Jacques-Bernardin-Henri de Saint-PierreJacques-Bernardin-Henri de Saint-Pierre nacque a Le Havre, in Alta-Normandia, il 17 gennaio 1737. “Bernardin” divenne di fatto il nome con il quale acquisì fama e notorietà, probabilmente per un errore sul frontespizio della prima edizione del 1784 degli Études de la nature; in quell’occasione “Bernardin” venne stampato dopo “Henri” e da quel momento questa alterazione dell’ordine dei nomi di battesimo indusse a considerare “Bernardin” come parte del cognome. Questo viene spiegato nel Preambolo all’edizione del 1806 di Paul et Virginie giustificando l’essere divenuto “Bernardin” il suo nom de plume sia per il pubblico che, a tutt’oggi, per la critica.

Primogenito in una famiglia della piccola borghesia – il padre era un modesto impiegato delle messaggerie di Le Havre – seguito da due fratelli (Dominique e Dutaille) e una sorella, Catherine, con la quale intratterrà una lunga relazione epistolare. Un probabilmente inesistente titolo nobiliare – che lo portò ad autoattribuirsi il titolo di cavaliere – fu abbandonato a metà degli anni ottanta quando scrisse Vœux d’un solitaire – poi pubblicato nel 1789 – dove sostiene le sorti del Terzo Stato.

Fin da bambino fu molto attratto dalla lettura e pare che solo decenne avesse letto, rimanendone molto colpito, Robinson Crusoe di Daniel Defoe e Vie des Saints; tra queste in particolare fu attratto dalla biografia, attribuita a San Girolamo, di San Paolo di Tebe l’Eremita.

Nel 1749 Bernardin accompagnò lo zio materno, il capitano Godebout, in un viaggio fino in Martinica. L’intento del padre di Bernardin era quello di far cambiare ambiente al figlio che dimostrava irrequietezza e propensione eccessiva alla fantasia; ma pare che tale viaggio non sia stato un successo almeno in relazione alle aspettative paterne. Aveva già intrapreso gli studi al collegio di Gisors fin dall’anno precedente e, al ritorno dalla Martinica, proseguì presso i Gesuiti di Rouen e Caen dove rimase fino al 1756 circa. Certamente questo periodo e l’aver conosciuto dall’interno la realtà del mondo ecclesiastico non furono estranei allo sviluppo in lui di idee e atteggiamenti anticlericali.

Particolarmente brillante in matematica, fu ammesso dapprima all’università di Caen, dove compì studi filosofici e scientifici, e poi all’École des Ponts et Chaussées di Parigi dove ricevette il titolo di “élève-contrôleur” che possiamo dire equivalesse ad “aiuto-ingegnere”. Tuttavia le necessità belliche relative alla guerra dei Sette Anni fecero sì che gli venisse conferito il diploma di ingegnere militare nonostante non avesse terminato gli studi. Le vicende belliche lo condussero in Germania, alla partecipazione alla battaglia di Corbach del 10 luglio 1760, a Versailles e infine a Malta dove però ebbe difficoltà a veder riconosciuto il titolo di ingegnere e perdette il grado per insubordinazione; rientrò quindi a Parigi alla infruttuosa ricerca di un impiego in ambito militare e sostentandosi impartendo lezioni private.

Le sue peregrinazioni proseguono attraverso l’Olanda dove avrebbe voluto arruolarsi con l’esercito portoghese in guerra con la Russia. Qui conobbe il giornalista Jacques Mustel che gli fornì un qualche aiuto e Bernardin in ricordo di questo attribuirà il nome del giornalista all’anziano narratore in Paul et Virginie. Ulteriori tentativi di trovare impiego militare lo condussero infine in Russia, dove a San Pietroburgo, in estreme difficoltà economiche, venne aiutato dal governatore della città, maresciallo di Munnichm, e da Duval, il ginevrino che sarà poi il destinatario delle lettere del Voyage à l’île de France, che poté raccomandarlo direttamente all’imperatrice. Dal 1763 prese il via il suo inserimento nella gerarchia militare a Mosca, grazie ad ulteriori influenti protezioni. Luogotenente e subito dopo capitano, si recò in Finlandia per ispezionare delle roccaforti. Ma le influenti protezioni, come causarono la rapida ascesa, così ne cagionarono il termine della carriera: uno dei suoi più importanti protettori, Villebois, Grand Maître de l’Artillerie, cadde in disgrazia e Bernardin con lui.

