Alessandro Bianco di Saint-Jorioz (1819-1893) fu un militare nell’esercito piemontese (poi italiano). Di famiglia nobile, il padre Carlo Angelo fu anch’egli ufficiale dell’esercito piemontese, fino ai moti del 1821, in cui fu tra i principali promotori dell’insurrezione di Alessandria, e tra i firmatari della proclamazione della Costituzione spagnola del 1812. Al fallimento del moto, Carlo Bianco fuggì verso la Spagna e fu condannato a morte in contumacia; i beni di famiglia furono sequestrati e la famiglia visse in esilio e in ristrettezze economiche, in varie città europee, tra cui Malta, Parigi e Bruxelles. Carlo Bianco fu in contatto con Mazzini e Buonarroti; e scrisse dei saggi in cui teorizzò la liberazione dell’Italia attraverso la creazione di bande armate contro lo straniero.
Nel 1840 Alessandro fu inviato in Piemonte per cercare di ricuperare i beni della famiglia, ma a dispetto delle idee paterne, fece atto di omaggio a Carlo Alberto e si arruolò nell’esercito sabaudo. Il suicidio del padre (si annegò in un canale di Bruxelles nel 1843) pose fine ad ogni ostacolo alla carriera ed alla fortuna economica di Alessandro, che nel settembre 1843 ottenne il grado di sottotenente in Aosta Cavalleria; e in ottobre rientrò nella piena proprietà dei beni confiscati. Fu quindi ufficiale d’ordinanza del generale Bava nella guerra del ’49 e fu anche l’autore, nel ’54, di Le storie delle caserme, un libro in cui raccolse aneddoti di vita militare.
Con l’unità d’Italia, il conte Alessandro Bianco, capitano nel Corpo Reale di Stato Maggiore Generale, seguì il generale Govone nelle regioni del sud Italia, in cui l’esercito combatté una vera e propria guerra contro bande, appoggiate dallo Stato Pontificio, e sostenute da gran parte della popolazione locale, sia contadini sia possidenti e perfino le Guardie Nazionali. La sua esperienza personale, le sue osservazioni e le considerazioni che ne sorsero, furono raccolte in un poderoso volume, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863, pubblicato nel 1864 (e presente su Liber Liber).
La pubblicazione di quest’opera, in un momento in cui non poche voci si iniziavano a levare contro la politica di militarizzazione attuata nelle regioni del Sud, i dati, i fatti e le considerazioni che Alessandro Bianco riportò con assoluta sincerità gli costarono il grado di capitano di Stato Maggiore.
Alessandro Bianco si era sposato con Vittorina Théaux d’Aure Forté, più giovane di una ventina d’anni, francese di Evreux, in alta Normandia. I due si stabilirono, senza avere figli, a Torino, dove Alessandro, ultimo discendente dei Saint-Jorioz, visse dimenticato fino al 1893; morirono entrambi a pochi giorni di distanza. Il cadavere del Bianco fu trovato da un operaio in casa sua, e ne fu denunciato il decesso il 25 febbraio 1893.
Fonti:
- Franco Della Peruta, BIANCO, Carlo Angelo, conte di Saint-Jorioz, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 10 (1968)
https://www.treccani.it/enciclopedia/bianco-carlo-angelo-conte-di-saint-jorioz_(Dizionario-Biografico)/ - https://www.altaterradilavoro.com/il-piemontese-conte-alessandro-bianco-di-saint-jorioz
- Massimo Novelli, Con gli occhi di uno sterminatore : Alessandro Bianco di Saint Jorioz, (2011)
https://blog.libero.it/BRIGANTESEMORE/10583193.html
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863
Studio storico, politico, statistico, morale, militare
Corposo ed interessante quadro della situazione sociale e politica degli stati del sud d'Italia all'indomani dell'unità , di fatto un reportage da chi ha vissuto quegli avvenimenti in prima persona.