«Che cosa importa se, materialmente, nella mia opera i personaggi e le emozioni di paesaggi siciliani, profondamente e confessamente siciliani, non hanno parte prevalente, quando la sicilianità dell’ispirazione fondamentale è presente dappertutto e alcune visioni localizzate paiono ai più benevoli tra i miei lettori, né credo soltanto per il pregiudizio critico che colloca aprioristicamente il meglio di ogni scrittore contemporaneo nella sua ispirazione paesana, proprio il meglio di ciò che io come novelliere ho potuto dare?». (In “Discorso sulla Sicilia (ai siciliani?)”, in Fondo Borgese presso la Biblioteca Umanistica dell’Università agli studi di Firenze; ora in G.A. Borgese, Una Sicilia senza aranci, a cura di Ivan Pupo, Avagliano editore, Roma, 2005, pagg. 93-94.)
A parere di Angelica Borgese, sua figlia e nipote di Thomas Mann, il padre, profondamente legato alla sua terra nonostante le cosmopolite esperienze di vita, presentava alcuni caratteri tipici dei siciliani, quali “attitudine alla meditazione profonda, all’amore per il silenzio, per la concentrazione. Insomma, le sue montagne se le portava dentro: per lui il raccoglimento, l’introspezione, contavano tantissimo, anche se poi sapeva benissimo come dare la stura alla sua natura isolana».
Giuseppe Antonio Borgese, nato nel 1882 a Polizzi Generosa, ad appena sei anni viene mandato da uno zio nella vicina Palermo per iniziare il suo percorso di studi, che lo porterà successivamente prima al liceo, poi, nonostante la contrarietà del padre che preferiva frequentasse Giurisprudenza, alla Facoltà di Lettere; nel frattempo integra la propria formazione coltivando lo studio della letteratura greca e dell’opera di De Sanctis, fonda a Palermo la rivista universitaria “La scintilla” e collabora con Giuseppe Pitré all’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari.
Nel 1900 si trasferisce a Firenze per frequentare l’Istituto di studi superiori e qui conosce Gabriele D’Annunzio, che suscita subito in lui quella che più tardi definirà “infatuazione giovanile” e dal quale, così come da Croce, prenderà successivamente le distanze. Laureatosi con una tesi sulla critica romantica in Italia che verrà pubblicata nel 1905 per iniziativa di Croce, inizia a collaborare con le riviste “Regno”, “Leonardo”, “Medusa” e nel 1903 partecipa alla fondazione di “Hermes”, che pubblicherà alcuni suoi testi. Nel 1906 diventa caporedattore de “Il Mattino” di Napoli, poi corrispondente dalla Germania per “La Stampa”. Il 29 dicembre 1908 la nave su cui viaggiava approda a Messina ed il suo articolo, “Dalla sponda del gurgite di Scilla. Con la testa riversa e con le palme protese”, il primo uscito sul terremoto di quel giorno, gli regala una fama internazionale.
A soli 27 anni ottiene la cattedra di letteratura tedesca prima a Torino, poi a Roma e Milano (dove la lascia per passare a quella di estetica, creata appositamente per lui, ed inizia a collaborare come critico letterario con il “Corriere della sera”). Interventista (e per questo in conflitto con il “neutralista” Croce), partecipa come volontario alla I guerra mondiale svolgendo importanti missioni diplomatiche e nel 1917 il Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando gli affida la direzione dell’ufficio Informazione e Stampa del Governo: durante le trattative di pace s’impegna strenuamente per favorire rapporti di amicizia con la vicina Jugoslavia, ma con l’ascesa del fascismo abbandona l’impegno politico per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento ed alla scrittura, respingendo i tentativi di Mussolini di ottenerne la collaborazione.
