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Dall’incipit del libro:
Il signor Lorenzo Brunelli, egregio uomo, cavaliere dalla testa ai piedi, e nei giorni di parata anche all’occhiello del soprabito, aveva raccolti nella sua villa, in una certa settimana d’agosto, otto o nove amici e compagni d’infanzia, tutti uomini in qualche modo eminenti, nella letteratura e nell’arte, nella scienza, nell’amministrazione, e perfino nella politica, ma tutti in paragone suo rimasti indietro nell’arte di arricchire. Sapete pure: ci sono tante vie, nella vita; ma ce ne sono pochissimo che conducano ad una miniera d’oro. Si parte tutti da un tronco comune, quello della beata infanzia, del collegio, delle illusioni, delle speranze, dei sogni, delle nebbie luminose, in mezzo a cui s’intravvedono belle figure di donne amanti, liete compagnie di amici sinceri, e lauri e palme di gloria sempiterna. – “Io farò questo, e tu? – Io quest’altro. – Ottimamente! E lassù, all’ingresso del tempio di Mnemosine, o della Dea Prenestina, ci riconosceremo, non è vero? – Si domanda? Non ci perderemo mai d’occhio, ci aiuteremo, anzi ci faremo coraggio a vicenda nella faticosa salita.


