Enzo Bonaventura nacque a Pisa il 24 dicembre 1891.
Lasciata Pisa studiò alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Firenze, dove si laureò nel 1913 in filosofia con Francesco De Sarlo con una tesi su Le qualità del mondo fisico col massimo dei voti e la lode e il diritto alla pubblicazione, che avvenne nel 1916 a cura del R. Istituto di studi superiori, pratici e di perfezionamento in Firenze, sezione di filosofia e filologia.
Tale studio desta subito vivo interesse, tanto è vero che nella «Rivista di filosofia Neo-scolastica» (Vol. 8, N. 6 del dicembre 1916) Ludovico Necchi dedica un articolo di commento al lavoro di Bonaventura, articolo nel quale ne elogia il lavoro e in particolare il tentativo di conciliazione tra la teoria delle “energie nervose specifiche” di Müller ripresa da Helmholtz e Hering, e quella della “indifferenza funzionale” di Wundt; teorie tra le quali sembrava dovesse esistere assoluta inconciliabilità, negata però dal Bonaventura. Afferma Necchi che la via scelta da Bonaventura appare lunga e difficile e conclude dicendo che appare anche “poco atta a condurci alla meta”.
Nonostante l’interruzione bellica – fu ufficiale di artiglieria – iniziò così a lavorare nel Laboratorio di psicologia sperimentale fondato nel 1903 dallo stesso De Sarlo e diventò quindi suo assistente; il suo interesse si rivolse in particolare agli studi sulla percezione degli intervalli di tempo applicando, tra l’altro, le teorie del filosofo francese Henri Bergson.
Proprio negli anni di guerra comparvero due suoi studi: Sulla natura e funzione del giudizio particolare nel ragionamento e, sulla rivista di Assagioli – «Psiche» –, Ricerche sperimentali sulle illusioni dell’introspezione” nel quale anticipa le conclusioni di Benussi e Musatti sui principali fattori che stanno alla base della deformazione dei ricordi. Il tutto attraverso indagini dettagliate condotte con metodo che, per il periodo, si rivelava del tutto originale.
Nel 1924 divenne direttore del laboratorio fondato da De Sarlo dedicandosi alla psicologia applicata, e diventando docente di psicologia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze; pur vincendo il concorso per l’idoneità nel 1931, Bonaventura non ebbe mai la cattedra, rimanendo professore a contratto fino al 1938.
Nella sua attività di ricerca Bonaventura utilizzò in modo originale gli strumenti raccolti da De Sarlo e li integrò con nuovi apparati da lui stesso realizzati, fra i quali il tachistoscopio a doppia caduta. Lo strumento fu usato da Bonaventura e dai suoi allievi (fra i quali spicca Renata Calabresi) nelle ricerche sull’attenzione, sul tempo di apprendimento e sulla percezione del tempo, in particolare sulla durata del presente psichico. Nel 1929 Bonaventura dedicò a questo tema il volume Il problema psicologico del tempo, la sua opera più famosa nel campo della psicologia sperimentale.
Nel 1927 aveva vinto il concorso Brioschi del Touring club, a pari merito con il direttore della «Rivista di Psicologia» Giulio Cesare Ferrari, con il testo L’educazione della volontà.
Nel 1931, quando venne bandito un concorso nazionale per ricoprire la cattedra di psicologia sperimentale lasciata vacante da Sante De Sanctis a Roma, Mario Ponzo ottenne la cattedra, mentre gli altri “ternati”, Bonaventura e Cesare Musatti, non vennero chiamati in alcuna università italiana.
Da tener presente che, se pur nel 1925 Levi Bianchini aveva fondato la Società psicoanalitica italiana, poi rifondata nel 1932 da E. Weiss, negli anni venti il dibattito psicoanalitico si svolgeva ad alto livello, tra «addetti ai lavori», tra scienziati che conoscevano la cultura tedesca e che erano attenti all’elaborazione francese. In questo dibattito Bonaventura era presente con considerazioni e ricerche non certo trascurabili, sulla base della convinzione che il metodo introspettivo potesse essere applicato non solo nella ricerca di laboratorio, ma anche come strumento di indagine psicoanalitica.
Divenne così studioso e grande conoscitore dell’opera di Freud. Negli anni Trenta, invece, la cultura italiana appare compattamente organizzata sul progetto idealistico di Croce e Gentile. Croce considera la psicologia una componente della filosofia, uno strumento empirico finalizzato alla «rievocazione estetica». Gentile, con la riforma scolastica del 1923, aveva eliminato l’insegnamento della psicologia dalla scuola media superiore mentre le poche cattedre universitarie esistenti venivano soppresse progressivamente.
Nel 1938, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, fu allontanato dagli incarichi del laboratorio e dell’università. Decise quindi di emigrare in Palestina, dove continuò la sua attività all’Università di Gerusalemme fondando il Dipartimento di Psicologia all‘Hebrew University.
Nel 1937 fece però in tempo ad essere pubblicata la prima edizione del suo volume La Psicanalisi, ripresa poi nel dopoguerra con edizioni successive a cura di Alberto Marzi.
