La Grande fuga (Große Fuge) in Si bemolle maggiore op. 133 è una composizione per quartetto d’archi di Ludwig van Beethoven famosa per l’estrema perizia tecnica richiesta nella sua esecuzione e per la sua natura introspettiva ed enigmatica, superiore persino agli standard raggiunti dal compositore nel suo ultimo periodo di attività. Fu scritta tra il 1825 e 1826, quando il compositore era già completamente sordo.

Beethoven in un primo momento compose l’imponente fuga come il movimento finale del suo quartetto d’archi n. 13 in Si bemolle maggiore op. 130. Tuttavia, essendo la fuga talmente ardua per gli esecutori contemporanei, come pure inaccessibile e impopolare per la maggior parte del pubblico, l’editore di Beethoven insistette con lui affinché scrivesse un nuovo finale sostitutivo per il quartetto d’archi.

Era nota la caparbia personalità di Beethoven e la sua indifferenza verso le opinioni e i gusti del pubblico, ciò nonostante, in quest’occasione egli accettò le richieste del suo editore e pubblicò la fuga come una composizione indipendente, con un numero d’opera a sé; divenne così la Große Fuge op. 133, «tanto libera, quanto ricercata». Scrisse poi un finale che sostituì la fuga nel quartetto op. 130, questa volta dal carattere decisamente più luminoso e disteso, più affine agli altri movimenti dell’opera.

Il quartetto d’archi si apre con una ouverture di 24 battute che introduce uno dei due soggetti della fuga, un motivo molto affine a quello che apre il quartetto d’archi n. 15 in La minore op. 132. Beethoven s’immerge poi in una doppia fuga tumultuosa, con un secondo soggetto caratterizzato da drammatici cambi di tonalità e violente dissonanze che si susseguono rapidissime e che pongono, nella sua esecuzione, impervie difficoltà d’intonazione per ognuno dei quattro strumenti.

A seguire l’apertura fugata ci sono una serie di sezioni con tonalità, ritmi e tempi in contrasto tra loro, con brusche interruzioni, che creano una trama inaspettata e sorprendente. Nel finale i toni si rallentano con lunghe pause che conducono l’ascoltatore alla ricapitolazione dell’ouverture che porta allo slancio finale e alla chiusura del movimento.

La Grande fuga è anche un esempio dell’ultimo stile di composizione investigato da Beethoven negli ultimi anni della sua vita: la sintesi delle variazioni su un tema, della forma sonata e della fuga, tutte sapientemente amalgamate tra loro. La sezione lirica in Si bemolle della composizione assume il peso di un tempo d’adagio indipendente dal resto della composizione. Alcuni commentatori hanno tentato di analizzare l’intero pezzo in termini di forma sonata.

Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_fuga

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titolo:
Grande fuga in Si bemolle maggiore, Op. 133
sottotitolo:
Direttore: Hans Swarowsky
titolo per ordinamento:
Grande fuga in Si bemolle maggiore, Op. 133
descrizione breve:
Composizione per quartetto d'archi, famosa per l'estrema perizia tecnica richiesta nella sua esecuzione e per la sua natura introspettiva ed enigmatica, superiore persino agli standard raggiunti dal compositore nel suo ultimo periodo di attività.
autore:
artista:
  • Beethoven, Ludwig van (ruolo: Compositore)
  • Kölner Rundfunk-Sinfonie-Orchester (ruolo: Orchestra)
  • Swarowsky, Hans (ruolo: Direttore)
cura:
Marco Calvo, https://www.marcocalvo.it/
Dario Giannozzi
licenza:

data pubblicazione:
14 dicembre 2021
anno di pubblicazione opera di riferimento:
1962
genere:
Musica classica
opera elenco:
G
tipo registrazione:
In studio analogica
pubblicazione:
Dario Giannozzi
revisione:
Dario Giannozzi