Hector BerliozHector Berlioz (Côte-Saint-André, 11 dicembre 1803 – Parigi, 8 marzo 1869).

Figlio di un medico d’una certa fama, dopo aver compiuto i suoi studi collegiali Berlioz fu inviato a Parigi per seguire i corsi della scuola di medicina. Sapeva allora, poco di musica, ma aveva un gusto appassionato per quest’arte. Più e più volte aveva supplicato invano i genitori di permettergli di dedicarsi esclusivamente a questa attività, ma sempre inutilmente. Essa esercitò ben presto su di lui un imperio tale che abbandonò i banchi della facoltà per quelli del conservatorio. Irritato dal vedere la sua autorità misconosciuta, suo padre lo privò dei mezzi di sussistenza che gli aveva fornito fino ad allora e Berlioz non ebbe altra risorsa che farsi ammettere come corista al teatro del Ginnasio Drammatico.

La sua vocazione era decisa e la fermezza del suo carattere gli faceva tenere in poco conto le miserie della vita. Seguiva il corso di composizione di Reicha, ma le forme costrette dell’arte che questo maestro gli faceva studiare, non gli ispiravano che disgusto, perché non ne comprendeva il fine. Ben presto, oppresso dai gioghi che queste gli imponevano, uscì dalla scuola in cui aveva appena intravisto qualcosa del procedimento dell’arte del comporre. Libero infine di far di testa sua, risolse fermamente di non avere più alcun maestro al di fuori della propria esperienza. Pieno così di risoluzione, ma senza avere ancora che delle vaghe idee su quello che intendeva fare, tentò dapprima con una messa per orchestra che fu eseguita nella chiesa di San Rocco e successivamente in quella di Sant’Eustachio.

Era persuaso che la musica dovesse avere un soggetto, un programma e che il trionfo dell’arte è di esprimere questo programma mediante effetti pittoreschi, sia con il soccorso della voce, sia con gli strumenti soli. Tutta l’opera di Berlioz è il prodotto della sua volontà mirante a realizzare questo progetto. I primi risultati di questo lavoro furono l’ouverture di Waverley e un’altra intitolata Les Francs-Juges. Le due ouverture furono eseguite dapprima nei concerti che si davano nell’antica sala di Waux-Hall, poi in un concerto tenuto dallo stesso Berlioz il 26 maggio 1828, nella sala del conservatorio. In quell’occasione, fece ascoltare anche il Credo della sua prima messa e una marche des Mages allant à la crèche. A queste prime opere seguì quello che è ritenuto il suo capolavoro, la Symphonie fantastique (Sinfonia fantastica): cinque movimenti che hanno per soggetto un episodio della vita di un artista con un’ idée fixe costituita dal leitmotiv del tema dell’amore.

Il primo novembre 1829, le stesse composizioni furono udite di nuovo in un concerto nel quale l’autore fece eseguire una nuova opera che aveva per titolo: Concerts des Sylphes. Dal 1826, Berlioz era rientrato nel novero degli allievi del conservatorio, che si chiamava allora Scuola reale di musica, e seguiva le lezioni di Leseur per lo stile libero, poiché aveva bisogno di un protettore in vista del grande concorso di composizione. Questo protettore gli era tanto più necessario in quanto Cherubini era mal disposto verso di lui e mostrava una vera antipatia per la sua musica. Più volte Berlioz aveva sostenuto l’esame preparatorio di questo concorso senza esservi ammesso. Infine la sua perseveranza la ebbe vinta sugli ostacoli e nel concorso del 1830 gli fu assegnato il primo premio per la composizione di una cantata della quale Sardanapalo era il soggetto.

Divenuto pensionato dello stato, come vincitore del concorso, si recò in Italia per obbedire al regolamento, benché avesse in odio la musica italiana. Abbreviò il suo soggiorno a Roma e a Napoli più che poté e, diciotto mesi dopo la sua partenza, ritornò a Parigi riportando una ouverture del Re Lear e una sorta di sinfonia che si poteva considerare un seguito di un episode de la vie d’un artiste, un misto di cori e brani strumentali. Berlioz si credeva riformatore dell’arte e combatté la sua battaglia con le armi della stampa. Dal 1828, aveva debuttato su un giornale di quei tempi, il Correspondant, e vi aveva fatto pubblicare degli articoli sulle sinfonie di Beethoven che gli artisti e gli amatori di Parigi avevano appena sentito per la prima volta, grazie all’organizzazione della società dei concerti. Articoli questi che furono notati.

Di volta in volta, Berlioz scrisse per la Revue Europeenne o per il Courrier de l’Europe, fino a che, la Gazzetta musicale di Parigi, fondata nel 1834, non gli aprì le sue colonne. Ben presto, poi, a questo onore si aggiunse quello di scrivere per il Journal des débats i cui proprietari divennero i suoi protettori in ogni circostanza.

