Nato a Vicenza il 16 luglio del 1891, morì a Milano improvvisamente il 5 aprile 1951. Fu giornalista per il “Giornale di Venezia” e per “La Stampa”, fu consigliere nazionale della Federazione della Stampa e proboviro dell’Associazione lombarda dei giornalisti.
Bevilacqua però fu più noto come commediografo: scrisse sia in veneto sia in italiano.
La sua prima commedia fu L’onor de Marina del 1912, ma ottenne il successo più tardi, nel 1927, con El vestito de Arlechin. In italiano scrisse Le farfalle dalle ali di fuoco del 1929, seguita da Notturno del tempo nostro del 1933. Nelle sue opere affrontò temi non facili, spesso con ironia ed il sorriso sulle labbra, e collaborò alla rivista “Comoedia” dal 1929 al 1934, all’epoca della direzione di Gino Santoro.
Dopo la guerra, la sua opera Il giorno non è venuto (1948) inaugurò una serie di drammi teatrali sulle problematiche e le responsabilità della scienza collegate allo sviluppo della bomba atomica.
Le sue opere teatrali condividono tematiche e caratteristiche stilistiche con quelle di altri autori della stessa epoca, come Sabatino Lopez, Alberto Colantuoni, Carlo Veneziani, che ottennero premi e riconoscimenti negli Anni Trenta, ma sono ad oggi quasi dimenticati.
Fonte:
- “Il Dramma”, rivista teatrale, n.131 dell’aprile 1951
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Bevilacqua_(commediografo)
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- C'è uno spettro in Italia
Bevilacqua, commediografo e giornalista, in questo testo del 1920 affronta temi per allora estremamente attuali, ma certamente da un punto di vista insolito: quello liberale. L’attenzione dell’autore è diretta sul congresso di Bologna del partito socialista dell’ottobre 1919, del quale fornisce un quadro attento. - Notturno del tempo nostro
Commedia in tre atti
La commedia, nella quale la rivalutazione della femminilità devota può risultare fastidiosa, resta interessante anche dopo tanti anni, perché vi prevalgano elementi innovativi nei dialoghi liberi e normalmente crudi e nell’assoluta schiettezza con la quale persone e ambienti sono esplorati e descritti.