Maria Boschetti AlbertiMaria Boschetti Alberti nacque a Montevideo, in Uruguay, il 23 dicembre 1879 (secondo altre fonti – tra le quali l’Enciclopedia online Treccani – nel 1884, ma questo dato contraddice tutta la cronologia degli avvenimenti della sua famiglia). I genitori erano di origine ticinese e decisero di tornare a stabilirsi nel luogo di provenienza nel 1883 quando Maria era ancora bambina. Il padre Giuliano, originario di Bedigliora, era un disegnatore-decoratore – era a Montevideo per decorare l’interno della cattedrale – e la madre Teofila Ferretti era insegnante.

Maria era quarta di otto figli e tra i suoi fratelli va ricordato il quintogenito Francesco Alberti, nato anch’egli a Montevideo nel 1882, il quale divenne sacerdote dopo aver conseguito il dottorato in filosofia a Milano e fu attivissimo nell’ambito dei movimenti sindacali di ispirazione cristiano-sociale e autore di due interessanti romanzi in tema di emigrazione e lotte politiche tra conservatori e liberali, con gli indissolubili aspetti di clientelismo e corruzione. Val la pena ricordare Il Voltamarsina, recentemente ristampato.

Maria frequentò quindi la scuola normale di Locarno. Nel 1894 ottenne il diploma di insegnante all’istituto santa Caterina, sempre a Locarno. La vocazione per l’insegnamento si fece dunque sentire quando era ancora adolescente: al momento del diploma non aveva ancora quindici anni e riuscì a farsi credere meno giovane, sfruttando la difficoltà di controllare l’atto di nascita sud-americano, e riuscì a entrare subito nell’insegnamento nel Malcantone in varie località e poi a Muzzano stabilmente dal 1 ottobre 1917.

Nel 1920 si sposò col direttore di ferrovia Pierino Boschetti dal quale ebbe due figli, Franco e Giuliana.

Nel 1916 aveva intrapreso un viaggio pedagogico in Italia, visitando a Milano e a Roma scuole per bambini con problemi di apprendimento (e anche più gravi) e, con più interesse, classi montessoriane dalle quali trasse alcuni spunti per una esperienza personale di scuola nuova, condotta a Muzzano in una prima-seconda elementare mista, e di cui è rimasto prezioso documento un diario del 1919-20, pubblicato nel 1939 in articoli degli anni 1934-38.

Nel 1923, tra i visitatori della scuola troviamo anche Giuseppe Lombardo Radice, il quale in una nota dell’anno successivo (divenuta poi un capitolo di Athena fanciulla) rimarcava i risultati agli educatori italiani, definendo poi Muzzano «una bandiera della riforma della scuola italiana»; nel 1924, però, la scuola fu chiusa (Educazione Nazionale, dicembre 1924)…

La Boschetti Alberti si trasferì allora ad Agno, non lontano da Vezio, in classi terza, quarta, quinta e, in fine, in una scuola maggiore di ragazzi e ragazze dagli 11 ai 15 anni, di classe VI e successive.

Per Agno, dove più compiutamente Maria Boschetti Alberti poté mettere in pratica le sue idee sull’insegnamento e sulla scuola, passarono visitatori illustri (nuovamente il Lombardo Radice, ma anche il Ferrière, il Bovet, il Dottrens) ed educatori venuti d’ogni paese, perfino dall’India e dalla Cina, i quali vi trovavano la scuola attiva ideale senza pesantezza di dottrinarismi, e la «scuola di domani», la scuola dell’avvenire.

Nella sua fama ed esemplarità internazionale, la scuola serena di Agno restava pur fortemente ancorata alla espressione educativa del Canton Ticino, all’interno della quale Boschetti Alberti riuscì a coniugare armonicamente i valori della civiltà italica e quelli della patria elvetica. «Siamo Svizzeri con tutte le nostre fibre; ma le nostre fibre sono di stirpe italiana», disse Maria nel corso della commemorazione del decennale della scomparsa di Giuseppe Motta: e non è difficile riconoscere nella scuola serena le ispirazioni educative che animavano da tempo lo spirito pedagogico italiano, che la Svizzera italiana seppe cogliere in maniera costruttiva e innovativa.

Nel 1934 divenne presidente della Sezione Ticino della società delle maestre svizzere. Nel 1946 ricevette un attestato di benemerenza per il mezzo secolo di insegnamento “durante il quale ha formato uomini liberi e cittadini schietti e responsabili”.

