«È noto ad ognuno come la nostra cultura storica sia da cinquant’anni ad oggi, tutta intesa alla trattazione critica (talora ipercritica), non illuminata da alcuna idea generale, di questioni minute senza nesso organico fra loro, alla ricerca ed alla illustrazione spicciola di testi e di documenti, quasi deliberata a rinunziare ad opere dal largo respiro, quasi sdegnosamente aliena da ogni contatto con la vita e con la politica, da cui nei secoli passati la storiografia attingeva il suo più vitale nutrimento.
Ora noi vorremmo esercitare sulla cultura italiana tale azione da poter ricondurre la storiografia alla sua natura vera e reale: interpretazione e intelligenza di fatti sociali, specialmente politici, nel senso più ampio e più comprensivo della parola». (Corrado Barbagallo, Presentazione della “Nuova rivista storica”, 1917)
In questo testo programmatico, Barbagallo, direttore della rivista, nell’esporne obiettivi e impostazione esprime anche lo spirito che per tutta la vita lo ha animato, a partire dalla fase in cui era dedito esclusivamente alla storia antica, fino alle ultime opere, volte prevalentemente a quella contemporanea.
Corrado Barbagallo, nato a Sciacca il 1° dicembre 1877, compie gli studi prima nel paese natale, poi a Catania, per passare, al terzo anno della Facoltà di Lettere, all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, dove entra a far parte di un gruppo di studenti e docenti, fra i quali Concetto Marchesi, Mario Rapisardi e Gaetano Salvemini, vicini all’ideologia socialista. Nel 1899 consegue la laurea e si dedica all’insegnamento, prima nelle scuole medie, poi negli istituti tecnici, all’attività sindacale e alla stesura di testi scolastici. Nello stesso anno pubblica anche Una questione dantesca. Dante Alighieri, i Bianco-Ghibellini esuli e i Romena e Pel materialismo storico.
Diventa poi docente di antichità greche e romane all’Università di Roma e si dedica nel contempo alla stesura di numerosi saggi di storia antica, interessandosi in particolare alla Roma imperiale ed alla sua politica estera e pubblicando nel 1901 l’opera monografica Le relazioni politiche di Roma con l’Egitto dalle origini al 50 a. C.. Dal suo intento di indagare sulle cause del declino delle grandi potenze nell’antichità, trae origine nel 1905 il saggio La fine della Grecia antica. Nonostante la riconosciuta qualità di queste pubblicazioni, alle quali si aggiungono i saggi sull’organizzazione scolastica nell’Impero romano (Lo Stato e l’istruzione pubblica nell’Impero romano, 1911) e sugli aspetti economici dell’antichità (Contributo alla storia economica dell’antichità, 1907), e l’opera in 5 volumi Grandezza e decadenza di Roma (1902-1907), Barbagallo, per la sua contrapposizione al crocianesimo allora dominante in nome di un’impostazione vicina al materialismo storico, non riesce ad ottenere la cattedra da lui più ambita, quella appunto di storia antica.
All’inizio della I guerra mondiale, partecipa da socialista alla campagna interventista, collaborando anche con le pagina culturali del “Popolo d’Italia” di Mussolini, e matura la sua presa di distanza definitiva da Benedetto Croce, sul quale, in una lettera ad Alessandro Casati del 29 aprile 1915 così si esprime:
«Ti dirò, per concludere, che Croce non costituisce un’eccezione nel mio sentimento attuale verso la vita del mio Paese. Egli è una guglia, un pinnacolo in un certo stile ma è lo stile che è deficiente ed anche un po’ falso e artificioso. È un maestro di tarda età barocca: un’epoca che forse sta per finire. Oggi, mentre tanti uomini muoiono, mentre si decidono così gravi destini, ed egli non sa, dopo tutto, rinunciare nel giudizio delle cose, a quel suo atteggiamento un po’ bizzosamente pedagogico, e io avverto anche più che nel passato l’assenza di una profonda ispirazione umana, di un caldo e ampio alito religioso dalla sua filosofia. E tutta la sua opera mi sembra piuttosto l’estrema sillaba di un’età che cade, che non il primo accenno di una vita che si inizi.» (Eugenio Di Rienzo, Grande Guerra, dopoguerra e fascismo in “Nuova rivista storica, settembre-dicembre 2020.)
Nel 1917 fonda la “Nuova rivista storica”, dalla quale conduce le proprie battaglie storiografiche da “eretico” contro il crocianesimo ancora dominante.
Nel 1926 accetta la cattedra di Economia prima all’Università di Catania, poi a Napoli ed infine a Torino.
Da questo momento in poi, pur mantenendo vivo l’interesse per la storia antica, dedica i propri studi prevalentemente a quella contemporanea, pubblicando nel 1929 Le origini della grande industria contemporanea: 1750-1850 e Saggio di storia economico-sociale; nel 1937 La conquista dell’impero: la guerra italo-etiopica (ottobre 1935-maggio 1936); nel 1944 La Russia comunista: 1917 – 1939; nel 1945 Inghilterra ed India e nel 1946 Lettere a John: che cosa fu il fascismo.
