Nasce a Roma nel 1847 da nobile famiglia di origine bolognese. In Bologna il casato annovera numerosi illustri personaggi: poeti, pittori, uomini di legge.
È papa Sisto V nel 1587 a dichiarare i Balzani conti palatini con successione maschile; titolo confermato nel 1842 e ancora riconosciuto nel 1899.
A Roma copie gli studi di giurisprudenza e si laurea nel 1870, ma subito dopo la laurea si indirizza verso gli studi storici. Inizia la fraterna amicizia e la collaborazione di ricerca storica con Ignazio Giorgi, laureato anch’egli in giurisprudenza ma, come Balzani, votato alla storiografia, bibliotecario e paleografo; è stato direttore della Biblioteca Casanatense di Roma. E Balzani, per parte sua, collabora con Ruggiero Bonghi alla costituzione, nel 1875, della Biblioteca Vittorio Emanuele II, oggi Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Nello stesso periodo (1875-1876) raccoglie documenti e inizia gli studi sul Regesto di Farfa ed altre opere di Gregorio da Catino, monaco benedettino, copista e archivista attivo presso l’Abbazia di Farfa sul finire dell’XI secolo.
A dicembre del 1876 fonda, insieme con l’amico Giorgi ed altri quattordici insigni studiosi, romani di nascita, laSocietà romana di storia patria. Sono tutti storici, diversi per età, cultura e orientamento politico, accomunati però daldesiderio di dedicarsi ad una nuova idea di storia di Roma e della provincia romana, cnella quale prevalga una visione della città libera da una mera visione pontificia, predominante fino a quel momento. Il 20 settembre 1870 – giorno della breccia di Porta Pia – decreta la fine dello Stato Pontificio e Roma è ormai la giovanissima capitale d’Italia (Legge 3 febbraio 1871).
L’ambiente della Società romana conferma Balzani nella sua inclinazione verso la storia e la storiografia e per la prima volta mette a confronto la sua formazione blandamente muratoriana – una concezione del mondo in linea con la fede religiosa – con l’approccio della scuola storica germanica, basato sullo studio rigoroso del contesto socio-culturale.
Nel 1877 viene decisa, tra i vari lavori in cantiere, l’edizione del Regesto di Farfa, a cura del Balzani e del Giorgi e dietro loro espressa richiesta. Il lavoro è vastissimo: il primo volume raccoglie 316 documenti e viene pubblicato l’anno successivo, nella collana Biblioteca della Società romana. Al termine del lavoro la ricchissima fonte storica, articolata in tre volumi ed una introduzione, raccoglie 1324 documenti databili dall’anno 705 al XII secolo.
Ad aprile del 1878 sposa Augusta B. Simon Agnew, colta figlia di un filosofo irlandese. Gli Agnew dal 1622 possiedono il Castello di Kilwaughter – contea di Antrim – che arriva in eredità ad Augusta, contessa Balzani, e ai suoi discendenti, l’ultimo dei quali muore nel 1975. Il castello, usato per scopi militari durante la seconda guerra mondiale evenduto dagli esecutori testamentari nel 1982, è ormai caduto in rovina.
Negli anni fra il 1878 ed il 1893 Balzani si reca periodicamente in Inghilterra e questi viaggi sono l’occasione per raccogliere ricco materiale documentario nelle biblioteche ed archivi di Londra, Cambridge, Oxford, Cheltenham. Notevoli sono i regesti relativi a centinaia di documenti sulle relazioni tra Roma e l’Inghilterra, rimasti inediti tra le sue carte conservate presso la Società romana di storia patria. Queste ricerche sono alla base di alcuni saggi pubblicati in quegli anni nell’Archivio della Società romana di storia patria (Un’ambasciata inglese a Roma. Enrico VII ad Innocenzo; La storia di Roma nella cronica di Adamo da Usk) e una preziosa relazione/corrispondenza su Recenti lavori storici inglesi relativi all’Italia.
Di nuovo Balzani si trova a confrontare le sue metodologie di ricerca ed elaborazione storica questa volta con la più agile e meno accademica storiografia anglosassone. Proprio sull’influenza degli amici storici inglesi nel 1883 mette mano a “un libro di storia vera (Recenti lavori storici inglesi relativi all’Italia. p. 230)”, Le Cronache italiane nel Medio Evo, dapprima edito in inglese e poi, più volte, in italiano e, nel 1886, traduce in italiano l’opera di J. Bryce, The holy Roman Empire (London, 1871).
