Giovanni Bertinetti nacque a Torino il 22 febbraio 1872 da Giuseppe e Maria Martinetti.

Solo diciassettenne fondò un giornale, il «Germinal» e fu l’inizio di una incessante e attivissima partecipazione, sempre da protagonista, nella vita editoriale di una Torino allora vivacissima e centro di attività culturali, che, accompagnate dalla nascente industria cinematografica, vedeva una sorta di Bohème giornalistica e letteraria dove il marchio della scapigliatura era evidente. Citiamo, tra gli autori più noti e significativi di questa stagione fertilissima e irripetibile, Massimo Bontempelli, Tullio Giordana, Pastonchi, Berta, Franzoj, che fecero funzioni di apripista per i successivi Gozzano, Oxilia, Ragazzoni, Dadone, Thovez e molti altri.

Ispirandosi in un certo senso alla notissima rivista salgariana «Per terra e per mare» fondò e diresse nel 1901 il settimanale «Forum» che certamente aveva in sé la matrice di ispirazione di grandi periodici di varietà di anni successivi. Sulle pagine di «Forum» ospitò scritti di Gozzano, Amalia Guglielminetti, Pirandello, Cagna, Berrini, Carolina Invernizio. Il settimanale durò fino al 1905 dando possibilità al Bertinetti di iniziare l’uso di pseudonimi che per tutta la sua carriera letteraria fu caratteristica peculiare della sua opera di scrittore.

È su «Forum» che iniziano ad essere pubblicati i racconti polizieschi di Kutt Hardy, il rivale di Sherlock Holmes, firmati con lo pseudonimo di Hebert Bennet; le rubriche dedicate a come mantenersi in buona salute in età avanzata, firmate “Vegeto Longevo”; “Zio Tom” invece scriveva favole, e altre rubriche erano firmate da Relater, Speker, etc. Sulla rivista compare anche a puntate il romanzo La vita è un sogno, (per questo lavoro lo pseudonimo fu Marcus Alliston) mai ristampato in volume, dove personaggi insoliti e stravaganti contribuiscono alla riuscita e al successo del romanzo stesso: fachiri dediti all’occultismo, archeologi del fantastico e un malato di “nostalgia dell’irrevocabile” che si innamora di splendide donne morte da secoli.

Chiusa l’esperienza di «Forum», nel 1905 divenne direttore e comproprietario di «Pasquino». Altri giornali e periodici di cui fu collaboratore furono «Fischietto», «Cuor d’oro», «Birichin», «Gazzetta del popolo», «Gazzetta del popolo della domenica», «Due di Coppe», «Gazzetta di Torino».

Nel 1905 diede vita a “Donna Clara” pseudonimo sotto al quale si celava per scrivere libri dedicati a un pubblico femminile che spaziavano da argomenti di cucina, a consigli per la salute e per la cura della bellezza. Qualche libro di “Donna Clara” (La cuoca medichessa) è scritto con la collaborazione di “Ettore Napione” che era però sempre il Bertinetti stesso. Fu preso, in questa veste, tanto sul serio che la cuoca del fascismo, Lidia Morelli, (cucina autarchica, semplicità e niente sprechi) ristampò, riveduto e corretto nel 1925 e 1927 Dalla cucina al salotto.

Il successo dei testi sotto pseudonimo femminile lo stimolò a pubblicare, nel 1911, I segreti della donna sotto il nome di Baronessa d’Orchamps. È da ricordare che “Donna Clara” era già stato usato come pseudonimo da un giovanissimo Bertinetti nel 1886 per una novelletta scritta in occasione delle nozze Enriquez-Pisa. La stessa “Donna Clara” si cimentò nuovamente, nel 1920, nel genere “narrativa” con un romanzo rosa Senza l’amore, no….

Torino fu anche, nel secondo e terzo decennio del secolo scorso, centro vivacissimo per la nascita e lo sviluppo del cinema. Bertinetti ebbe parte non secondaria nella fondazione e gestione della “Albertini film” nata dai successi di Francesco Vespignani (del quale “Albertini” era lo pseudonimo) nei panni del Sansone del cinema muto. Proponendo al pubblico una famiglia “inventata” di Albertini, ideò la serie di Sansonia (interpretata dallo stesso Albertini), di Sansonette (la cui interprete veniva presentata come moglie di Albertini e la cui identità rimase sconosciuta) e di Lilliput (serie nella quale i protagonisti vengono presentati come i figli di Sansonia e Sansonette).

