Mario Betti nacque a Bagni di Lucca il 21 marzo 1875. Suo padre Adelson era farmacista e sarebbe toccato a Mario ereditare e gestire la farmacia di famiglia. Il suo fratello gemello Adolfo intraprese invece la carriera di violinista. La madre si chiamava Dalmansina Amadei.
Dopo solo un anno rinunciò però al corso di farmacia e si laureò all’Università di Pisa nel 1897 in chimica e farmacia e rimase per un anno come assistente nella stessa università incominciando subito a percorrere la strada dell’interesse che caratterizzò la sua vita scientifica: la ricerca sui composti eterociclici pentaatomici.
Insegnò Chimica Generale all’università di Firenze per dieci anni, dal 1898 al 1908, subentrando nelle responsabilità di U. Schiff che nello stesso periodo dovette per ragioni di salute rinunciare a gran parte delle sue attività. Per due anni fu poi a Cagliari dove si dedicò soprattutto all’allestimento dell’istituto di chimica. Dal 1910 fu a Siena dove divenne preside di facoltà e rettore. Dal 1921 al 1923 ebbe la cattedra di chimica farmaceutica a Genova. Dal 1923 subentrò nella cattedra che fu di Giacomo Ciamician all’Università di Bologna, e nel 1929 divenne Preside della Facoltà di scienze fisiche matematiche e naturali nella stessa Università bolognese.
È stato membro del Consiglio Superiore dell’Educazione Nazionale, del Comitato chimico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, del Consiglio della Union Internationale de Chimie. È stato socio dell’Accademia dei Lincei e uno dei Quaranta della Società Italiana delle Scienze.
Ha compiuto studi nel campo dalla chimica organica con particolare attenzione per la chimica dei composti eterociclici. La reazione generale di sintesi di derivati eterociclici basata sulla condensazione dei naftoli con aldeidi aromatiche e ammine primarie viene indicata come “reazione di Betti” ed ha come risultato della sintesi composti nafto-isossazinici.
Ha compiuto studi innovativi sulle basi organiche, sullo sdoppiamento in antipodi ottici di molti composti, sulle reazioni di ossidazione spontanea, sui rapporti tra potere rotatorio e costituzione chimica, comprendendo per primo l’importanza del carattere chimico dei sostituenti del carbonio asimmetrico.
In contrasto con le idee sostenute da Guye, dimostrò che l’andamento dell’influenza dei vari radicali legati al carbonio asimmetrico sul potere rotatorio è proporzionale a quella della costante di dissociazione degli acidi carbossilici sostituiti dallo stesso radicale. Questa relazione, ricordata ancor oggi come “Relazione di Betti” è uno dei contributi più importanti nella ricerca in chimica organica nella prima metà del ventesimo secolo.
Ha compiuto inoltre studi sulle qualità delle acque minerali e delle acque termali (Bagni di Lucca e Fiuggi) illustrando l’idrologia di varie regioni.
Gli ultimi dieci anni di vita li dedicò all’attività ottica nell’ambito delle trasformazioni biologiche. Partendo dalla constatazione che dal punto di vista stereochimico i prodotti asimmetrici naturali assumono configurazione antipodica, mentre i sintetici sono racemi, il Betti raccolse le ipotesi di Pasteur e Kuhn intensificando la sperimentazione, soprattutto sulle forme gassose, sull’influenza della luce polarizzata, e ottenendo per la prima volta una sintesi asimmetrica. I risultati di questa sperimentazione furono comunicati all’Accademia delle scienze a Bologna pochi giorni prima della sua scomparsa e sono pubblicati, firmati insieme a E. Lucchi, nelle «Memorie dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna», volume IX [1941-1942], pp. 203-209 col titolo Ricerche sulla sintesi asimmetrica assoluta. Con questa ricerca viene in pratica confermata l’ipotesi naturalistica sull’asimmetria, superando anche in questo campo l’antiquato concetto di “forza vitale”.
Il 20 ottobre 1939 era stato nominato Senatore nella XXX Legislatura del Regno d’Italia.
Morì a Bologna il 13 maggio 1942.
Oltre 130 le sue pubblicazioni comparse su «Gazzetta chimica italiana», «Rendiconti dell’Accademia dei Lincei», «Memorie dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna», «Atti della Società italiana per il progresso delle scienze», «Berichte der deutschen chemischen Gesellschaft».
Fonti:
- A. Coppadoro, I chimici italiani e le loro associazioni, Milano 1961
- A. Coppadoro, necrologio in «La chimica e l’industria», XXIV (1942)
- Giovanni Battista Bonino: Mario Betti e la sua opera: commemorazione letta nell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Lucca, Lucca, 1949
- Sergio Berlingozzi: Mario Betti: 1875-1942: commemorazione tenuta il 18 gennaio 1953 alla sezione emiliana della «Società chimica italiana in Bologna», compiutosi il decennale della scomparsa del maestro. Estr. da: «Gazzetta chimica italiana», vol. 83.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti.
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Alchimia e Chimica
- L'azione chimica dei fermenti
- Commemorazione dell'accademico professore Giuseppe Plancher
- Costituzione chimica e potere rotatorio
III.a NOTA - Costituzione chimica e potere rotatorio
IV. Composti cinnamici sostituiti - Reazione generale di condensazione fra βnaftolo, aldeidi e amine
- Sull'addizione di basi aldeido-aminiche ai naftoli
- Sulla reazione fra βnaftolo, formaldeide e idrossilamina