“La veritade sola con l’absoluta virtude è immutabile et immortale: e se tal volta casca e si sommerge, medesima necessariamente al sui tempo risorge, porgendogli il braccio la sua ancella Sofia. Guardiamoci dunque di offendere del fato la divinitade facendo torto a questo gemino nume a lui tanto raccomandato e da lui tanto favorito. Pensiamo al prossimo fato futuro, e con come quasi poco curando il nume universale, manchiamo d’alzare il nostro core ad effetto a quello elargitore d’ogni bene e distributori de tutte l’altre sorti. Supplichiamolo che nella nostra trasfusione, o transito, o metempsicosi, ne dipende felici geni: atteso che quantunque egli sia inesorabile, bisogna pure aspettarlo con gli voti: o di esservi conservati nel stato presente, o di subintrar un altro migliore, o simile, o poco peggiore.”
(Spaccio de la bestia trionfante – Dialogo primo, 1584, pdf – p. 19)
Dall’incipit del libro:
Cieco chi non vede il sole, stolto chi nol conosce, ingrato chi nol ringrazia; se tanto è il lume, tanto il bene, tanto il beneficio; per cui risplende, per cui eccelle, per cui giova; maestro de sensi, padre di sustanze, autor di vita. Or non so qual mi sarei, eccellente Signore, se io non stimasse il vostro ingegno, non onorasse gli vostri costumi, non celebrasse gli vostri meriti; con gli quali vi siete scuoperto a me nel primo principio ch’io giunsi a l’isola Britannica, per quanto v’ha conceduto il tempo; vi manifestate a molti, per quanto l’occasione vi presenta; e remirate a tutti, per quanto vi mostra la vostra natural inclinazione veramente eroica. Lasciando, dunque, il pensier dei tutti ai tutti, ed il dover de’ molti a’ molti, non permetta il fato, che io, per quel tanto che spetta al mio particolare, come tal volta mi son mostrato sensitivo verso le moleste ed importune discortesie d’alcuni; cossí avanti gli occhi de l’eternità vegna a lasciar nota d’ingratitudine, voltando le spalli a la vostra bella, fortunata e cortesissima patria, prima ch’al meno con segno di riconoscenza non vi salutasse, gionto al generosissimo e gentilissimo spirito del signor Folco Grivello.