Morì nel massacro di Hadassah del 13 aprile 1948, durante il quale miliziani arabi attaccarono un convoglio di medici, infermieri e studenti della facoltà di medicina di Gerusalemme che stava recandosi all’Ospedale ebraico situato sul Monte Scopius. Mentre una parte dei veicoli riusciva a retrocedere verso la città, due autobus venivano incendiati dagli assalitori causando la morte di 77 persone.
In occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle leggi razziali, David Meghnagi, psicoanalista e professore di psicologia clinica all’Università Roma Tre, è stato ospite di Rainews24, intervistato da Carlotta Macerollo; ha quindi rievocato la vicenda di Enzo Bonaventura annunciando il “ritrovamento” della tesi di laurea e la possibile ristampa di questa e altre sue opere (tra le quali quella sull’alpinismo che presentiamo adesso su Liberliber e Il problema psicologico dello spazio che presenteremo nelle prossime settimane; anche Le qualità del mondo fisico saremo in grado di offrire prossimamente ai lettori di Liber liber).
L’intervista può essere vista e ascoltata a questo link:
Fonti:
- A. Marzi: Enzo Bonaventura, in «La Psicoanalisi», Verona, 1950
- L. Necchi: Le qualità del mondo fisico, in «Rivista di filosofia neo-scolastica», Vol 8, N. 6, 31 dicembre 1916, pag. 603-608.
- F. Diwan, Oblio e grandezza di uno dei padri della psicoanalisi italiana.
http://www.mosaico-cem.it/cultura-e-societa/personaggi-e-storie/enzo-bonaventura-la-riscoperta-un-genio-dimenticato - M. Antonelli e V. Zudini. Enzo Bonaventura:
https://www.aspi.unimib.it/collections/entity/detail/53/
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L'educazione della volontà
Questo testo venne elaborato per partecipare al concorso che Touring Club indisse nel 1927 in ricordo di Luigi Brioschi, da poco defunto, che fu alpinista e magnate. A lui è intitolato un rifugio sulla Grigna settentrionale a 2410 metri di quota. - La fatica nel lavoro mentale
Con questa breve comunicazione alla ventesima riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze nel settembre del 1931, Bonaventura fa il punto sullo stato della ricerca in merito a come e in che misura il lavoro intellettuale provochi affaticamento. Partendo dalle ricerche classiche di Angelo Mosso, De Sanctis e Kraepelin, ne mette in luce i limiti e indica i possibili percorsi di indagine da seguire. - Problemi dell'orientamento professionale degli anormali psichici
A fine degli anni '20 del secolo scorso i problemi relativi ai portatori di handicap erano raramente affrontati in maniera eticamente accettabile. Bonaventura si pone il problema dell’inserimento nel mondo del lavoro degli anormali psichici. - La psicoanalisi
La proposta psicoanalitica si scontrò negli anni venti e trenta dello scorso secolo con un sistema filosofico molto potente, quello dell’idealismo gentiliano, che la assimilò al decadentismo senza peraltro dedicarle troppo interesse. Su questa base fu facile per l’ideologia fascista impartire una condanna radicale della psicoanalisi, stigmatizzando il pessimismo freudiano in nome dell’ottimismo volontaristico, e mal sopportando il disagio portatole dal concetto dell’inconscio e la prossimità tra la malattia mentale e la normalità. - Le qualità del mondo fisico
Studi di filosofia naturale
L’enorme conoscenza che Bonaventura aveva, quando si laureò nel 1913 con Francesco De Sarlo, in tema di scienze naturali e biologiche emerge chiaramente in questo suo lavoro che gli valse appunto la laurea con il massimo dei voti e la lode oltre al diritto di pubblicazione che avvenne nel 1916 da parte dell’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze. - Recenti contributi alla psicotecnica dell'Istituto di Psicologia di Firenze
Secondo intervento di Bonaventura al settimo convegno di Psicologia sperimentale e psicotecnica tenuto a Torino nel novembre 1929; il tema è quello delle indagini psicotecniche sui lavoratori all’interno delle officine, in relazione soprattutto ai tempi di reazione. - Sui rapporti tra la percezione del ritmo e la circolazione sanguigna
Bonaventura riprende, in questo suo breve intervento al settimo convegno di Psicologia sperimentale e psicotecnica tenuto a Torino nel novembre 1929, i temi affrontati nel suo volume dell’anno precedente sui rapporti tra tempo attenzione e ritmo, esprimendo soprattutto le proprie perplessità sullo studio di Michel Pavlov “Sur l'origine du sens du rythme”, nel quale il fisiologo francese individua l’origine della percezione del tempo e del ritmo fondamentalmente nella circolazione sanguigna. - Sul valore dell'equazione personale negli addetti al ricevimento di segnali radiofonici
Nella descrizione molto sommaria di questa esperienza sperimentale, si evidenzia come vengano riprodotte il più precisamente possibile le condizioni nelle quali si trovano ad operare gli addetti al ricevimento di segnali orari radiofonici negli osservatori astronomici e nelle stazioni geodetiche. - La vista e il tatto nella percezione dello spazio
Con questo lavoro di psicologia sperimentale Bonaventura mette in relazione il diverso contributo che la sorgente sensoriale dovuta alla vista ha rispetto a quella dovuta al tatto nella percezione dello spazio.