Silvio Benedetti nacque a Padova il 4 luglio 1884. Il padre Cesare era avvocato e avviò il figlio alla professione legale. Infatti Silvio si laureò in giurisprudenza a Padova nel 1908. La madre era la nobile veneziana Antonia Nardi.
Pur appassionato di teatro e già autore di alcune commedie che non ebbero però grande riscontro né di critica né di pubblico, dopo la laurea iniziò a lavorare nello studio legale del padre. Gli esordi tra il 1919 e il 1920 furono con le commedie La più forte, Dall’ignoto, Norì per pietà non ridere così. La svolta avvenne il 15 dicembre 1922 quando Alfredo De Sanctis – attore affermatissimo che, con la propria compagnia rappresentava con successo lavori di Ibsen, Gor’kij, Butti, Brieux – portò sulla scena, al teatro sperimentale di Bologna, Se quell’idiota ci pensasse, che fu un immediato e grosso successo, sia per la critica – che gli conferì il premio della Società Italiana degli Autori – che per il pubblico; successo che fu confermato dalle repliche nelle più importanti città d’Italia. Alla prima recita a Roma, al teatro Argentina, assistette Mussolini che ebbe per l’autore parole di lode. Scrive in proposito Mario Sandri:
«[…] recitata dal De Sanctis all’Argentina con vero, caloroso, pienissimo successo d’applausi e di lodi. Queste commedie d’autori giovani, meglio d’ogni altro esempio, hanno dimostrato come sia veramente arduo giudicare un lavoro teatrale alla semplice lettura e come la prova scenica si renda necessaria: le acclamazioni tributate agli “ignoti” e la loro rapida affermazione sui palcoscenici più vari hanno confermato come non fosse più ammissibile condannare al silenzio tante valide e fresche energie fattive, soprattutto quando il teatro italiano – a questi chiari di luna – ha tante esigenze, tanto bisogno di una voce nuova, tanto infinito cammino da percorrere, così smisurati ostacoli e siepi così folte di pregiudizi da superare e da varcare.»
Reso più baldanzoso dal successo Benedetti rinunciò a proseguire la carriera legale e abbandonò lo studio del padre nel 1925 trasferendosi a Vicenza dove risiedette fino al 1927 e dove, nel 1928, venne dato alle stampe dal colto e raffinato editore Ermes Iacchìa Se quell’idiota ci pensasse.
Silvio Benedetti si trasferì poi per un breve periodo a Novara e infine si stabilì a Roma dove rimase per vent’anni fino al 1949. Proseguì la sua attività di autore teatrale, senza però riuscire più a uguagliare il successo della sua commedia più famosa, né a replicarne le caratteristiche e la qualità; questo nonostante i suoi lavori abbiano figurato nel repertorio di alcuni tra i più noti attori teatrali del periodo, come Uberto Palmarini e Renzo Ricci. In conseguenza allo scarso riscontro di pubblico numerose sue commedie sono rimaste “mai rappresentate”.
Nel 1936, in seguito a una grave forma di malattia nervosa, fu ricoverato all’ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà, a Roma. Questa esperienza fu ispirazione per il componimento poetico Un poeta fra i pazzi, pubblicato nel 1938 dall’editore Cosmopoli di Roma con prestigiosa prefazione a firma del filosofo e critico teatrale Adriano Tilgher. Marginalmente affiancò all’attività teatrale anche quella giornalistica, collaborando con articoli e breve narrativa a “Il Gazzettino di Padova” e “Il Gazzettino di Venezia”.
Nel 1949 fece ritorno definitivamente alla città natale, dove era tornato per brevi soggiorni anche in anni precedenti, come testimoniano lettere autografe di tono disperato («sono morente qui all’albergo Zaramella e prima di morire vorrei domandare […] perdono del mio contegno…»). Morì a Padova il 28 luglio del 1951.
Fonti:
- R. Tardi, voce Benedetti, Silvio in Dizionario biografico degli italiani Treccani.
https://www.treccani.it/enciclopedia/silvio-benedetti_(Dizionario-Biografico)/ - M. Sandri, Teatro sperimentale di Bologna, in “Noi e il mondo”, Rivista mensile del “La Tribuna”; 1 Gennaio 1923.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Un poeta fra i pazzi
In questa raccolta di poesie, nata a seguito di un ricovero presso un Ospedale psichiatrico, l’autore ha certamente avuto il merito di tratteggiare un ambiente di tenebra fisica e mentale con la sensibilità di chi lo ha vissuto dall’interno, ma non manca la possibilità di trovare un sorriso, un momento spensierato. - Se quell’idiota ci pensasse!..
Commedia in tre atti
Forse una delle più riuscite di Benedetti, la commedia, dove si mostra l’ipocrisia di tanti, presenta un sapiente dosaggio e proporzione degli effetti che suscitano e mantengono vivo l’interesse dello spettatore/lettore.