I fiori del male (Les Fleurs du mal) è una raccolta lirica di Charles Baudelaire (1821-1867). La prima edizione fu pubblicata il 25 giugno 1857, presso l’Editore Auguste Poulet-Malassis, in una tiratura di 1300 esemplari. Il testo comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: Spleen et ideal, Les Fleurs du mal, Révolte, Le vin e La mort

Già il 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l’opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali. La forma poetica e i temi trattati fecero scandalo: risaliva al 1845 l’annuncio della pubblicazione di 26 poesie in un volume intitolato Les lesbiennes (Le lesbiche), scelta poi abbandonata.

Nel 1861 uscì in 1500 esemplari la seconda edizione dei Fleurs du mal, dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate, aggiungendone 35 nuove, con una diversa divisione e aggiungendo la sezione Tableaux Parisiens.

I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative non solo dell’Ottocento francese ma di tutti i tempi. Il lirismo aulico, le atmosfere surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica, lo sfondo vagamente sinistro, tradusse Baudelaire nello stereotipo del “poeta maledetto”: chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d’infinita sofferenza e bassezza. L’intenso misticismo del linguaggio ed un rigore formale freddo si trovano ad affrontare temi metafisici, teologici ed esotici.

La poesia “Hymne à la beauté”, contenuta nella raccolta di Baudelaire, recitata, in francese, da Augustin Brunault. L’opera può a ragione considerarsi alla base della poesia moderna grazie allo straordinario contributo che Baudelaire fornisce unendo il suo gusto parnassiano per la forma con i contenuti figli di un tardoromanticismo, ma spinti all’estremo dal gusto del poeta. Temi quali lamorte, l’amore e lo slancio religioso vengono estremizzati col gusto dell’orrore, il senso del peccato e il satanismo. Tra i componimenti più riusciti dell’opera sono da citare “Spleen”, “L’albatro”, “Corrispondenze” (che anticipa temi tanto cari al decadentismo).

A detta dello stesso Baudelaire l’opera va intesa come un viaggio immaginario che il poeta compie verso l’inferno che è la vita. Nella prima sezione “Spleen et ideal” Baudelaire esprime lo stato di malessere del poeta (figura fondamentale nella sua produzione). Egli è uno spirito superiore capace d’elevarsi al di sopra degli uomini e di percepire con la sua sensibilità innata le segrete corrispondenze tra gli oggetti, i profumi e gli elementi della natura (Correspondances), ma, proprio a causa delle sue capacità, il poeta è maledetto dalla società (Benedition) e diventa oggetto di scherno per gli uomini comuni. Baudelaire sceglie l’albatros per simboleggiare questa condizione: come il grande uccello marino infatti, il poeta si eleva ai livelli più alti della percezione e della sensibilità ma una volta sulla terra ferma non riesce a muoversi proprio a causa delle sue capacità (paragonate alle ali dell’albatros).

L’albatro rappresenta anche l’aspirazione dell’uomo al cielo e quindi l’aspirazione ad arrivare ad un piano intellettuale superiore. La causa della sofferenza del poeta è lo spleen (letteralmente “milza” in inglese, che è associata alla bile, uno dei liquidi vitali per i Greci, che la consideravano il motivo della malinconia, quindi spleen ed ideale vuol dire malinconia ed ideale), un’angoscia esistenziale profonda e disperata che lo proietta in uno stato di perenne disagio che Baudelaire descrive in ben quattro splendidi componimenti, tutti col titolo di “Spleen”.

La seconda sezione Tableaux parisiens rappresenta il tentativo di fuggire l’angoscia proiettandosi al di fuori della sua dimensione personale nell’osservazione della città; tuttavia il tentativo si rivela vano poiché, nel guardare la grande città, lo spirito inquieto non trova che gente sofferente proprio come lui. Le poesie di questa sezione (notevole I sette vecchi) rappresentano il primo esempio di poesia che descriva l’angoscia della città moderna. Ad essi s’ispireranno grandi autori successivi come T. S. Eliot che nella sua “Terra desolata” si rifà dichiaratamente al poeta parigino. Anche le sezioni successive Le vin e Fleurs du mal sono tentativi di fuggire lo Spleen, che il poeta compie rifugiandosi nell’alcool e nell’alterazione delle percezioni.

