prigionieri di faccia.»
Agostino condusse i suoi studi universitari a Pavia, come interno del prestigioso Collegio universitario Borromeo, laureandosi nel 1835 in Medicina e Chirurgia. Vinse poi una borsa di studio di perfezionamento all’estero, che lo portò per un anno in Germania e in Francia.
Dal 1840 fu medico chirurgo dell’Ospedale Maggiore di Milano. Due anni dopo, promosse la creazione della “Gazzetta medica” e ne divenne redattore.
I suoi interessi non erano solo scientifici. Fu amico di Carlo Cattaneo e di Enrico Cernuschi ed ebbe modo di conoscere direttamente Giuseppe Mazzini, del quale tutti loro condividevano le idee. Partecipò all’organizzazione ed alla fase attiva delle Cinque giornate di Milano (1848).
La sua preparazione in campo sanitario ed insieme le sue idee lo portarono ad essere presente e di grande aiuto nei momenti di lotta e nelle battaglie che segnarono il periodo risorgimentale. Dopo l’armistizio Salasco, che concluse la prima fase della Prima guerra d’indipendenza, nel 1949 Bertani era a Roma e diede il suo contributo come medico negli scontri per la difesa della Repubblica romana, sul campo e presso l’ospedale della Trinità dei Pellegrini. In quell’occasione curò il generoso patriota ventunenne Goffredo Mameli, che tuttavia morì di setticemia per la grave infezione contratta a seguito delle ferite. Sul muro dell’ex ospedale è una lapide:
«In questo ospizio Goffredo Mameli poeta e molti altri valorosi morirono di ferite a difesa di Roma per la libertà d’Italia nell’anno MDCCCXLIX»
L’attività politica di Bertani non passò inosservata: fu costretto a riparare in Svizzera e in seguito si trasferì a Genova, dove fu prezioso nell’epidemia di colera del 1854. Qui diede vita ad un Comitato militare, approvato da Mazzini, incontrato di nuovo a Londra, che aveva lo scopo di suscitare ed appoggiare azioni volte all’indipendenza e all’unità d’Italia.
Bertani era repubblicano ma nel 1859, valutando ciò che reputava più utile alla causa dell’unità italiana, dichiarò il suo leale appoggio al Regno di Sardegna, anche partecipando, nella sua qualità di ufficiale medico nei Cacciatori delle Alpi, alla Seconda guerra d’indipendenza, che vide Regno di Sardegna e Francia alleate contro l’Austria.
L’anno successivo venne eletto deputato nella VII legislatura (2 aprile – 17 dicembre 1860) del Regno di Sardegna, del quale facevano parte in quel momento, oltre al Piemonte e alla Sardegna, la Lombardia, i ducati di Parma e Modena, il Granducato di Toscana, e parte delle Romagne (Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì); presidente del Consiglio era Cavour e presidente della Camera dei deputati Giovanni Lanza.
Sempre nel 1860, in vista della spedizione in Sicilia, Garibaldi affidò a Bertani il compito di raccogliere e organizzare uomini e mezzi di soccorso: il medico istituì la Cassa di soccorso, articolata in commissioni di lavoro e comitati di provvedimento. Bertani seguì Garibaldi a Palermo e di nuovo fu al suo fianco a Napoli. Qui il suo incarico era quello di segretario generale, incaricato di sottoscrivere i decreti del condottiero. Cavour, che sospettava Bertani favorevole all’annessione al Regno di Sardegna dei territori del sud conquistati dai garibaldini solo dopo la liberazione di Roma, non sostenne Bertani quando contro di lui si scatenò un’ondata di diffamazioni e calunnie relative sia all’amministrazione della Cassa di soccorso sia al periodo napoletano. Queste accuse, delle quali Bertani si dichiarò sempre innocente, gli pesarono come una ferita aperta per tutto il resto della sua vita.
Come si può immaginare, questo periodo di fondamentali eventi storici per l’Italia, fu costellato di continui e gravi discussioni e divergenze politiche. Per approfondire si legga l’interessante saggio di Bruno Di Porto nel Dizionario biografico degli italiani alla voce su Bertani.
Nel 1861 Bertani entrò a far parte della Camera dei Deputati del neonato Regno d’Italia come rappresentante della Sinistra storica. Mantenne l’incarico dalla VIII alla XV legislatura (ad eccezione della XIV), dal 1861 al 1886 e presentò un certo numero di progetti di legge. Contrario alla spedizione di Garibaldi a Roma, gli assicurò, come medico, la sua partecipazione alla campagna di invasione del Trentino (1866) e alla battaglia di Mentana (1867).
Nel 1866 prese parte alla fondazione del giornale “La Riforma”. Nello stesso anno fu iniziato nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia; nel 1885 fu nel Comitato d’onore per il monumento a Giordano Bruno.