A questi anni risalgono i primi testi conosciuti di Bernardin: le Observations sur la Finlande e un Projet d’une compagnie pour la découverte d’un passage aux Indes par la Russie che è un saggio di geopolitica ma contemporaneamente un progetto utopico di fondazione di una repubblica ideale situata sul mare d’Aral. Il romanzo intitolato Histoire de la Régente Anne, che avrebbe dovuto raccontare le vicende di Anne de Brunswick, rimase incompiuto.

Nel 1764 abbandonò quindi la Russia per trasferirsi in Polonia, probabilmente dietro consiglio del barone di Breteuil, ambasciatore di Francia in Russia. Iniziò un intenso scambio epistolare con il diplomatico Pierre-Michel Hennin che divenne presto suo protettore. Hennin faceva parte del “Secret du Roi”, il servizio di diplomazia segreto di Luigi XV.

Reclutato con ogni probabilità da Breteuil, Bernardin prese parte all’intrigo che vide contrapposta la fazione a favore di Radziwill, sostenuta dalla Francia, e quella a favore di Poniatowski, che aveva l’appoggio della Russia. Per questo motivo egli entrò in contatto con la principessa Marie Lubomirska (o Marie Miesnik), sposa ripudiata del principe Radziwill. Sembra che la relazione con Marie possa essere stata anche sentimentale oltre che diplomatica, ma le loro lettere in codice non riescono a fare piena luce sul loro reale rapporto.

Nel 1765 si recò a Vienna per ragioni non conosciute. Tornato a Varsavia ottenne un incarico di aiuto di campo dell’Électeur de Saxe. Ma nello stesso anno si trasferì a Berlino, dove Federico II gli propose un posto da capitano-ingegnere, che non fu però accettato da Bernardin. Iniziò una solida amicizia con il consigliere Taubenheim, che diventerà suo protettore e assiduo corrispondente. Secondo Maurice Souriau tutte queste amicizie e protezioni, che appaiono davvero insolite soprattutto per la loro ubiquità e persistenza, sono dovute all’appartenenza alla massoneria; appartenenza che tuttavia è ipotizzata ma non accertata.

Quando al termine del 1765 fece ritorno a Parigi in occasione della morte del padre, il 10 dicembre, Bernardin si trovò in estrema povertà e con l’obbligo testamentario di rimborsare alla matrigna le spese sostenute dal padre per i suoi studi. Iniziò quindi una vita di grandi disagi dapprima a Parigi e subito dopo a Ville-d’Avray dove poté dedicarsi alla scrittura. I testi del 1766 sono le Observations sur le Nord (nelle opere complete postume con il titolo Voyages en Hollande, en Prusse, en Pologne et en Russie). Scrisse poi Mémoire sur la désertion, e cominciò a elaborare il progetto che sfocerà poi negli Études de la nature e nelle Harmonies de la nature, progetto del quale si trovano cenni nei suoi epistolari.

Venne quindi nominato capitano-ingegnere del Re in una spedizione nella colonia dell’Île de France, oggi Mauritius. Ma la destinazione segreta era in realtà il Madagascar e in particolare Fort-Dauphin, colonia francese da tempo trascurata. In questa fase Bernardin rimase particolarmente suggestionato dalle idee e dai progetti di colonialismo “illuminato” prendendo in considerazione l’idea di essere a sua volta protagonista di piani di legislazione dei popoli colonizzati. Ma in Madagascar non arrivò mai per nuovi dissidi e giunse invece alla meta prevista a Port-Louis, capitale dell’Île de France. Le dinamiche di potere interne al governatorato dell’isola lo relegarono a posizioni subalterne (e con uno stipendio ridotto). Nell’agosto e settembre del 1769 fece un lungo viaggio a piedi attraverso l’isola.

Strinse un’amicizia sempre più stretta con l’intendente Poivre, che lo iniziò alla botanica, e, forse soprattutto, con la moglie di lui con la quale ebbe probabilmente una relazione.

