Dall’incipit del libro:
Esiste in Genova un misterioso quartiere, ove l’ombra e il tanfo della miseria pare si siano raccolti a condensare in un punto solo tutte le ripugnanti manifestazioni delle umane sventure. Esso si estende sovra una collina, che come un’escrescenza malata domina via Madre di Dio e va a terminare su via Ravecca e nel piano di Sant’Andrea. Pare che l’opera industre dell’uomo abbia edificato quel gruppo malsano di case a bella posta per rendere più forte il contrasto tra il luridume della più tenebrosa miseria e la piacevole appariscenza dell’agiatezza, quale si può ammirare sul vicino e salubre colle di Carignano. Da una parte le tenebre e la nausea della sporcizia, dall’altra il sole e il profumo dei fioriti giardini. La natura vive, appunto, di questi contrasti. Allorché essa ha raffigurata una cosa bella, le pone a fianco il pantano, quasi per fare apprezzare maggiormente la prima e fors’anche per un suo bisogno o bizzarro capriccio, che le impone di sfogare le insane perversioni, che, in fondo, si trovano diffuse ovunque, negli uomini come nelle cose.


