Dall’incipit del libro:
1.
L’alto desir che ‘n petto mi germoglia,
e vuol ch’io dica quant’i’ vidi allora
ch’ebbe principio la penace doglia
ch’al cor cosí s’impresse e fe’ dimora,
fin che rivolse al ciel ogni mia voglia
quella la cui vertute il mondo onora,
l’alto, dico, desir: – Ciò che vedesti, –
mi dice ogni or, – perché non manifesti?
2.
Porgi la mano a l’onorata penna,
e scrivi ciò che l’alma Ninfa in l’acque,
di quella diva che ‘l ben far t’accenna
cantò, quando ‘l suo canto sí ti piacque:
il canto che d’andar al ciel t’impenna,
poi che di quella in cor pensier ti nacque;
e mentre la memoria è salda scrivi,
ché scrivendo di lei seco t’avivi.
3.
Né taci il dir di quel buon dotto Veglio,
che gli effetti d’Amor e la natura
aperto ti mostrò, com’in un speglio
si vede per iscontro una figura.
Com’imparasti ciò che far sia meglio,
quando t’accende amor e ‘l cor ti fura,
fa che dimostri altrui, e quel sentiero
ch’al Tempio ti menò, sacro e sincero.