Nel novembre del 1768 incrociò, a Port-Louis, la celebre spedizione intorno al mondo dell’ammiraglio Bougainville e consolidò la sua attività di scrittura con i Voyages de Codrus, con notevoli spunti autobiografici, e alcuni manoscritti sulle politiche coloniali, nei quali traspare la sua contrarietà alle pratiche dello schiavismo. A questo periodo risalgono anche la prima stesura del Voyage à l’Île de France e di Paul et Virginie, inizialmente con il titolo Histoire de M.lle de La Tour.

Ancora una volta vari dissidi, questa volta principalmente con il governatore Desroches, ostacolarono il trasferimento di Bernardin all’Île Bourbon (l’attuale La Réunion) in qualità d’ingegnere civile. Riuscì a rientrare in Francia perdendo però il diritto alla pensione che reclamerà in seguito.

Uno scalo di sei settimane all’Île Bourbon durante il viaggio di rientro in Francia fu certamente fonte d’ispirazione per molte descrizioni di persone e ambienti in Paul et Virginie. Durante il viaggio di rientro in Europa ci fu anche una sosta di quasi tre mesi a Città del Capo dove ebbe impressioni positive dalla conoscenza della colonia che allora era olandese prima di divenire britannica.

Nel 1771, tornato finalmente in Francia conobbe Rousseau e poté fargli visita in rue Plâtriere. Il rapporto tra i due, che fu certamente inframezzato da liti e divergenze, fu di amicizia e rimarrà ininterrotto fino alla morte di Rousseau, nel 1778. Questa confidenza che per Rousseau fu anche fonte di ispirazione (per esempio per quanto riguarda la conclusione di Émile et Sophie ou Les solitaires) valse a imprimere alla figura di Bernardin l’immagine di erede morale del pensiero del filosofo ginevrino.

Divenne anche amico con d’Alembert e M.lle Lespinasse. Bernardin cercò quindi l’appoggio degli Enciclopedisti: Condorcet e d’Alembert si prodigarono per trovare un editore disponibile a pubblicare le sue opere, per fargli ottenere una gratifica e lo raccomandarono anche a Turgot.

Per questa strada si giunse così nel 1773 alla pubblicazione presso l’editore Merlin di Voyage à l’île de France nel quale sotto forma di diario e di lettere a un amico, come ho detto sopra, narrò le avventure e le impressioni di viaggio. Furono proprio le proteste contro le crudeltà dei bianchi verso i nativi a suscitare l’interesse di d’Alembert. Tale impresa editoriale conobbe varie traversie e le vendite furono scarse. La controversia sfociò in una causa tra autore ed editore. Ma nello stesso anno Bernardin si vide riconosciuta una pensione di 1000 lire annue rinnovabile. Che però attenuarono solo in parte le ristrettezze finanziarie del quinquennio successivo. Da una parte abbiamo i vani tentativi in direzione di una ricerca d’impiego e dall’altra un intensificarsi dell’attività di scrittura. Tuttavia alcuni suoi scritti – in particolare De la royauté et des rois – non piacquero a d’Alembert e lo allontanarono dagli enciclopedisti.

Non ottenne il premio di eloquenza dell’Accademia di Besançon al quale aveva concorso con Discours sur l’éducation des femmes. La prima lettura pubblica dell’Histoire de M.lle de La Tour nel salotto letterario di M.me Necker, venne duramente criticata mettendo in rilievo la banalità del messaggio moralizzante contenuto nell’opera.

Il 2 luglio del 1778 morì Rousseau e Bernardin iniziò a scrivere l’Essai sur J.-J. Rousseau.

All’inizio del 1779 scoppia l’affaire Dutaille nel corso della lotta per l’indipendenza americana: il fratello di Bernardin, capitano a Santo Domingo, venne accusato di tradimento a favore dell’Inghilterra e rinchiuso nella Bastiglia. Bernardin cercò inutilmente di dimostrarne l’innocenza scrivendo anche un memoriale. Ma Dutaille iniziò a dar segni di pazzia e fu internato, sino alla morte avvenuta poi il 23 ottobre 1791, e fu Bernardin a dover sostenere le spese.

Presentò al ministro Necker dei progetti per la creazione di colonie agricole in Francia e in Corsica, ma questi progetti non ebbero alcun seguito se non la rottura con Necker stesso. Nonostante la miseria, Bernardin rifiutò una gratifica riservata agli uomini di lettere in povertà; la accettò cambiando la motivazione che divenne “per i servigi resi in Polonia”.

