“La intelligenza efficiente universale è una de tutti: e quella muove e fa intendere; ma oltre in tutti è l’intelligenza particolare, in cui sono mossi, illuminati e intendono; e questa è moltiplicata secondo il numero degli individui. Come la potenza visiva è moltiplicata secondo il numero de gli occhi, mossa et illuminata generalmente da un fuoco, da un lume, da un sole: cossì la potenza intellettiva è moltiplicata secondo il numero de suggetti partecipi all’anima, alli quali sopra tutti splende un sole intellettuale.”
(Cabala del cavallo pegaseo con l’aggiunta dell’asino cillenico – Dialogo secondo, 1585, pdf – p. 26)
Dall’incipit del libro:
Reverendissime in Christo Pater,
Non altrimente che accader suole a un figolo, il qual gionto al termine del suo lavoro (che non tanto per trasmigrazion de la luce, quanto per difetto e mancamento della materia spacciata è gionto al fine) e tenendo in mano un poco di vetro, o di legno, o di cera, o altro che non è sufficiente per farne un vase, rimane un pezzo senza sapersi né potersi risolvere, pensoso di quel che n’abbia fare, non avendolo a gittar via disutilmente, e volendo al dispetto del mondo che serva a qualche cosa; ecco che a l’ultimo il mostra predestinato ad essere una terza manica, un orlo, un coperchio di fiasco, una forzaglia, un empiastro, o una intacconata, che risalde, empia o ricuopra qualche fessura pertuggio o crepatura; è avvenuto a me, dopo aver dato spaccio non a tutti miei pensieri, ma a un certo fascio de scritture solamente, che al fine, non avendo altro da ispedire, piú per caso che per consiglio, ho volti gli occhi ad un cartaccio che avevo altre volte spreggiato e messo per copertura di que’ scritti: trovai che conteneva in parte quel tanto che vi vederete presentato.


