Aldo Bizzarri nacque a Roma l’8 settembre 1907. Si laureò in lettere e, ancora giovanissimo, partecipò a fianco di Massimo Bontempelli e Curzio Malaparte al movimento del “Novecento Letterario” e alla relativa rivista “900”. Nel 1927 con Gian Gaspare Napolitano, fondò e diresse il periodico “I Lupi” che, per una sua trasparente ispirazione polemica, venne sospeso dalla polizia dopo soli tre numeri. Tuttavia non erano certo ambienti letterari apertamente avversi al regime, anche se non si può parlare di un manifesto appoggio al fascismo.

Tra le sue frequentazioni letterarie e intellettuali si annoverano quelle con Alberto Moravia e Margherita Sarfatti. Formatosi nell’atmosfera del “Novecentismo”, seppe mantenere un’indipendenza intellettuale aperta alle più diverse esperienze e sostanziata da molteplici interessi, anche se la sua carriera è in sostanza quella di un intellettuale abbastanza integrato nella situazione del periodo.

Dopo aver pubblicato nel 1929 un romanzo d’avventure per ragazzi, La traccia nel sole, si dedicò infatti per alcuni anni al giornalismo e, in seguito, all’insegnamento, che lo portò a lasciare per lungo tempo l’Italia come direttore di vari istituti di cultura italiana all’estero. Dal 1934 al 1944 visse quindi a Santiago del Cile, Rennes, Lisbona e Budapest, continuando a svolgere un’intensa attività di saggista e di studioso. È in questo periodo che scrisse significative opere su personaggi importanti della cultura italiana come Dante Alighieri e Vico.

Nel 1941, dopo la sua permanenza a Lisbona, pubblicò Origine e caratteri dello stato nuovo portoghese prefato da Gioacchino Volpe, che inizia con questa frase: «Quando si scriverà la storia del propagarsi dell’idea autoritaria e corporativa nel mondo contemporaneo e della conseguente rivoluzione, un posto di primo piano spetterà al Portogallo». Il progetto corporativista, in Portogallo – con le sue peculiarità volute da Salazar – e in Italia e dovunque, trovava sempre l’adesione di Aldo Bizzarri.

Nel 1941 ottenne la libera docenza in storia delle dottrine politiche presso l’università di Roma dove si era laureato.

Nel maggio del 1944 fu internato a Mauthausen – arrestato dalla Gestapo a Budapest, dove ancora una volta lavorava presso il locale istituto di cultura italiana, il 30 marzo – sotto l’accusa di attività antinaziste. Poco si sa delle motivazioni reali di questo internamento oltre al generico capo d’accusa; lo stesso Bizzarri fu anche in seguito piuttosto reticente a riguardo. È possibile che i nazisti avessero maturato a quel punto una generica diffidenza nei confronti degli italiani, dopo che i fascisti erano divenuti ex-alleati. Ne uscì alla fine della guerra, nel maggio del 1945 al momento della liberazione del lager da parte degli americani. Ritornato in Italia, con viaggio dal percorso tortuoso e avventuroso, come capitò a quasi tutti i reduci dai lager, pubblicò i suoi due libri più significativi: Mauthausen: città ermetica, nel 1946 e Proibito vivere (nel 1947) dopo aver iniziato a parlare della sua esperienza concentrazionaria nel breve articolo dell’agosto 1945 Come si torna in Italia.

Dal 1948 al 1952 collaborò assiduamente con articoli, saggi e scritti politici e letterari a quotidiani e periodici, tra i quali principalmente “il Mondo” e “Risorgimento liberale”, e tra gli altri “Giornale di Sicilia”, “Momento sera”, “Il Perseo”. Fu inoltre critico cinematografico alla Rai e il suo avvicinamento al mondo del cinema culminò con due sceneggiature, quella dell’Ebreo Errantedel 1948 diretto da Goffredo Alessandrini e In nome della legge del 1949 diretto da Pietro Germi. Collaborò anche alla sceneggiatura del poliziesco di Fernando Cerchio Il bivio. Morì a soli 45 anni a Roma il 22 maggio 1953.

Fonti:

  • Anonimo: Nota biografica in Aldo Bizzarri, Il problema è la persona. Milano 1966.
  • M. Donativi, Nota introduttiva a: Aldo Bizzarri, Mauthausen città ermetica. Brindisi, 2024.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Il problema è la persona
    1945-1952
    Bizzarri documenta la sua esperienza di internamento a Mauthausen con mancanza quasi assoluta di commenti e con un linguaggio disadorno che impartisce a questo scritto una formidabile tensione documentaria. Il volume raccoglie anche altri scritti dell’autore e l’insieme fornisce un itinerario organico che conduce a un non facile ritorno al vivere civile.
  • Proibito vivere
    Romanzo
    Questo libro, definito “romanzo” in frontespizio, è una sorta di ibrido narrativo, nel quale la vicenda dei campi di concentramento è la cornice delle narrazioni. Non è un tentativo semplice quello di Bizzarri di contenere la realtà dei campi nazisti in una forma narrativa, che sia in grado di fornire il senso della loro barbarie. Ma in questo caso si può dire che sia un tentativo pienamente riuscito.
 
autore:
Aldo Bizzarri
ordinamento:
Bizzarri, Aldo
elenco:
B