Colpita da grave paralisi nel 1948, Maria Boschetti Alberti fu ricoverata in una clinica dopo 51 anni di insegnamento. «Siccome non aspetto nè lodi, nè ricompense, nè promozioni – scriveva già nel 1919 – continuai sempre la mia strada lottando per il bene dei fanciulli»; e nel luglio 1948, a un gruppo di ammiratori che la visitavano all’ospedale, soggiungeva: «Beati voi che avete tempo di vivere ancora in mezzo ai bambini»; mezzo secolo, tutta una vita, anzi, vissuta nella fedeltà alla vocazione che sentì così precocemente dedicata all’infanzia e alla fanciullezza sempre con grande dedizione e impegno.

Morì ad Agno il 20 gennaio 1951.

Scritti:

  • Il diario di Muzzano, Brescia, 1939
  • La scuola serena di Agno, in «L’Adula» 1926-27 (e poi: L’école sereine d’Agno, Genève, 1928).

Questi saggi (insieme con Libertà educativa) raccolgono l’essenziale del pensiero dell’autrice.
Fra gli altri scritti:

  • Il metodo di Muzzano (in: «Scuola Italiana Moderna», dic. 1924, n. 10).
  • Una confessione di maestra – Per la scuola serena, maestro ed alunno a scuola – L’insegnamento delle scienze, la storia naturale nella scuola ticinese (in: «L’Educazione nazionale», dic. 1924; apr. 1925; genn. 1925).
  • La spontaneità nella scuola – Padri e figli (in: «Bollettino del Gruppo d’Azione per le Scuole del popolo», ott. nov. 1925 e 1931).
  • La disciplina nella libertà (in: L’aube de l’école sereine en Italie par Ad Ferrière, Paris, 1927, pp. 65 sgg.).
  • Rapports entre maîtres et élèves (in: La liberté de l’enfant à l’école active, recueil de monographies par Ad. Ferrière, Bruxelles, Paris, 1928, pp, 62-76, ma, in parte, in Diario di Muzzano, 1939, pp. 142-50 e, tutto, in «Supplemento pedagogico di Scuola Italiana Moderna» 1935, n. 5, col titolo: Disciplina spontanea).
  • Le don de soi dans l’éducation (in: «Annuaire de l’instruction publique en Suisse», 1929), tradotto: Dono di sè nell’educazione (in: «Suppl. pedag. di Sc. It. Mod.», 1936, n. 3).
  • Ricordi della scuola di Agno – Lettera di una maestra alle madri degli scolari – Lettere alle mamme degli scolari (in: «Supplemento pedagogico di Scuola Italiana Moderna», 1938, n.4; 1938, n. 5; 1939, n. 4).

Pubblicò vari scritti della Boschetti Alberti la citata rivista ticinese «L’Adula» di Bellinzona.

La Boschetti Alberti stava scrivendo, nei suoi ultimi anni di vita, un Diario.

Di essa hanno detto o trattato, tra i tanti (e sono queste le fonti dalle quali ho desunto la precedente breve nota biografica):

  • G. Lombardo Radice (Athena fanciulla, Firenze, 1931, pp. 221-46)
  • A. Ferrière (École attive, p. 46 – L’aube de l’école sereine en Italie, 1927, pp. 65-77; Pratique de l’école active, 1929, pp. 128-36 – La liberté de l’enfant à l’école active, Bruxelles-Paris, 1928, pp. 60–61)
  • R. Dottrens (Le progrès à 1’école, Neuchâtel, Delachaux et Niestlé, 1936 p. 60)
  • V. Chizzolini («Supplemento Pedagogico di Scuola Italiana Moderna», giugno 1939, pp. 239-42, in un articolo che fu poi Prefazione al Diario di Muzzano, Brescia, 1939, e Id. dic. 1948, pp. 68-70)
  • A. Boyer (Pédagogie Chrêtienne, Paris, 1947, pp. 178-79).

Si segnala anche il filmato che si trova a questo indirizzo: https://lanostrastoria.ch/entries/xr276v047Y3

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • La scuola serena di Agno
    In questo volumetto, che raccoglie due scritti, sono espressi alcuni caposaldi del pensiero pedagogico di matrice cristiana, che l’autrice aveva fatto suo, ma all’interno del quale seppe, come altri, abbandonarne l’idea gerarchico-autoritaria.
 
autore:
Maria Boschetti Alberti
ordinamento:
Boschetti Alberti, Maria
elenco:
B