Nel 1931, dopo irruzioni dei Giovani Universitari Fascisti durante le sue lezioni a Milano, tentativi di impedirgli l’accesso all’Università ed aggressioni ai suoi studenti, benché lo stesso Mussolini intervenga con il Prefetto di Milano a tutela della sicurezza di Borgese questi decide di trasferirsi negli Stati Uniti, dapprima alla California University, poi allo Smith College di Northampson (Massachusetts) ed infine all’Università di Chicago, dove insegna letteratura italiana e decide di rimanere, prendendo la cittadinanza. Il periodo statunitense è anche quello della collaborazione a numerose riviste politiche e culturali e dell’impegno politico, che sfocia nella fondazione, assieme a Gaetano Salvemini, della “Mazzini Society”, associazione finalizzata a diffondere i valori democratici e la conoscenza della situazione italiana durante il fascismo.
Dopo il 1945 è uno dei promotori del “Committee to Frame a World Constitution” che, in risposta alla tragedia della guerra e in particolare a quella di Hiroshima, sostiene il progetto utopistico di un Governo mondiale retto da una “Costituzione mondiale”. Per questa sua iniziativa nel 1952 verrà proposto dall’Università di Chicago per il premio Nobel. Nel 1949 ritorna alla sua cattedra milanese, che gli era stata tolta a seguito del rifiuto di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista. Si trasferisce quindi a Fiesole, dove muore nel 1952.
Opere principali:
- Romanzi: Rubé, 1921; I vivi e i morti, 1923.
- Raccolte di poesie: Le Poesie, 1922; Poesie 1922-1952, 1952.
- Testi teatrali: L’Arciduca, 1924; Lazzaro, 1925.
- Raccolte di novelle: La città sconosciuta, 1925; Le belle, 1927; Tempesta nel nulla, 1931; Il pellegrino appassionato, 1933; La Siracusana, 1950; Le novelle, 1950.
- Libri di viaggio: Autunno di Costantinopoli, 1929; Giro lungo per la primavera, 1930; Escursioni in terre nuove, 1931; Atlante americano, 1936.
- Saggi storici: La tragedia di Mayerling, 1925; Goliath: The march of Fascism, 1937.
- Opere di estetica e critica letteraria: Problemi di estetica e storia della critica, 1952; Da Dante a Thomas Mann, 1958.
Fonti
- Angelica Borgese, Borgese mio padre,
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/30/borgese-mio-padre.html - Enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-antonio-borgese/
- Enrico Ghidetti, BORGESE, Giuseppe Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 12 (1971)
https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-antonio-borgese_(Dizionario-Biografico)/ - Fondazione Borgese, https://www.fondazioneborgese.it/wp-content/uploads/2020/01/ITA_Biografia2_Borgese-1.pdf
Note biografiche a cura di Mariella Laurenti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L’Arciduca
Dramma in tre atti
Il dramma in tre atti, frutto del lavoro di ricerca dell’autore per il suo libro La tragedia di Mayerling, è la trasposizione teatrale della tragica vicenda di cui furono protagonisti Rodolfo d’Asburgo e la giovanissima amante Maria Vetsera. - Escursione in terre nuove
Visioni e notizie
Questo non è solo un racconto odeporico ‘in terre nuove’ ma l’incontro, in occasione di un congresso di filosofia ad Oxford, con le nuove teorie sulla fisica, che la rendono sempre meno dissimile dalla filosofia. - Rubè
La critica vide subito in questo romanzo il primo esempio dell’“anti-eroe” nella letteratura italiana; l’uomo inetto e succube di fronte alla vacuità della vita e impotente di fronte alle numerosissime sue sfaccettature. Vanamente il protagonista si sforza di indossare la maschera dell’uomo superiore e dell’eroe. - I vivi e i morti
Romanzo
Il romanzo è costruito intorno a poche vicende e ambientato in luoghi ristretti, quasi soffocanti, ma pacifici e rassicuranti. Il protagonista è un intellettuale insoddisfatto, che, in un tortuoso percorso di speculazione, arriva ad un’esperienza trascendentale.