“Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s’annichila; è uno solo, che non può mutarsi, un solo è eterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesimo.”

Il Candelaio – Alla signora Morgana B., sua signora sempre onorando, 1582, pdf – p. 6)

Dall’incipit del libro:

Ed io a chi dedicarrò il mio Candelaio? a chi, o gran destino, ti piace ch’io intitoli il mio bel paranimfo, il mio bon corifeo? a chi inviarrò quel che dal sirio influsso celeste, in questi più cuocenti giorni, ed ore più lambiccanti, che dicon caniculari, mi han fatto piovere nel cervello le stelle fisse, le vaghe lucciole del firmamento mi han crivellato sopra, il decano de’ dudici segni m’ha balestrato in capo, e ne l’orecchie interne m’han soffiato i sette lumi erranti? A chi s’è voltato, — dico io, — a chi riguarda, a chi prende la mira? A Sua Santità? no. A Sua Maestà Cesarea? no. A Sua Serenità? no. A Sua Altezza, Signoria illustrissima e reverendissima? non, no. Per mia fé, non è prencipe o cardinale, re, imperadore o papa che mi levarrà questa candela di mano, in questo sollennissimo offertorio.

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titolo:
Il Candelaio
titolo per ordinamento:
Candelaio (Il)
autore:
opera di riferimento:
"Il Candelaio" di Giordano Bruno, a cura di Giorgio Barberi Squarotti; collezione: Collezione di teatro; Einaudi Editore; Torino, 1964
cura:
Giorgio Barberi Squarotti
licenza:

data pubblicazione:
23 giugno 2004
opera elenco:
C
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Enrico Rulli, e.rulli@trenitalia.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Alberto Barberi, collaborare@liberliber.it
revisione:
Sofia Riccoboni, sofiariccaboni@libero.it