Rimanendo profondamente repubblicano e convinto che la lotta per la democrazia si dovesse tenere all’interno delle istituzioni, svolse la sua azione politica cercando di conciliare le istanze repubblicane e mazziniane con le frange monarchiche capaci di evolversi in senso democratico.
Nel suo lavoro parlamentare appoggiò il suffragio universale, una più netta separazione tra Chiesa e Stato e l’abolizione dell’odiata tassa sul macinato; si occupò anche di istruzione e sanità pubblica. Nel 1872 promosse un’inchiesta parlamentare, d’impostazione fortemente sociale, sullo stato del mondo agricolo. Qui si presenta il testo della proposta di inchiesta parlamentare dal titolo Sulle condizioni attuali della classe agricola e principalmente dei lavoratori della terra in Italia; ebbe in seguito grande parte nell’elaborazione dell’Inchiesta stessa, condotta dal 1877 al 1885. Nello stesso periodo era stata fatta un’altra proposta di inchiesta sul mondo agricolo in generale e con grosse difficoltà si giunse finalmente ad unificare i lavori e Bertani ottenne l’incarico speciale di un’inchiesta collaterale sulle condizioni igienico-sanitarie delle popolazioni rurali. Nel 1885, anche a seguito del precedente lavoro, fu in grado di presentare uno schema di codice per la pubblica igiene.
Nel 1877 aveva abbandonato la Sinistra storica di Depretis e fondato il gruppo parlamentare dell’Estrema Sinistra storica o Partito radicale storico.
A partire dal 1881 curò la pubblicazione degli scritti dell’amico Carlo Cattaneo, che aveva conservato e riordinato fin dalla morte di lui nel 1869 (Opere edite ed inedite di Carlo Cattaneo, raccolte e ordinate per cura di A. Bertani, Firenze 1881-1892).
Morì a Roma nel 1886.
Nel 1888 il grande scultore svizzero Vincenzo Vela (1820 – 1891) dedicò a Bertani un notevole monumento oggi collocato in Piazza Fratelli Bandiera a Milano.
I numerosi suoi scritti di carattere politico sono stati raccolti nell’opera Scritti e discorsi, pubblicata nel 1890. Un’ampia biografia dal titolo Agostino Bertani e i suoi tempi (Firenze, 1888) fu composta da Jessie Meriton White Mario (1832-1906), giornalista, patriota e scrittrice di origine inglese che si era avvicinata alle idee rivoluzionarie che percorrevano l’Italia, dopo aver conosciuto Garibaldi e Mazzini. Fu direttamente coinvolta nei moti mazziniani del 1857 a Genova; arrestata, fu espulsa con Alberto Mario, che ella sposò pochi mesi dopo in Inghilterra. Volentieri riportiamo, dalla sua biografia, una sua citazione, dal “Times” del 1859, quando ne era direttore John Delane:
«Tengo sempre un vecchio Times del ’59, ove, deridendo alcuni mirabili scritti di Cattaneo, il direttore di quel giornale, il cui nome rispecchia l’indole dei tempi, sogghignando scrive:
“Questi valorosi modestamente ci chiedono di batterci per loro, ma non ci danno la minima ragione per supporre ch’essi intendono di battersi. Possono benissimo gettare grida sediziose ed anche affiggere ai muri in una notte oscura sediziosi manifesti, ma noi non abbiamo ragione di pensare ch’essi abbiano il coraggio di una lotta più seria. Quando ci vediamo minacciati dal risentimento di una nazione bellicosa, con una popolazione numerosa quanto la nostra, giova consolarci riflettendo che tal pericolo non sembra dover essere molto prossimo, non potendo pendere sul nostro capo fino a che l’unità italiana non sia veramente effettuata.”» (Jessie Meriton White Mario, Prefazione a Agostino Bertani e i suoi tempi, p. XI)
Fonti:
- Jessie Meriton White Mario, Agostino Bertani e i suoi tempi, Firenze, 1888. https://archive.org/details/agostinobertani01marigoog/mode/2up
- https://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Bertani
- Bertani, Agostino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
- Mario Menghini, BERTANI, Agostino, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1930.
- Bruno Di Porto, BERTANI, Agostino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 9, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1967. Il testo contiene un interessante e approfondito esame della profonda tensione tra i vari protagonisti politici che animarono il periodo risorgimentale.
- Bertani, Agostino, su sapere.it, De Agostini.
- Bertani, Agostino, in L’Unificazione, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2011.
- Agostino Bertani, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica.
- Agostino Bertani, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Sulle condizioni attuali della classe agricola e principalmente dei lavoratori della terra in Italia
Proposta di inchiesta parlamentare
Scopo di questa inchiesta parlamentare, proposta da Bertani, era quello di acquisire dati e informazioni organiche in merito allo stato dei coltivatori della terra e alle difficoltà che ne affliggevano l'esistenza, minandone le condizioni di vita e la produttività.