Bernardin abbandonò in quegli anni il progetto accarezzato di un testo utopico, L’Amazone, che sarà ripreso dopo la Rivoluzione, e lavorò invece a un “romanzo archeologico” ispirato al Télémaque di Fénelon, intitolato L’Arcadie. Si dedicò inoltre a una sistemazione più organica degli Études de la nature che giunsero alle stampe nel 1784 (con spese di pubblicazione pagate da Hennin) e che ebbero un immediato successo di vendite. Il creato è governato dalla provvidenza divina con la legge dell’armonia tra le piante e il sole, tra l’uomo e il mondo vegetale e quello animale; dalle combinazioni delle armonie nascono i concerti, le assonanze, i contrasti e tutta la vita umana nella sua varietà e ricchezza di suoni, colori e sentimenti.

Il successo editoriale segnò una svolta nell’esistenza di Bernardin: il Maresciallo di Castries (Charles Eugène Gabriel de la Croix), gli commissionò un memoriale sui suoi servigi resi all’Île de France e gli fece concedere l’agognata pensione da capitano-ingegnere. Fu l’inizio della celebrità e della soluzione degli annosi problemi economici grazie anche a pensioni e gratifiche ricevute da vari ministeri e direttamente da Re. Poté acquistare una abitazione nel quartiere Gobelins e pagare i debiti accumulati.

Alla terza edizione di Études nel 1788 l’opera risultò accresciuta con un quarto volume, nel quale troviamo la prima edizione di Paul et Virginie, trasposizione romanzesca dello scritto teorico, insieme al primo libro dell’Arcadie. Troviamo in questa nuova edizione anche una critica alla spiegazione di Newton sulla teoria delle maree; critica che è tuttavia priva di fondamento. Nel frattempo si andarono raffreddando i rapporti epistolari con Hennin.

Nel 1789 ci fu finalmente la pubblicazione di un’edizione separata di Paul et Virginie il cui immediato successo produsse subito una traduzione in inglese estendendo la celebrità dell’autore a tutta Europa. Numerosi anche i tempestivi adattamenti teatrali.

Poiché l’opposizione di Bernardin allo schiavismo era ormai consolidata fin dal 1773 con la pubblicazione del Voyage, M.me Condorcet gli propose di diventare il segretario della Société des Amis des Noirs; Bernardin non accettò.

Nel primo anno della rivoluzione pubblicò Vœux d’un solitaire cosa che smentì la sua fama di conservatore e monarchico (egli vedeva invece con favore le spinte rivoluzionarie), e lo portò ad essere esponente di spicco del Terzo Stato. Indirizzato al clero, alla nobiltà, al popolo, alla nazione francese, alle nazioni d’Europa, è una meditazione sulla situazione della Francia rivoluzionaria con riflessioni sull’azione politica ispirate da un sentimentale riformismo naturalistico.

Nel corso del 1790 fece numerose conoscenze femminili tra le quali quella di Jane Dalton, la traduttrice inglese di Paul et Virginie. Confermò la sua posizione antinewtoniana già presentata a proposito dell’origine delle maree ed estesasi al complesso della cosmologia esposta dallo scienziato inglese, in particolare con il sostenere da parte di Bernardin la tesi dell’allungamento del pianeta ai poli.

Alla fine dell’anno venne pubblicato con nuovo e importante successo il racconto filosofico, La chaumière indienne, nuova esemplificazione della bontà e felicità dello stato primitivo di natura.

Il primo gennaio 1791 è la data della chiusura della corrispondenza con Hennin. Subito dopo venne pubblicato Suite des vœux d’un solitaire, nel quale l’autore fornì le ragioni del suo ritiro dalla vita politica ribadendo le sue convinzioni in merito al colonialismo e al problema dello schiavismo. In quest’ottica va visto dramma Empsaël, nel quale si immagina una società, collocata in Marocco, nella quale i bianchi diventano schiavi dei neri.

I fatti della Rivoluzione lo avevano ormai reso scettico e apprensivo e il 14 luglio 1792 scrisse Invitation à la concorde pour la fête de la Confédération. Nonostante non si fosse candidato venne eletto alla Convenzione il 4 settembre. Nel luglio 1792 venne nominato intendente del Jardin des Plantes, succedendo a Buffon che era morto nel 1788. Rimase in carica un solo anno in quanto la carica venne soppressa nel 1793.

