Mario Borsa è stato un giornalista italiano, nato a Regina Fittarezza (Lodi) nel 1870 e morto a Milano nel 1952. Si è laureato in lettere all’Università di Milano nel 1893 e ha iniziato la sua carriera come critico teatrale per il quotidiano “La Perseveranza”. Nel 1897 è diventato corrispondente da Londra per “Il Secolo”, il primo giornale italiano dell’epoca, di cui è stato poi redattore capo con funzioni direttoriali dal 1911 al 1918. Ha collaborato a numerosi giornali esteri: “Le Petite République” di Parigi, e “Standard”, “The Tribune”, “Daily News” e “The Times”.
Allo scoppio della prima guerra mondiale il B. influenzò considerevolmente la campagna per l’intervento italiano, sostenendo fermamente le posizioni dell’interventismo democratico (Bissolati). Durante il conflitto si batté con numerosi scritti per la solidarietà con i paesi alleati, in particolare con la Gran Bretagna: Italia e Inghilterra (Milano 1916), Sui campi di battaglia inglesi e in mezzo alla grande flotta (Milano 1916), L’Inghilterra e i suoi critici (Milano 1917), La vittoria e il mare (s.l. nè d.: ma Milano dopo il 1918).
Durante il conflitto del 1915-18 (ebbe come collaboratore Cesare Battisti), Borsa fece visita al nostro fronte, a quello francese e inglese e a Parigi vide nel marzo del 1918 gli effetti devastanti del bombardamento tedesco sulla città con il celebre grande Bertha, un cannone da 355 mm.
Nel 1923 è passato al “Corriere della Sera”, occupandosi di politica estera, ma quando, nel novembre del ’25, Luigi Albertini fu estromesso dal “Corriere”, anch’egli si dimise. Collabora a “Rivoluzione Liberale” di Gobetti, al “Caffè” di Parri e di Bauer.
Con l’avvento del fascismo, rivelò apertamente la sua opposizione al regime di Mussolini al quale si oppose con la pubblicazione del libro La libertà di stampa costretta a subire le imposizioni e le censure del regime. Lungi dal piegarsi alla minacce del fascismo firmò nel 1925 il manifesto degli antifascisti che gli comportò la vigilanza speciale e la carcerazione, due ammonizioni che prevedevano ispezioni in casa da parte della polizia, l’obbligo di rincasare e di uscire a ore fisse e il divieto di frequentare luoghi pubblici e di assentarsi da Milano senza permesso.
Così, negli anni del fascismo imperante, Borsa vive in un riserbo operoso: si dedica a lavori di divulgazione storica, conserva la corrispondenza del “Times”, anche se viene incluso nella lista dei centoventi giornalisti antifascisti estromessi dal sindacato e dall’albo.
Per anni non fu trovata una prova contro di lui. Solo nel 1935 venne arrestato per la prima volta, con l’accusa di disfattismo. Condotto in carcere il 12 gennaio, vi rimase un solo giorno. L’intervento dell’ambasciata inglese consentì la sua immediata scarcerazione nell’indomani. Dal novembre 1936 però non gli fu più consentito di recarsi all’estero.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra contro Francia e Gran Bretagna. Il 19 luglio Borsa fu arrestato. Venne trasferito nel carcere di Como, poi fu internato nel campo di concentramento di Istonio Marina, presso Vasto, in Abruzzo. Grazie all’interessamento della famiglia, fu liberato il 5 settembre, rimanendo comunque sottoposto a sorveglianza.
Liberato, riprese contatti con gli antifascisti (Partito d’Azione) e nell’estate del 1944 il Comitato di Liberazione Nazionale (C.N.L.) che agiva ancora in clandestinità, gli affidò l’incarico di Direttore del “Corriere delle Sera” a liberazione avvenuta. Il 26 aprile 1945 uscì da Via Solferino il primo numero de “Il nuovo corriere della sera” diretto da Mario Borsa.
Reintegrata la famiglia Crespi nella proprietà del giornale, il Borsa ne abbandonò la direzione per dissensi, collaborando da quel momento alla “Stampa” di Torino.
Ha scritto numerosi libri sul mondo inglese, sul giornalismo, sul laborismo e sulla storia contemporanea. Tra i suoi romanzi si ricordano La cascina sul Po (1920) e le Memorie di un redivivo (1945), in cui racconta le sue esperienze durante il fascismo e la guerra. È stato un giornalista con la schiena dritta, difensore della libertà e dell’indipendenza dell’informazione, perseguitato dal regime mussoliniano per le sue idee liberali.
Fonti:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Borsa
- https://www.treccani.it/enciclopedia/mario-borsa_(Dizionario-Biografico)
- https://it.gariwo.net/giusti/coraggio-civile/mario-borsa-16442.html https://www.comune.somaglia.lo.it/il-comune/il-nostro-paese/personaggi-illustri/mario-borsa/
- https://odg.mi.it/wp-content/uploads/2020/03/walter-tobagi.pdf
- https://www.corriere.it/cultura/17_luglio_02/mario-borsa-la-liberta-di-stampa-alessandra-de-nicola-rubettino-a66d3b12-5f38-11e7-8241-893ad62f90c4.shtml
Note biografiche a cura di Claudio Paganelli
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La libertà di stampa
Il saggio-pamphlet del giornalista Borsa a favore della libertà di stampa vede la luce a Milano nel 1925, poco dopo l’assassinio del deputato Matteotti. Il governo sta preparando misure per imbavagliare la libera informazione. - Il matto
Romanzo
In questo notevole romanzo Borsa comunica le proprie idee libertarie attraverso il racconto degli avvenimenti che portarono a Milano il governo repubblicano che durò dal 1447 al 1450, dalla morte di Filippo Maria Visconti fino al completarsi dell’azione ambigua di Francesco Sforza. - Sui campi di battaglia inglesi e in mezzo alla grande flotta
Note e impressioni
Borsa, nell’opuscolo, descrive con vivacità e realismo le scene di combattimento, le sofferenze dei soldati, le strategie militari, le condizioni di vita nelle trincee e nei villaggi devastati dal conflitto. - Verso il sole di mezzanotte
Note scandinave
Questo è il ricco ed interessante diario di viaggio in Scandinavia dalla penna di Mario Borsa, valente giornalista, che nel 1899 partecipò al IV quarto Congresso Internazionale della Stampa di Stoccolma. Egli rimase affascinato in particolare dalla Norvegia. - La vittoria e il mare
L’opuscolo, ricco di immagini, descrive il contributo della flotta inglese alla vittoria degli alleati: la flotta inglese aiutò lo sforzo bellico dell'Italia, garantendo le importazioni di materiali essenziali durante la guerra.