Nel 1834 compose la sinfonia Aroldo In Italia e la messa funebre, scritta per le esequie del generale Damrémont e che fu eseguita nella chiesa de l’ Hôtel des Invalides il 5 dicembre 1837, la sinfonia drammatica di Romeo e Giulietta per soli e coro eseguita nella sala del conservatorio il 24 novembre 1839 la sinfonia funebre e trionfale per armonia militare eseguita per l’inaugurazione della colonna di luglio nella piazza della Bastiglia, e infine l’ouverture del carnevale romano, composizioni che furono tutte esaltate dai giornali e dai critici. Un solo insuccesso turbò Berlioz: l’opera Benvenuto Cellini, dramma in due atti rappresentato il 3 settembre 1838 fu un fiasco completo.

Dopo aver dato molti concerti a Parigi, destinati in maggior parte all’esecuzione di sue opere, Berlioz concepì il disegno di percorrere l’Europa per far uscire la sua musica dal circolo ristretto dei suoi amici ed ammiratori e di dargli, se possibile, il privilegio della popolarità. La sua prima escursione fu a Bruxelles, dove diede due concerti, poi la Germania del nord nel 1843 e si produsse in concerti a Berlino, Amburgo, a Lipsia, a Weimar e a Stoccarda. Due anni dopo visitò Vienna, l’Ungheria, Praga e la Slesia. Nel 1847 si recò in Russia e fece eseguire le sue principali opere a Riga, San Pietroburgo e a Mosca.

Di ritorno a Parigi fu chiamato a Londra per dirigere l’orchestra di Dury-Lane per tutta la stagione del 1848 e nello stesso anno fece un secondo viaggio in Boemia. Altri viaggi e altre composizioni si susseguiranno nella vita di Berlioz, fino alla sua morte, avvenuta nel 1869.

Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Hector_Berlioz

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Benvenuto Cellini
    Versione di Weimar, 1856
    Sebbene il soggetto sia ricavato dalla Vita di Benvenuto Cellini, soprattutto dai passi nei quali si parla della fusione del Perseo, Berlioz si prese numerose libertà con la verità storica aggiungendo alla narrazione originale una vicenda amorosa (l'amore di Cellini per Teresa Balducci, figlia del tesoriere del papa e promessa sposa allo scultore Fieramosca, rivale professionale di Cellini) e il cambiamento di sede (la vicenda è ambientata nella Roma papale durante il carnevale; nella realtà, la fusione del Perseo avvenne a Firenze). Tra i personaggi, oltre ai protagonisti (tenore e soprano) è da osservare una parte "in travesti": Ascanio, un giovane allievo di Cellini, è affidato alla voce di un mezzosoprano.
  • Le carnaval romain, Op. 9
    Ouverture caractéristique, en la majeur, pour orchestre (H95)
  • Le Carnaval Romain, Op. 9
    Ouverture
  • La damnation de Faust
  • L'enfance du Christ, Op. 25
    Trilogie sacrée pour solistes, chœur, orchestre et orgue
  • Grande Messe des Morts (Requiem). Op 5, H 75
  • Harold en Italie, Op. 16 (o H68)
    Aroldo in Italia (Harold en Italie) è una sinfonia in 4 parti con viola principale di Hector Berlioz (op. 16). Composta nel 1834, è ispirata a Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, di Lord Byron.
  • Les Nuits d'été. Op. 7
  • Roméo et Juliette
  • Symphonie fantastique, Op. 14
    Direttore: Eduard van Beinum
  • Symphonie fantastique, Op. 14
    Direttore: Igor Markevitch
  • Symphonie fantastique, Op. 14
    Direttore: Charles Münch
    È detta "fantastica", ossia "di fantasia", in quanto la partitura è legata ad un programma scritto dallo stesso autore. È articolata in cinque, anziché quattro movimenti (cinque come quelli della sinfonia Pastorale di Beethoven, ma anche come gli atti dell'opera francese) collegati da un'idea fissa (idée fixe), un pensiero musicale che nella mente del protagonista si associa sempre alla donna amata.
  • Les Troyens
    Direttore: Thomas Beecham
    Opera integrale in cinque atti su libretto dello stesso compositore, ispirata all'Eneide di Virgilio. Composta fra il 1856 ed il 1858, incontrò grandi difficoltà ad essere messa in scena. L'opera dovette essere scissa in due opere più brevi, La Prise de Troie, della durata di un'ora e mezza e Les Troyens à Carthage, di due ore e mezza. Berlioz riuscì a vedere soltanto la rappresentazione della seconda parte, rappresentata al Théâtre Lyrique di Parigi il 4 novembre 1863.
  • Les Troyens à Carthage
    Direttore: Hermann Scherchen
    Seconda parte dell'opera Les Troyens, comprende le scene III, IV e V della pièce originale, suddivise da Berlioz in quattro atti, ai quali aggiunse un'introduzione orchestrale (Lamento) e un prologo.
 
autore:
Hector Berlioz
ordinamento:
Berlioz, Hector
elenco:
B