Il Quartetto per archi n. 6 in re minore, Sz. 114, BB 119, è l’ultimo quartetto per archi scritto dal compositore ungherese Béla Bartók prima della sua morte nel 1945.

La composizione dell’opera avvenne in un periodo molto turbolento della vita del compositore. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la malattia della madre, Bartók fece ritorno a Budapest, dove completò il quartetto nel novembre del 1939. Dopo la morte della madre, Bartók decise di partire con la famiglia per gli Stati Uniti. Inoltre, iniziò ad avvertire dolori alla spalla destra, che in seguito sono stati interpretati come i primi segni del disturbo del sangue che lo avrebbe portato alla morte.

A causa della guerra, la comunicazione con Zoltán Székely fu difficile, e il quartetto non fu eseguito in prima assoluta fino al 20 gennaio 1941, quando il Quartetto Kolisch, al quale l’opera è dedicata, lo presentò alla Town Hall di New York.
Il quartetto rappresenta una svolta rispetto ai due precedenti, con una struttura in quattro movimenti, anziché i cinque dei quartetti n. 4 e 5. Ogni movimento si apre con un’introduzione lenta, che contribuisce al tono nostalgico dell’opera.

Il quartetto fu iniziato nell’agosto del 1939 a Saanen, in Svizzera, dove Bartók era ospite del suo mecenate, il direttore Paul Sacher. Poco dopo aver completato il Divertimento per orchestra d’archi il 17 agosto, iniziò a lavorare su una commissione per il violinista Zoltán Székely, che fungeva da intermediario per il Nuovo Quartetto Ungherese, il quale aveva presentato in prima a Budapest il Quartetto n. 5. Durante la composizione, iniziò la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’annessione dell’Austria da parte della Germania nel 1938, per Bartók divenne difficile pubblicare le sue opere e, di conseguenza, ricevere le relative royalty. Questo lo spinse a cercare un contratto editoriale con la Boosey & Hawkes.

Alla difficoltà del contesto mondiale si aggiunsero le tragedie personali: nel dicembre 1939, dopo aver terminato il quartetto, Bartók venne a sapere della morte della madre. Decise quindi di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti. Anche la sua salute iniziò a peggiorare: comparvero i primi sintomi di un disturbo del sangue, per il quale Bartók fu sottoposto a idroterapia. Dagli schizzi di composizione emerge che Bartók inizialmente aveva progettato l’ultimo movimento come una vivace danza folkloristica rumena, con ritmo aksak, ma abbandonò quest’idea, forse per coerenza compositiva, forse per la disperazione causata dalla morte della madre e dalla catastrofe incombente della guerra.

Il Quartetto n. 6 non adotta la forma ad arco in cinque movimenti usata nei quartetti n. 4 e 5. Ogni movimento si apre con una melodia lenta marcata mesto (“lamentoso”). Questo materiale è usato come breve introduzione nel primo movimento, ma assume un peso maggiore nel secondo e ancora di più nel terzo. L’introduzione del primo movimento è eseguita dalla viola. Il tema mesto apre ciascun movimento, con variazioni nella tessitura e nell’armonia. Secondo alcuni musicologi, la forma generale dell’opera ricorda la Nona Sinfonia di Gustav Mahler. Nel quarto movimento, il materiale mesto — con richiami al primo movimento — occupa l’intero movimento.

Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/String_Quartet_No._6_(Bartók)

lista di esecuzione:

Formato M3U

formato MP3


formato FLAC



album:
Juilliard String Quartet, Béla Bartók - Quartet No. 5 / No. 6
titolo:
Quartetto per archi n° 6 in Re maggiore
sottotitolo:
Sz. 114, BB 119
titolo per ordinamento:
Quartetto per archi n° 6 in Re maggiore
descrizione breve:
Il "Quartetto n. 6" non adotta la forma ad arco in cinque movimenti usata nei "quartetti n. 4 e 5". Ogni movimento si apre con una melodia lenta marcata mesto ("lamentoso"). Questo materiale è usato come breve introduzione nel primo movimento, ma assume un peso maggiore nel secondo e ancora di più nel terzo. L’introduzione del primo movimento è eseguita dalla viola. Il tema mesto apre ciascun movimento, con variazioni nella tessitura e nell’armonia.
autore:
artista:
  • Bartók, Bela (ruolo: Compositore)
  • Juilliard String Quartet
    Robert Mann (violino)
    Raphael Hillyer (viola)
    Robert Koff (violino)
    Arthur Winograd (violoncello)
cura:
Marco Calvo, https://www.marcocalvo.it/
Dario Giannozzi
licenza:

data pubblicazione:
2 luglio 2025
etichetta:
Columbia
anno di pubblicazione opera di riferimento:
1950
genere:
Musica classica
opera elenco:
Q
tipo registrazione:
In studio analogica
pubblicazione:
Dario Giannozzi
revisione:
Dario Giannozzi