Scrisse, pare, centinaia di sceneggiature, prevalentemente anonime, per le principali case cinematografiche dell’epoca: Pasquali, Itala, Aquila Film, Savoia Film. Certamente sue sono le sceneggiature di film avventurosi e polizieschi come Il delitto del lago, Il castello del ragno, La casa degli Stuart. Per la Corona film sviluppò la serie del bandito “dirigibilista” Philibus.

Fu anche soggettista per il teatro di burattini: una parodia del Giorno di Parini interpretata dai burattini di Bistolfi e Pasquali aveva visto la partecipazione del Bertinetti in veste di coautore.

Il suo successo editoriale più vistoso fu certamente nel 1908 con Le orecchie di Meo, classico assoluto della letteratura giovanile, ritenuto in un referendum tra i ragazzi dell’epoca, il più bel libro per l’infanzia dopo Pinocchio. Dello stesso avviso è stato anche Umberto Eco che nel suo saggio Marmellata d’albicocca e strutture narrative lo cita appunto dicendo tra l’altro: “questo libro l’ho consumato con gli occhi”.

Al successo di questa iniziativa editoriale contribuirono certamente le splendide illustrazioni di Attilio Mussino. Per altro Bertinetti si era sempre avvalso per i suoi libri diretti alla gioventù, delle più importanti “matite” dell’epoca, tra le quali vale citare almeno Carlo Nicco, Rino Albertarelli, Golia, Cozzi, Leonida Edel.

Come scrittore per la gioventù con opere di fantasia e riscoperte oggi come “antesignane” della fantascienza italiana era stato molto attivo. Ricordiamo almeno: Il gigante dell’Apocalisse, Ipergenio disinventore, Rotoplano 3 bis.
Il successo di Meo portò a dei seguiti: I pugni di Meo, Meo nei sette paesi delle meraviglie – illustrato da Edel –, nel quale Meo riceve da un vecchio saggio una valigia che contiene ombre viventi provenienti da ogni tempo e luogo, tra le quali ombre trova pure i pirati di Mompracem e i briganti del Riff.

Tra gli pseudonimi usati vanno ricordati ancora quello di Giorgio Agresti (con il quale pubblicò La lumaca industriale: come si può conseguire una considerevole rendita annua allevando razionalmente la lumaca) e, soprattutto, il più famoso: Ellick Morn che per anni fu creduto un filosofo americano. Il suo testo più noto e diffuso fu Il mondo è tuo nel quale Bertinetti riassume la sua concezione di vita imperniata sulla volontà; concezione che era già emersa tramite le sue fatiche letterarie dedicate alla gioventù.

Ellick Morn fu preso tanto sul serio che Papini scrisse un articolo di stroncatura molto simile nei toni e nei contenuti agli articoli che aveva pubblicato per “far discendere il crepuscolo sui grandi filosofi contemporanei” come Spencer, Nietzsche, Schopenahuer. Da ricordare anche, ad opera di “Ellick Morn”, La conquista dell’energia, Sorgi e cammina, Sei tu radioattivo?, Il nuovo mondo è tuo.

“Last but not least” menzioniamo almeno la sua acclamata attività di commediografo dialettale.
Rimane da ricordare la sua intensa attività come autore di apocrifi salgariani che dovrebbero essere almeno 18. Pubblicati a cura di Nadir Salgari – il figlio del famoso scrittore – sono certamente frutto della penna di Bertinetti Il fantasma di Sandokan, Lo smeraldo di Ceylon, L’eredità del capitano Gildiaz, Lo schiavo del Madagascar, Josè il peruviano.

La richiesta di romanzi “salgariani” da parte dei lettori aveva indotto numerosi scrittori (Ugolini, Amadio, Ambrosi, Motta, Paolo Lorenzini, Sandro Cassone) a cimentarsi nell’impresa. La capacità di Bertinetti di adattarsi al modello direi che è addirittura sorprendente. Questa attività si chiuse nel 1940 con la biografia Mio padre Emilio Salgari firmata da Omar Salgari.

