Partendo dal “contratto sociale” di J. J. Rousseau, Beccaria afferma la necessità che le leggi si conformino al minimo di severità necessaria ad ottenere lo scopo. Non punizione, ma autodifesa della società: di qui la condanna della tortura e della pena di morte. L’opera ebbe uno strepitoso successo di pubblico e fu immediatamente tradotta in molte lingue, ma fu anche messa nell’Indice dei libri proibiti dalla Chiesa nel 1766. All’opera si ispirò la riforma penale del Granducato di Toscana promulgata nel 1786 da Pietro Leopoldo.

Dall’incipit del libro:

Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall’incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità. La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascheduno forma la sovranità di una nazione, ed il sovrano è il legittimo depositario ed amministratore di quelle; ma non bastava il formare questo deposito, bisognava difenderlo dalle private usurpazioni di ciascun uomo in particolare, il quale cerca sempre di togliere dal deposito non solo la propria porzione, ma usurparsi ancora quella degli altri. Vi volevano de’ motivi sensibili che bastassero a distogliere il dispotico animo di ciascun uomo dal risommergere nell’antico caos le leggi della società. Questi motivi sensibili sono le pene stabilite contro agl’infrattori delle leggi. Dico sensibili motivi, perché la sperienza ha fatto vedere che la moltitudine non adotta stabili principii di condotta, né si allontana da quel principio universale di dissoluzione, che nell’universo fisico e morale si osserva, se non con motivi che immediatamente percuotono i sensi e che di continuo si affacciano alla mente per contrabilanciare le forti impressioni delle passioni parziali che si oppongono al bene universale: né l’eloquenza, né le declamazioni, nemmeno le piú sublimi verità sono bastate a frenare per lungo tempo le passioni eccitate dalle vive percosse degli oggetti presenti.

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titolo:
Dei delitti e delle pene
titolo per ordinamento:
Dei delitti e delle pene
autore:
opera di riferimento:
Dei delitti e delle pene, di Cesare Beccaria, edito da U. Mursia & C., 1973 a cura di Renato Fabietti, collana GUM Grande Universale Mursia
licenza:

data pubblicazione:
11 febbraio 2003
opera elenco:
D
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it