I fiori del male sono i paradisi artificiali (tanto cari all’autore, che vi dedicherà un’intera opera) e gli amori proibiti e peccaminosi che danno l’illusoria speranza di un conforto. Quando anche questi effimeri piaceri vengono a svanire, al poeta non rimane che La revolte, il rinnegamento di Dio e l’invocazione di Satana che tuttavia non si rivela utile alla sua fuga.

L’ultimo appiglio per lo spirito disperato del poeta è la morte, intesa non come passaggio ad una nuova vita ma come distruzione e disfacimento a cui tuttavia il poeta s’affida, nel disperato tentativo di trovare nell’ignoto qualcosa di nuovo, di diverso dall’onnipresente angoscia. Per quanto riguarda l’ultima sezione La mort è da notare il componimento Le voyage, poesia che chiude I fiori del male.

Uno dei temi ricorrenti di tutta l’opera è la città, ossia Parigi. Prima di lui nella letteratura moderna nessuno l’aveva trattata nella poesia se non alcuni romantici inglesi, come William Blake. L’importanza dell’opera per tutte queste novità è inimmaginabile, tanto da essere ancora utilizzato come emblema poetico per antonomasia.

Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/I_fiori_del_male

Dall’incipit del libro:

La prima volta che incontrammo Baudelaire fu verso la metà del 1849, all’Hôtel Pimodan, dove occupavamo, vicino a Fernando Boissard, un appartamento fantastico, che comunicava col suo per mezzo di una scala appartata nascosta nella profondità del muro, e nel quale dovevano aleggiare le ombre delle belle dame amate un tempo da Lauzun.
Colà abitava pure la superba Maryx che, giovanissima ancora, servì da modello per la Mignon di Scheffer, e, più tardi, per La gloria che distribuisce corone, di Paolo Delaroche, e quell’altra bellezza, allora in tutto il suo splendore, dalla quale Clésinger trasse La Donna del serpente, quel marmo nel quale il dolore rassomiglia al parossismo del piacere e che palpita con una intensità di vita che lo scalpello non aveva mai conseguita e che non verrà mai superata.
Charles Baudelaire era ancora un talento sconosciuto, che nell’ombra si preparava alla luce, con quella volontà tenace che in lui raddoppiava l’inspirazione; ma il suo nome cominciava già a diffondersi fra i poeti e gli artisti, con un fremito d’aspettativa, e la giovane generazione, che succedeva alla grande generazione del 1830, pareva contasse molto su di lui. Nel misterioso cenacolo, dove si delineano le riputazioni dell’avvenire, era ritenuto il più forte. Avevamo spesso udito parlare di lui, ma non conoscevamo nessuna delle sue opere.

Scegli una edizione a pagamento per aiutarci
url ePub Amazon (prezzo A)url ePub iTunes (prezzo A)
Scarica gratis
ePubODTPDF

titolo:
I fiori del male
titolo per ordinamento:
fiori del male (I)
descrizione breve:
I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative non solo dell'Ottocento francese ma di tutti i tempi.
autore:
opera di riferimento:
I fiori del male / Carlo Baudelaire ; con la prefazione di T. Gautier ; e l'aggiunta di studi critici di Sainte-Beuve, C. Asselineau, J. B. D'Aurevilly ... [et al.] ; prima traduzione italiana in prosa di Riccardo Sonzogno. - Milano : Sonzogno, stampa 1893. - 228 p. ; 18 cm.
cura:
[elaborazione da] "Spleen et Idéal" di Carlos Schwabe (1866–1926). https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Spleen_et_ideal.jpg - Pubblico Dominio.
licenza:

data pubblicazione:
28 settembre 2016
opera elenco:
F
ISBN:
9788828100010
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
impaginazione:
Daniele Marotta, sysyphus@hotmail.it (ePub)
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Ugo Santamaria
revisione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Rosario Di Mauro (ePub)
Ugo Santamaria
traduzione:
Riccardo Sonzogno