Tomo IV

L’opera, secondo importante saggio storico di Carlo Botta, fu pubblicata nel 1824 a Parigi. Suddivisa in due parti, dallo scoppio della Rivoluzione francese all’incoronazione di Bonaparte e dalla proclamazione del Primo Impero al Congresso di Vienna, traccia un primo bilancio sugli esiti della mancata insurrezione italiana. Ebbe una grande fortuna editoriale e rimase per tutto il 19° secolo uno dei testi di storia più diffusi in Italia.

Dall’incipit del libro:

Ma tempo è oramai, che ci alziamo a descrivere alcune maggiori cose, per cui mutossi inopinatamente lo stato d’Europa, quel dell’Africa turbossi, le Ottomane spade chiamaronsi ad insanguinar l’Italia, ed il dominio di questa combattuta parte d’Europa passò da Francia a coloro, che di nuovo la combatterono. Concluso il trattato di Campoformio, si riposava la Francia in pace con tutte le potenze del continente, ed oltre a ciò aveva per alleate la Spagna, il Piemonte, la Cisalpina e la Olanda. Le vittorie conseguite, il nome de’ suoi generali, il valore e costanza dei suoi soldati, avevano dato timore a tutti i principi, massimamente all’imperatore d’Alemagna, che era stato battuto da più forti percosse, ed aveva sofferto maggiori danni. Per la qual cosa, quantunque tutti vedessero mal volontieri confermarsi in Francia, vale a dire nel centro dell’Europa, principj contrari alla natura dei governi loro, contenuti dal timore, nissuno ardiva di muoversi, ed aspettavano tempi migliori. Perciò la Francia, non avendo nissun sospetto vicino al continente, poteva voltar tutte le sue forze contro l’Inghilterra. A ciò fare ella si trovava molto ben provveduta. Abbondava di navi da guerra proprie, di capitani di mare, e di marinari eccellenti, e di più poteva aggiungere alla sua tutta la marinerìa della Spagna e dell’Olanda, sue alleate. Il pericolo dell’Inghilterra era gravissimo tra per questo, e per le cose tutte di Francia, d’Olanda, e di Spagna tanto vicine che si ritrovavano in potere del suo nemico; i porti d’Italia alla medesima signorìa obbedivano. I soldati di terra, ed i generali dell’esercito, che si potevano imbarcare per la fazione, erano per fama, e per valore egregi. Già si spargevano voci della spedizione contro l’Inghilterra, già si facevano concorrere le navi, sì grosse che spedite, nei porti più vicini, e già Pleville-Leplay, ministro di marina, e ammiraglio di Francia, andava sopravvedendo le coste, che prospettano l’Inghilterra. Era il governo di Francia desideroso di fare questa spedizione per tenere sempre più gli animi sospesi, e per impiegare generali, e soldati vittoriosi, usi alle guerre, e che non avrebbero mai quietato nella pace, e volentieri si sarebbero messi a tentar novità con pericolo dello stato: al che si sapeva, che fra tutti Buonaparte era inclinato; il direttorio aveva avuto sentore dei tentativi fatti presso al vincitore d’Italia dai confederati per rimettere i Borboni, e delle promesse, e delle speranze da lui date su di questo disegno. Nel che si vedeva, che o volesse attenere le promesse ai principi, o le volesse usare per se, era ugualmente pericoloso al direttorio.

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titolo:
Storia d'Italia dal 1789 al 1814
sottotitolo:
Tomo IV
titolo per ordinamento:
Storia d'Italia dal 1789 al 1814
autore:
opera di riferimento:
Storia d'Italia dal 1789 al 1814 / scritta da Carlo Botta –Capolago presso Mendrisio : Tipografia Elvetica, 1833-1838 – 6 v. ; 19 cm- Volume 4, 1833, 405 p. ; 19 cm
licenza:

data pubblicazione:
3 settembre 2013
opera elenco:
S
ISBN:
9788828101192
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Distributed Proofreader, https://www.pgdp.net/
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
impaginazione:
Carlo F. Traverso
Ugo Santamaria (revisione)
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Ugo Santamaria
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Ugo Santamaria