Dall’incipit del libro:

Sulle rive dell’Eufrate si stende un’ampia, lieta e ubertosa contrada, il cui nome è Sennaar tra i figli di Cus, pingue d’armenti, di biade e d’ogni maniera dovizie, versate a piene mani sovr’essa dal possente Iddio delle acque, poich’ebbe mutate in doni di fecondità le sue ire devastatrici.
Quivi, a mezzo il corso del gran fiume, sorge una città, la più vasta che il mondo abbia veduta mai, edificata da Nemrod, figlio di Cus, potente cacciatore nel cospetto di Nebo, insieme colle genti scampate dall’acque, prima che, a guisa di rena travolta dal turbine, si sperdessero sulla faccia della terra. Però il nome suo fu Babilu, che significa la porta di Ilu, il dio del diluvio, e la sacra città si restrinse da principio sulla sponda destra del fiume, intorno a Barsipa, la gran torre delle lingue, che gli edificatori suoi aveano lasciata a mezzo, confusamente favellando, sbigottiti dal tremuoto e dalla folgore. Così Nebo, il Dio che genera sè stesso, il dominatore che comanda alle legioni del cielo e della terra, aveva custodita l’azzurra sua sede contro le audaci imprese dei figli dell’uomo.

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titolo:
Semiramide
titolo per ordinamento:
Semiramide
autore:
opera di riferimento:
Semiramide : racconto babilonese, di Anton Giulio Barrili, Fratelli Treves Editori, Milano, 1895
licenza:

data pubblicazione:
3 luglio 2000
opera elenco:
S
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Alef, haleph_h@tin.it
pubblicazione:
Alberto Barberi
revisione:
Valsecchi Edda, edda.valsecchi@libero.it