Carmela Baricelli nasce a Casalbuttano il 25 gennaio 1861. Il padre Stefano è agente di commercio; in pratica ha ereditato dal padre il ruolo di uomo di fiducia della famiglia nobiliare Jacini, in stretti legami con il Cavour. La madre Carolina Sartori è invece una filatrice.
Nel 1872 si trasferisce con la famiglia a Cremona dove rimarrà fino al 1904. Nel 1873, già avviata dalla madre alla professione di cucitrice presso una sarta, si ribella platealmente per manifestare la sua intenzione di voler andare a scuola. Viene quindi iscritta alla seconda elementare, poiché già è in grado di leggere e scrivere. Brucerà comunque le tappe e solo sei anni dopo, nel 1879, consegue il diploma di maestra. Da primato anche la laurea, nel 1887 a Pavia, dato che solo da quell’anno una disposizione di legge consentiva alle donne l’accesso all’università (formalmente aperta fin dal 1870, ma in pratica tutte le iscrizioni femminili venivano respinte).
La famiglia cambia spesso di domicilio, sempre nell’ambito di Cremona, e nel frattempo nascono altri tre figli oltre ai cinque che erano già al mondo al momento del trasferimento a Cremona. Ma tre degli otto muoiono entro i primi dieci anni di vita.
Nel 1889 decide per la propria autonomia abitativa e porta con sé Cesare, il più piccolo dei fratellini, con il quale conviverà fino al 1901. Nessuno dei fratelli comunque le sopravviverà. Un cenno merita la sorella Edvige, alla quale la decisione della sorella maggiore rende meno difficoltoso l’accesso agli studi. Edvige brilla come educatrice e raggiunge la direzione del centro Alfeno Varo; collabora, con lo pseudonimo William, al settimanale Interessi cremonesi; il suo nome rimane legato tuttavia soprattutto alla storia dell’arte stenografica, dando vita, proprio a Cremona, all’unico giornale, Aurora stenografica, interamente scritto in caratteri stenografici. Anche Edvige muore giovane, a soli 47 anni.
Tre anni dopo la laurea Carmela ottiene il diploma di abilitazione all’insegnamento di lingua e lettere italiane nelle scuole magistrali, ed inizia subito a insegnare all’istituto Anguissola di Cremona. Fin dal 1885 collabora come giornalista con “La provincia-Corriere di Cremona” firmando spesso con lo pseudonimo Malvina.
La sua lunga permanenza a Cremona è comunque contraddistinta dal ruolo da protagonista che assume nell’ambito delle lotte sociali caratteristiche di quel periodo. Nel 1892 è presente a Genova al congresso dal quale nasce il Partito dei lavoratori italiani. Entra a far parte della commissione esecutiva della camera del lavoro di Cremona che nel 1893 aveva contribuito a fondare, ed è promotrice della lega per l’emancipazione femminile. È sempre in prima linea nell’organizzazione degli scioperi delle filande, pezzo forte dell’industria cremonese, tesi ad ottenere orari di lavoro (da 12 a 14 ore in quegli anni) più brevi e almeno piccoli incrementi salariali.
In quegli anni è a fianco di personaggi di spicco del socialismo dell’epoca, come Turati, Ghisleri, Bissolati. La sua attività a favore dell’emancipazione femminile inizia già sulle pagine de “La Provincia”, ma prende corpo con la formazione di un circolo, “L’alleanza femminile”, all’interno del quale prende vita il settimanale “L’alleanza”, del quale Carmela Baricelli sarà direttrice per tutta la durata del periodico; attorno a questo giornale Carmela riesce a radunare in pratica tutti i nomi di rilievo del femminismo dell’epoca: Linda Malnati, Emilia Mariani, Maria Pasolini, Paolina Schiff, Teresa Labriola, Giselda Brebbia, Bice Sacchi, Anna Franchi. Nel 1910 il settimanale si sdoppia in due sedi: quella di Pavia sempre guidata da Carmela e quella di Milano diretta da Abigaille Zanetta. Tra le due il contrasto è però insanabile: Carmela (che era stata “la rossa” durante gli scioperi delle filande, la sua attività di conferenziera, la sua adesione al socialismo) vuol portare la sua opera di proselitismo verso tutte le donne indipendentemente dal partito di appartenenza, mentre Zanetta, più vicina alle posizioni di Anna Kuliscioff e al suo appello alle donne socialiste, propone la dissociazione dal suffragismo borghese.
