Dall’incipit del libro:
Prima di dichinare all’Alberino, ove Giosue Carducci e Severino Ferrari tornano poeti in pensieri di amore, l’insidioso Reno passa presso Cento, di che la città si abbella e rattrista. Se gli alti argini donde si ammirano i fiammeggianti tramonti cedessero all’impeto di furiosa piena, rovina e lutto si spargerebbero nell’antica terra e nel suo colto piano.
Cento, chi mai potrà nominarti senza pensare al tuo Guercino? Gloria purissima è l’arte, che non si oscura per variare di leggi e di costume; diadema dell’Italia anche nei giorni del servaggio. Ecco, basta il sopranome di un pittore a dare perenne fama a una città . Che importa se non è vasta e popolosa?