Dal 1884 al 1907 Balzani si alterna con Oreste Tommasini come Presidente della Società romana di storia patria. La ricca Biblioteca si va arricchendo grazie ai lasciti di alcuni eminenti soci e nel 1919 accoglierà la ricca biblioteca di Balzani donata dalle figlie. Questa donazione, comprendente opere storiche, filosofiche, letterarie, alcuni manoscritti autografi delle opere dell’A. e una parte della sua corrispondenza, costituisce oggi il Fondo a lui dedicato.
Nel 1889 dà alle stampe un’altra opera, ancora in inglese, dal titolo The Popes and the Hohenstaufen, rivista ed ampliata negli anni seguenti e tradotta in italiano; di essa una parte fu pubblicata postuma nel 1930 in Italia, a cura di P. Fedele. Al pari che ne Le cronache, anche qui l’autore realizza la sua concezione del mestiere di storico: narrazione fluida degli eventi, costruita su una profonda cultura, grande capacità di comprensione di fatti e uomini e meticoloso studio delle fonti. Purtroppo il risultato non è sempre all’altezza delle aspettative.
Dopo il 1890 si dedica ancora intensamente ad altre fonti della storia dell’Abbazia di Farfa: il Chronicon di Gregorio di Catino, la Constructio ed altre opere storiche dell’abate Ugo. L’edizione usce nel 1903 nel n.33 delle Fonti per la storia d’Italia dell’Istituto storico italiano.
Nel 1895 muore Augusta B. Simon Agnew Balzani, la moglie molto amata. Questa perdita influisce negativamente sull’attività di ricerca dell’Autore, il quale continua solo ad occuparsi della scuola storica creata presso la Società romana di storia patria.
Muore a Roma nel 1916.
È stato Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, membro dell’Istituto storico italiano; l’Università di Oxford gli ha conferito la laurea honoris causa e la British Academy lo ha nominato corresponding fellow.
Opere
- Libro di introiti e spese della Basilica Vaticana compilato da Giuliano Matteoli (A. 1483-1484). In: Archivio della Società Romana di storia patria vol. 1 (1877/78) p. 257-344
- Documenti sublacensi. In: Archivio della Società Romana di storia patria vol. 1 (1877/78) p. 492-496
- Un’ambasciata inglese a Roma. Enrico VII ad Innocenzo VIII (Anno 1487). In: Archivio della Società Romana di storia patria Vol.III (1879-1880), pp.175-211.
- La storia di Roma nella cronica di Adamo da Usk. In: Archivio della Società Romana di storia patria Vol.III(1879-1880), pp. 473-488.
- Cartularii e regesti della provincia di Roma. Chronicon farfense : Il regesto di Farfa e le altre opere di Gregorio di Catino, con Ignazio Giorgi, 5 voll., Roma, Società romana di storia patria, 1879-1914.
- Early Chroniclers of Europe. Italy. London, 1883. (Le Cronache Italiane nel Medio Evo. Milano, 1884)
- Landolfo e Giovanni Colonna secondo un codice Bodleiano. In: Archivio della Società Romana di storia patria Vol. VIII (1885) p. 223-244.
- Il sacro romano impero, di James Bryce. Traduzione italiana di Ugo Balzani. Milano 1886
- The Popes and the Hohenstaufen, London, 1889. – Epochs of Church History / edited by Professor Mandell Creighton.
- Recenti lavori storici inglesi relativi all’Italia. In: Archivio storico italiano, Vol. 3, No. 170 (1889). pp. 227–244.
- De pace veneta relatio. In: Bullettino dell’Istituto storico italiano vol. 10 (1891) p. 7-16.
- Italia, papato e impero nel secolo XII, a cura di P. Fedele. Messina, 1930.
Fonti:
- Ugo Balzani, in Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Balzani - Ugo Balzani, di Armando Petrucci. In Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 5 (1963)
http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-balzani_(Dizionario-Biografico)/ - Fondo Balzani, in Società romana di storia patria
http://www.srsp.it/index.php/archivi-e-risorse/ - La storia della Società romana di storia patria, di Isa Lori Sanfilippo
http://www.srsp.it/index.php/la-storia/
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Le cronache italiane nel Medio Evo
L'opera è una prima e documentata storia della storiografia medioevale italiana. Intento dell’Autore è far conoscere al grande pubblico coloro che nei secoli cosiddetti oscuri hanno mantenuto accesa la fiamma della cronaca e della storiografia. Anche con il minuzioso lavoro a monte di ricerca e di analisi delle fonti, la narrazione vuole essere fluida, senza sfoggio di pesante erudizione e con un essenziale bagaglio di citazioni. Ma naturalmente Balzani si augura che l'opera possa essere di interesse anche per gli studiosi.