Nello stesso anno ci fu la quarta edizione di Études de la nature, aumentata da un quinto volume che include i Vœux d’un solitaire, La chaumière indienne e il racconto filosofico Le café de Surate.

Si trasferì in campagna, a Essonnes, dove sposò Félicité Didot, la figlia del suo celebre editore.

Il 4 febbraio 1794 nacque la figlia Virginie. La Convenzione abolì in quell’anno ufficialmente la schiavitù senza che questo potesse evitare la rivolta degli schiavi alle Antille. Bernardin si rifiutò di prendere pubblicamente posizione in questo caso.

Venne istituita l’École Normale dalla Convenzione e Bernardin venne nominato professore di morale repubblicana. Ma l’entusiasmo che la cosa aveva suscitato venne smorzato dalla visione deista di Bernardin e dalle sue tesi scientifiche certamente molto personali. Il manoscritto del corso rappresentò la prima stesura delle Harmonies de la nature.

Alla chiusura dell’École Normale, venne nominato membro dell’Institut de France dove intraprese la sua personale battaglia a sostegno del deismo e contro materialismo e ateismo.

Riprese a lavorare al testo utopico L’Amazone, che non porterà a a termine.

Nel 1798 nacque il figlio Paul, e Bernardin pubblicò un breve opuscolo intitolato De la nature de la morale. Ma l’anno successivo morì la moglie lasciando Bernardin a doversi occupare da solo dei due figli; la vedovanza durò solo un anno e nel 1800 si risposò ormai sessantatreenne con la ventenne Desirée de Pelleporc dalla quale ebbe nel 1802 il figlio Bernardin, che morirà però a soli due anni d’età.

Bernardin si mostrò favorevole al colpo di stato del 18 Brumaio, diventando uno degli intellettuali di punta dell’Impero napoleonico. In seguito alla riforma dell’Institut de France e alla rifondazione dell’Académie française, soppressa dalla Convenzione, Bernardin ne divenne presidente nel 1807.

Nel 1804 venne data alle stampe la quinta edizione di Études de la nature, l’ultima rivista e approvata dall’autore.

Nel 1806 gli fu conferita la Legione d’onore. Venne pubblicata un’edizione di lusso Paul et Virginie. Ci fu pure un rientro nell’ambito dell’adesione al cattolicesimo arguita dall’acquisto di quattro posti nella chiesa di Éragny-sur-Oise, località dove si era trasferito. Strinse amicizia con il fratello maggiore di Napoleone, Joseph Bonaparte e scrisse il racconto filosofico La mort de Socrate.

Lavorò intensamente gli ultimi suoi anni di vita a Harmonies de la nature, assieme al segretario e amico Louis Aimé-Martin. Il risultato sono numerose versioni manoscritte dell’opera.

Il 21 gennaio 1814 Bernardin morì a Éragny-sur-Oise.

Le Harmonies de la nature vengono pubblicate postume da Aimé-Martin, presso l’editore Méquignon-Marvis, in una versione che si presta però a molte critiche.

Aimé-Martin fu anche l’esecutore testamentario di Bernardin e ne sposò la vedova. Intraprese poi la pubblicazione di una monumentale edizione delle Œuvres complètes, sempre presso l’editore Méquignon-Marvis. L’opera in dodici volumi venne ripubblicata sino al 1865, e rimase, nonostante numerose riserve sull’operato di Aimé-Martin, l’edizione di riferimento dell’opera di Bernardin de Saint-Pierre sino all’edizione critica Garnier del 2014.

Fonti:

  • F. Maury, Étude sur la vie et les œuvres de Bernardin. Parigi 1892.
  • M. Menin, Cronologia della vita e delle opere di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre. In: Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre, Studi della Natura. Milano-Udine, 2020.
  • M. Souriau, Bernardin d’apres ses manuscrits. Parigi 1905.
  • J.J. Simon, Bernardin ou le Triomphe de Flore, Parigi 1968.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

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  • Paolo e Virginia
    Sogno d’amore e di bellezza, illusione di una umanità senza peccato e di una impervia armonia tra natura e cultura, questo breve romanzo, ambientato a Mauritius, assurge a esempio di questo spesso sognato ma apparentemente impossibile equilibrio.
 
autore:
Henri Bernardin de Saint-Pierre
ordinamento:
Bernardin de Saint-Pierre, Henri
elenco:
B