Nel 1931 scrisse, insieme a Carlo Dadone, Viaggio di un balilla attorno al mondo, illustrato da Carlo Nicco. Alla radio venne trasmesso a puntate Le orecchie di Meo negli anni ’30, mentre negli anni ’40 Bertinetti stesso tenne una rubrica radiofonica “Il radiocurioso”, rubrica nella quale ebbe modo di dare libero sfogo al suo estremo eclettismo.

Morì a Borgaretto (Torino) il 28 ottobre 1950, quando ancora la casa editrice Viglongo, subentrata alla Lattes nella pubblicazione delle sue opere, gli commissionava diversi volumi incentrati sul personaggio di Meo e aveva in cantiere numerose iniziative, tra le quali un giornalino che si sarebbe chiamato “il Meo”.

Fonti:

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Le avventure di Kutt Hardy
    Il rivale di Sherlock Holmes
    Raccolta di racconti che sono una sorta di divertissement intellettuale di Bertinetti e che si collocano in un’epoca in cui il giallo italiano muoveva i primi passi. Nella 'classificazione' di Dorothy Sayers del genere giallo, “detection”, “mistery” e “horror” , questi brevi racconti, ricchi di ironia, si situano con certezza nel genere “detection”, in cui gli enigmi vanno risolti razionalmente.
  • Il fantasma di Sandokan
    Romanzo postumo
    Probabilmente il più “salgariano” degli apocrifi realizzati su trame lasciate da Salgari stesso, sia come dialoghi, sia come avventurosa atmosfera e caratterizzazione del personaggi. Sandokan e Yanez, anziani e lontani dal mondo delle avventure, ripartono verso nuove peripezie per riportare una principessa sul legittimo trono.
  • Il gigante dell’Apocalisse
    Romanzo d'avventure
    Il gigante dell'Apocalisse non ha emozioni e praticamente nessuna autonomia. È solo una potentissima macchina da guerra azionata a distanza da due insolite figure di scienziati se non proprio pazzi, quasi... Nel 1930, quando fu pubblicato questo romanzo, da pochi anni era stata introdotta nella letteratura la vecchia idea di uomo artificiale, il Robot.
  • Guerra alle rughe!
    Come prevenirle, come curarle
    Questo è un libro di bellezza, precursore di tanti manuali sul tema che proliferano anche oggi, ed è una vera e propria curiosità in fatto di “manuali d’epoca”. Buona parte del libro è incentrata sui precetti “morali” indispensabili a tener lontane le rughe.
  • Il mondo è tuo
    Arte del successo in tutte le manifestazioni della vita
    La filosofia di Bertinetti/Ellick Morn, enunciata in questo testo/manuale del 1907, prevede che il successo debba arridere a chiunque sia capace di applicare con costanza la propria volontà, innanzi tutto a sè stesso e successivamente sugli altri.
  • Le orecchie di Meo
    Storia di quei ragazzi intelligenti che amano lo studio come il fumo negli occhi
    Le orecchie di Meo è certamente, tra i libri per ragazzi di Bertinetti, il lavoro più riuscito e più famoso. Fama che resiste nel tempo: da un antico referendum con il quale i ragazzi dell’epoca lo collocarono al secondo posto (dopo Pinocchio) in una classifica dei libri più belli, alle riedizioni in tempi più recenti, fino poi ad essere riportato in auge da un noto articolo di Umberto Eco.
  • Il Rotoplano "3 bis"
    Romanzo per ragazzi
    Il Rotoplano 3 bis è un classico della letteratura per l'infanzia italiana, un'avventura fantastica che trasporta giovani lettrici e lettori in un mondo magico e avventuroso, nel quale i valori dell'amicizia, della solidarietà e della perseveranza saranno indispensabili ai protagonisti per superare tutti gli ostacoli e sconfiggere i nemici.
 
autore:
Giovanni Bertinetti
ordinamento:
Bertinetti, Giovanni
elenco:
B