Dal 1931 al 1938 pubblica anche l’opera monumentale in 5 volumi Storia Universale, che spazia dalla preistoria all’inizio della seconda Guerra mondiale, con quell’attenzione non solo ai fatti storici ma anche alla società, all’economia, alla cultura, al profondo legame fra passato e presente, che caratterizza la sua intera produzione. Antonio Gramsci, nel commentare nei Quaderni dal carcere il suo saggio del 1927 L’ oro e il fuoco. Capitale e lavoro attraverso i secoli parla di “partito preso dell’autore di trovare nell’antichità ciò che è essenzialmente moderno, come il capitalismo, la grande industria e le manifestazioni che ad essi sono collegate.”
Corrado Barbagallo muore a Torino, il 16 aprile 1952.
Fonti:
- Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, Quaderno 11 (XVIII), § (11)
- Sosio Capasso, Ricordo di un Maestro: Corrado Barbagallo
https://www.nilalienum.com/gramsci/Barbagallo.html - Eugenio Di Rienzo, Grande Guerra, dopoguerra e fascismo in “Nuova rivista storica”, settembre-dicembre 2020
- Piero Treves, BARBAGALLO, Corrado, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 6 (1964)
https://www.treccani.it/enciclopedia/corrado-barbagallo_(Dizionario-Biografico)/ - “Nuova rivista storica” https://www.nuovarivistastorica.it/info/
Note biografiche a cura di Mariella Laurenti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La catastrofe di Nerone
Il breve interessante saggio di Barbagallo, storico esigente e raffinato, può essere letto come studio di transizione tra la storiografia convenzionale e classica, che ha dipinto l’imperatore come incendiario, sanguinario, folle, e quella moderna sull’argomento del periodo neroniano e, in particolare, della sua fine. - Come si scatenò la guerra mondiale
In questo testo del 1923, l’Autore fa una analisi molto puntuale, con ampio riferimento alle fonti originarie, cioè comunicazioni fra i governi, dispacci, ecc., delle motivazioni per le quali si è arrivati ad una conflagrazione a livello globale dopo l’attentato di Serajevo. - Giuliano l’apostata
Questo breve saggio su Flavio Giuliano, investito del titolo di Cesare e del governo delle Gallie in un momento di forte ostilità da parte del mondo pagano nei confronti dell’oppressione religiosa e fiscale da parte di Roma, rappresenta un assaggio della idea storiografica di Barbagallo applicata alla storia romana. - Il materialismo storico
Barbagallo espone qui in forma didattica – il testo comprende infatti un ciclo di otto lezioni sull’argomento – i limiti e i pregi e, soprattutto, la possibilità filosofica di utilizzazione del materialismo storico come strumento di interpretazione della realtà. - Roma antica. 1, La preparazione e il trionfo
L’opera nasce con chiari intenti divulgativi. Questo primo volume tratta dell'origine di Roma, della sua storia arcaica e della sua espansione nel Mediterraneo. Scrive Ferrero: «Nell'età fortunosa in cui viviamo, non perde il suo tempo chi indugia qualche ora a sfogliare il grande volume del passato.» - Roma antica. 2, L’apogeo
Qui la potenza di Roma è arrivata al massimo fulgore. Conquista la Grecia e l'Oriente e da Repubblica si trasforma in Impero. Qui sono i ritratti dei primi imperatori della gens Giulio-Claudia. - Roma antica. 3, Ultimi splendori, decadenza e rovina
L’astro di Roma è al suo tramonto, fino alla totale dissoluzione nel 476 d. C.. Anche in questo volume sono i ritratti degli imperatori, tra essi alcuni grandissimi come Traiano, Adriano, Marco Aurelio, Diocleziano, Costantino. - Un semestre d'impero repubblicano
Il governo di Galba
L'ossimoro del titolo del saggio (impero repubblicano) è giustificato dal tentativo dell’imperatore romano Galba, uomo di formazione repubblicana, di ripristinare alcuni principi e valori dell'antica repubblica all'interno della struttura imperiale. Le sue riforme, che però finirono per minarne il potere, erano tutte ispirate da un ideale di moralità e rigore che si rifaceva al passato repubblicano. - Lo stato e l'istruzione pubblica nell'impero romano
Il saggio, come esplicita il titolo, è un’esposizione precisa e attenta dei rapporti tra lo stato e l'istruzione pubblica nella Roma imperiale, periodo nel quale l'intervento statale era orientato più alla educazione superiore che a quella elementare. - Storia delle scienze ad uso dei licei scientifici
Il testo (1925), in cui l’autore tratta un argomento a lui ‘non abituale’, difetta grandemente non citando la meccanica quantistica ma soprattutto tacendo di Einstein e della sua teoria della relatività. Tuttavia l’opera ha sicuramente valore per la parte relativa alla storia della scienza nei tempi antichi. - Il tramonto di una civiltà, o la fine della Grecia antica. Volume 1
Quest’opera è stata considerata il maggior contributo dell’autore alla storia antica. Nel primo volume, nell’analisi del declino della civiltà greca, Barbagallo analizza il punto di vista economico – diffusione della schiavitù e servitù della gleba – e quello politico. - Il tramonto di una civiltà, o la fine della Grecia antica. Volume 2
In questo secondo volume l’autore espone la condizione di guerra continua a cui è sottoposta la Grecia, divisa in una miriade di città stato che cercano di sopraffarsi reciprocamente, con conseguenze devastanti per l’economia.