Antonio Baldacci (Bologna, 3 ottobre 1867 – Bologna, 31 luglio 1950) è stato un botanico e geografo italiano, cultore di studi etnografici, politici e socio-economici.
Baldacci compì ancora giovanissimo il suo primo viaggio in Montenegro nel 1885; le spedizioni in terra balcanica, finalizzate principalmente allo studio della botanica, continuarono anche durante gli anni universitari trascorsi presso la facoltà di Veterinaria dell’Università di Bologna.
Dopo la laurea in Zooiatria, conseguita nel 1891, e la libera docenza in Botanica e in Geografia, ottenute presso l’Università di Bologna rispettivamente nel 1889 e nel 1901, divenne assistente presso l’Istituto botanico, dove rimase fino al 1902, quando si trasferì a Roma per insegnare Geografia politica e coloniale presso la Scuola diplomatico-coloniale annessa all’Università.
Durante gli anni passati nella capitale ebbe intense frequentazioni, oltre che con funzionari ministeriali e ambienti politici romani, anche con alcuni artisti ed intellettuali, quali Gabriele D’Annunzio, i pittori Giulio Aristide Sartorio e Francesco Paolo Michetti, il pittore e scultore Costantino Barbella. Fu tra i promotori dell’inserimento in Italia dell’Eucalyptus, proveniente dall’area australe, poi ampiamente usato per la bonifica delle palude pontine e in Sardegna.
Nel frattempo la Società Geografica Italiana, che già nel 1891 aveva affidato a Baldacci l’incarico per la redazione di articoli da pubblicare sul proprio Bollettino, dal 1894 (anno in cui egli divenne membro ordinario) al 1904 sovvenzionò le sue spedizioni scientifiche mediante sussidi economici. Il bilancio dei viaggi fu di circa centomila piante raccolte, in parte di specie e varietà allora sconosciute, e di numerosissimi articoli pubblicati su riviste quali Malpighia, Nuovo Giornale Botanico Italiano, Oesterreichische Botanische Zeitschrift (Vienna), Bulletin de l’Herbier Boissier (Ginevra).
Le spedizioni in area balcanica non ebbero tuttavia un carattere esclusivamente scientifico, essendo collegate con l’attività di promozione degli interessi nazionali italiani in quell’area e con la ricerca di nuove opportunità per instaurare rapporti commerciali tra l’Italia ed il Montenegro. Baldacci stesso intraprese con i fratelli Giovanni e Luigi, tra i primi anni del sec. XX e il primo conflitto mondiale, alcune iniziative imprenditoriali, finanziarie e commerciali.
Morì a Bologna il 31 luglio 1950 e venne sepolto nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
Baldacci si fece promotore del movimento per l’indipendenza del Montenegro presso le più alte cariche dello stato, anche in qualità di presidente del Comitato italiano per l’indipendenza del Montenegro, carica che ricoprì nel 1922. Egli si dedicò quasi esclusivamente alla causa montenegrina almeno fino al 1925, attraverso una vasta campagna di conferenze, articoli su riviste (principalmente Adriatico nostro, diretta da Ercole Arturo Marescotti) e quotidiani a diffusione nazionale, spettacoli ed iniziative per la raccolta di fondi, partecipando anche all’organizzazione per la produzione e diffusione del film Non c’è resurrezione senza morte (1922).
Dal 1925 Baldacci si occupò soprattutto dell’Albania, non solo con la produzione autonoma di studi e pubblicazioni ma, a partire dal 1928, anche attraverso collaborazioni di ambito scientifico e politico con alcuni istituti locali: dal 1931 al 1939(anno in cui l’Albania fu unita alla corona italiana) fu console generale onorario d’Albania in Bologna; dal 1942 fece parte del Consiglio direttivo del Centro studi Albania presso l’Accademia d’Italia; divenne membro dell’Istituto di studi albanesi di Tirana e consulente culturale della Luogotenenza generale in Albania fino al 1943, quando l’Albania fu occupata dalle truppe tedesche.
Nel dopoguerra Baldacci continuò ad interessarsi alle questioni politiche italiane ed internazionali, allargando il proprio ambito di studio ai paesi dell’Europa settentrionale (Svezia, Groenlandia, Islanda), soprattutto sotto l’aspetto geologico, economico, culturale e del sistema dell’istruzione.
Note biografiche tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Baldacci
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Il paese degli schipetari
Baldacci scrisse questo breve lavoro divulgativo nel 1939, all’indomani dell’annessione dell’Albania al regno d’Italia. Ma di questioni albanesi si occupava da decenni e in particolare dal 1925, conducendo studi in collaborazione con istituti del posto in ambito scientifico.