Il testo, redatto agli inizi del XIV secolo, è presente in un solo manoscritto che, provenendo dal Fondo Lucarelli di Gubbio (da qui il nome ancora usato di “Bestiario moralizzato di Gubbio”), è ora conservato a Roma, presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele, 477 V.E., ff. 113r-127v.

Dall’incipit del libro:

Lo lion è de sì nobil natura,
de n ïuna altra fera à semeliança.
Ne le montangne di maiure altura
usatamente si fa demorança;

à de l[o] caciatore tal paura
ke per scanpare pilia sutiliança,
e tanto la sua andata cela e scura,
ke non pò[ne] vedere homo senblança.

Per lo leone si dee entender Cristo,
per la montagna ‘l cielo onde descese,
e per lo caciatore lo Nemico

lo qual fo de la Sua venuta tristo,
kè li tolse l’anime kavea prese
e non podean scanpar per altro amico.

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titolo:
Bestiario moralizzato
titolo per ordinamento:
Bestiario moralizzato
autore:
opera di riferimento:
Luigina Morini (a cura di), “Bestiari Medievali”, Einaudi 1996, pag. 493-525
licenza:

data pubblicazione:
9 aprile 2008
opera elenco:
B
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Giuseppe Bonghi, bonghi18@classicitaliani.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Andrea Pedrazzini, andreacarlo.pedrazzini@fastwebnet.it