Tristan Bernard, nato Paul (“Tristan” fu assunto come pseudonimo quando iniziò la carriera letteraria) nacque a Besançon il 7 settembre 1866. Era il secondo figlio di un imprenditore e architetto,Myrthil, e di Emma Ancel.Ebbe un fratello maggiore e due sorelle di lui più giovani.
Trasferitosi ancora ragazzo a Parigi con la famiglia, dopo il liceo studiò giurisprudenza. Ma, pur essendosi iscritto al Foro, esercitò poco nell’ambito della sua professione: diresse una fabbrica nell’Oise per la produzione di alluminio e si occupò della gestione di ben due velodromi parigini.
Ma esordì presto nel mondo della letteratura ed ebbe successo con il romanzo Mémoires d’une jeune homme rangé (1899) che forse rimane il suo romanzo migliore dopo una “gavetta” di otto anni come collaboratore di varie riviste. Seguirono Le mari pacifique nel 1901 e Amants et voleurs nel 1905. Sono tutti romanzi dove prevale una vena ironica. Il suo primo successo teatrale fu Les pieds nickelés al quale ne seguirono molti altri.
I suoi lavori sono caratterizzati da una certa compiacenza verso il pubblico tramite il sapiente e abile uso dei meccanismi teatrali. Esempi noti sono L’anglais tel quel qu’on le parle (L’inglese parlato, 1899), Triplepatte – scritta in collaborazione con Godfernaux – (1905), Sa Sœur (Sua sorella, 1907) La volonté de l’homme (1917), Le poullalier (Il pollaio, 1918), Jules, Juliette e Julien (1929). Si tratta sempre di commedie satiriche, leggere nel loro sfiorare temi che evitino di mettere in causa le convenzioni e i principi della società, permeate spesso da un fondo di amarezza e di rassegnazione.
Tra le sue numerose amicizie nel mondo letterario spicca quella con Jules Renard. Il suo pessimismo sfocerebbe in commedie grige e realiste se lo spirito tipico di Bernard non le permeasse di tutta la gamma del comico, dalla boutade all’umorismo vero e proprio. Spirito che giunge inatteso, come per caso, con estrosa invenzione.
Si sposò due volte: dalla prima moglie, Suzanne Rebecca Bomsel, ebbe tre figli. La seconda moglie si chiamava Marcelle Reiss, vedova di un commerciante brasiliano.
Poiché la famiglia era di origine ebrea non potè sfuggire alle persecuzioni razziali e fu rinchiuso in un campo di concentramento, dal quale fu rilasciato nel 1943 ormai gravemente malato.
Morì a Parigi il 7 dicembre 1947. È intitolato a suo nome un teatro parigino.
Anche il figlio Jean-Jacques fu scrittore teatrale di successo, successo che ebbe inizio con la nota pièce Martine (1922). Il figlio Raymond è stato invece regista cinematografico, utilizzando più di una volta soggetti tratti da lavori paterni.
Fonti:
- L. Cenerini Moretti, Tristan Bernard, in: I contemporanei: Letteratura francese. Roma 1983.
- J.J. Bernard, Mon père. Parigi 1955.
- F. Caradec, Tristan Bernard, Parigi 1971.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Un fannullone
Raccolta di brevi racconti ironici e umoristici, con puntate di macabro affrontato con la consueta disinvolta leggerezza del narratore francese, leggerezza che gli consente di presentare col medesimo tono narrativo la bizzarra ansia dello scommettitore, la ricerca spasmodica di denaro del bohemien incallito, le performance del bigamo seduttore e le imprese delittuose di improbabili rapinatori. Chiude la raccolta un raccontino di Pierre Weber (Parigi 1869-1942), scrittore francese, autore di moltissime commedie umoristiche, pressoché sconosciuto in Italia. - Il figliuol prodigo
Romanzo
Un giovane, Roberto, cresciuto in una famiglia tradizionale della media borghesia parigina, abbandona la casa paterna per sfuggire al tentativo dei genitori di indurlo a un matrimonio con una giovane che a lui non aggrada affatto.