Dal 1904 insegna all’istituto magistrale Cairoli di Pavia. Nel 1912 viene trasferita a Padova a causa delle sue idee rivoluzionarie, ma i dissidi all’interno del giornale “L’Alleanza” l’avevano progressivamente allontanata dalle idee socialiste, e dal partito uscirà nel 1914, prendendo posizioni interventiste in totale contrasto con quelle neutraliste del partito. Ma anche il “maschilismo” socialista l’aveva certamente disgustata già in precedenza. L’8 aprile 1910 attacca duramente Turati che aveva definito le donne “prive di mentalità politica”, affermando che non sono quindi in grado di capire adeguatamente il socialismo, per cui la concessione del diritto di voto alle donne sarebbe certamente un danno per il socialismo. La Baricelli sostiene che eventualmente le responsabilità di questo sono proprio dei socialisti che nulla fanno per eliminare i pregiudizi esistenti nei confronti delle donne: “Mentre nei loro libri, nei loro congressi gridavano le cento volte alla necessità che anche la donna avesse a comprendere il socialismo, entrare nella vita pubblica, partecipare alle lotte sociali, nel fatto, poi, sorgeva dal socialista il maschio che teneva lontano dalle leghe, dalle conferenze, dal pensiero socialista, la propria donna”.
Nel 1914, in contemporanea con il suo distacco dal socialismo, viene trasferita a Torino dove insegna alla regia scuola complementare autonoma Regina Margherita. Nel 1919 torna a Cremona prendendo servizio presso la scuola normale femminile “Sofonisba Anguissola”. Rimane a Cremona fino al 1923, quando viene trasferita a Belluno dove completa il suo percorso nell’insegnamento e nella scuola assumendo incarichi direttivi.
Durante questa esperienza compie un viaggio a Roma con la scolaresca e visita il pontefice Pio XI. Narra di questo episodio nell’opuscolo Misteri del cuore umano. Tornata a Cremona nel 1931, comincia a frequentare la chiesa di S. Agata e nel 1932 la crisi sfocia nella conversione, ancora tormentata e costellata da dubbi fino al 1935, quando in concomitanza con l’anno benedetto, trova la serenità di una fede completa attraversata anche da esperienze mistiche. Trovando fuori posto intraprendere il percorso religioso del monachesimo a oltre 70 anni di età decide quindi di entrare come ospite pagante al Buon Pastore tra la fine del 1934 e l’inizio del 1935 e qui rimane per undici anni fino alla morte avvenuta il 14 aprile 1946.
Il silenzio e l’anonimato che aveva preferito mantenere nell’ultima parte della sua vita non potevano che contribuire a farla sparire nell’oblio, dal quale è stata tratta dall’ottimo studio di Angelo Maria Telli che nel 2000 ha dato alle stampe il frutto della sua ricerca sulla vita e la figura di Carmela Baricelli, studio che è anche un contributo storico di valore per la comprensione del momento storico del socialismo di fine ottocento e delle lotte nelle filande cremonesi e delle attività nell’ambito dell’emancipazione femminile non solo locale.
Opere di Carmela Baricelli:
- Pensieri ed affetti. Alcuni nostri poeti, Cremona, Tip. Ronzi e Signori, 1890.
- L’istruzione popolare. Libro di lettura per operai e contadini, Cremona, Lit. Parenti 1894.
- L’ideale di Patria fondamento di civiltà. Discorso pronunciato all’Istituto “Cairoti” in Pavia in occasione delle solenni onoranze ai prodi Cairoli, Tipografia e Legatoria Ottani, 1900.
- Tra fiori e messi. Guida pratica all’apprendimento dell’arte del comporre ed all’acquisto delle idee, Pavia, Tip. Editrice Ottani, 1900.
- Una coscienza. Dramma romantico in quattro atti, Cremona, Tip. Fezzi, 1903.
- Serto muliebre. Creazioni femminili de’ nostri maggiori poeti, Pavia, Stab. d’Arti grafiche Ottani-Bernasconi, 1904.
- I vinti, ovvero il genio oppresso, Pavia, Officina d’arti grafiche Ottani-Bernasconi 1907.
- Per la scuola e per la vita, libro di lettura per le Scuole Comm. e Tecniche femminili, Paravia 1910.
- Il poema venduto. Seguito del romanzo I vinti. Pavia, Officina tipografica e scatolificio Lombardi Pezzoni e Sacchetti, 1911.
- Ritorno alla fede sulle vie del Vangelo. Uno sguardo sul mondo, Brescia, Tip. Editrice Vescovile “Queriniana” dell’istituto Artigianelli, 1941.
Fonti:
- Angelo Maria Telli: Lettera al paradiso con nastro azzurro – Biografia di Carmela Baricelli. Edizioni Il galleggiante, Cremona 2000.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- I vinti, ovvero Il genio oppresso
Romanzo
Nella Genova di inizio secolo, due giovani figli di un industriale della carta, Bianca e Valerio, attraversano i problemi della loro giovinezza.