Alessandro Canestrini nacque a Rovereto il 26 luglio 1879 dall’avvocato Alessandro e dalla piemontese Sandra Giorgi. Nonostante la sua discendenza dall’illustre Giovanni Canestrini rimanga incerta (Lombroso prefando un suo libro dice “degno figlio o nipote che sia del grande zoologo trentino” – certamente non figlio, è probabile che Giovanni fosse il prozio) pare che nella famiglia la tradizione liberale e darwinista fosse ben radicata.

Rimasto a soli 15 anni orfano di padre frequentò in città le scuole medie e il Liceo Ginnasio. Dal 1897 al 1902 studiò all’Università di Innsbruck dove si laureò in Scienze Naturali. Qui potette assistere alle lezioni dello zoologo Karl Heider, un luminare nell’ambito della embriologia comparata. Dal 1904 al 1923 insegnerà scienze naturali al Ginnasio di Rovereto.

Subito dopo la laurea iniziò la sua lunga collaborazione con la casa editrice Bocca, per la quale scrisse quattro libri inseriti nella notissima collana «Piccola biblioteca di scienze moderne»: nel 1905 L’amore nella vita degli animali, l’anno successivo Le società degli animali, nel 1909 Le alleanze degli animali e delle piante ed infine, nel 1913, Nel mondo dei parassiti.

Nel 1910 pubblicò su «Nuova Antologia» lo studio I nuovi orizzonti della zoologia sperimentale, nel quale sottolineava l’importanza dello studio delle mutazioni biologiche, anche in relazione alla vita psichica degli animali. I cambiamenti di abitudini delle api e delle formiche come esempio di forme di adattamento all’ambiente circostante sono per lui emblematiche. Infine sottolineava l’importanza del metodo sperimentale, citando come riferimento Du Bois-Reymond.

Molto legato alla città natale e molto attivo nelle iniziative culturali cittadine, dal 18 marzo 1907 fu socio ordinario dell’Accademia roveretana degli Agiati, divenendo nel 1910 direttore della biblioteca. Sempre nel 1910 fu incaricato di seguire il Congresso Internazionale di Zoologia di Graz.

Durante la prima guerra mondiale venne imprigionato dagli austriaci per le sue attività irredentiste e in particolare per aver favorito il fratello in un tentativo di fuga in Italia. Descrisse questa esperienza in un libro di memorie, L’attesa.

Ripreso l’insegnamento al termine del conflitto, fu, nel 1919, tra i membri fondatori della Società per gli studi trentini nella quale ricoprì poi la carica di vicepresidente. Nel 1921 fu insignito della Croce di Cavaliere nell’ordine della Corona d’Italia e l’anno successivo fu nominato presidente della Società di Abbellimento di Rovereto, carica che mantenne fino al 1930.

Nel 1923 divenne preside dell’Istituto Tecnico “Regina Elena”, carica che mantenne fino alla morte. Da questo momento si dedicò a tempo pieno a sviluppare le sue idee sul mondo della didattica. La scuola per lui avrebbe dovuto essere autonoma sia dal punto di vista didattico che finanziario, privilegiando la crescita delle collezioni scientifiche che rappresentando l’ambiente avrebbero dovuto contribuire a sviluppare un insegnamento meno libresco. A tal fine cercò di imprimere sviluppo a una Cassa scolastica “non rituale” che potesse finanziare progetti e ricerche. Alcune sue idee poterono avere successo, mentre altre, tra cui l’orto botanico che particolarmente gli stava a cuore, trovarono ostacoli insormontabili. Il risultato più tangibile di questa nuova cassa fu la collana di libri di viaggio destinata ai ragazzi “In giro per il mondo”. Uscirono nove libri stampati tra il 1928 e il 1940 di varia impostazione, dall’avventura di tipo salgariano alla biografia dell’esploratore. Non poteva mancare, in ossequio al regime, l’esaltazione delle imprese coloniali, che si ponevano alla base dell’educazione nazionale, cui Canestrini dovette piegarsi; scrisse così due libri della serie: I cacciatori di elefanti. Episodi di vita africana nel 1928 e I prigionieri del Mahdi nel 1933.

Nel frattempo l’8 aprile 1924 aveva sposato Maria Antonia Dal Maso (1900-1986). Dalla loro unione nacque nel 1929 il suo unico figlio, Giorgio (morto nel 1972). Tra il 1921 e il 1929 uscirono anche le edizioni aggiornate dei testi che erano stati pubblicati dall’editore Bocca. Nel 1930 lasciò l’incarico di bibliotecario dell’Accademia roveretana degli Agiati per diventarne prima presidente (fino al 1933) e poi consigliere (1934-1935); riprese poi la direzione della biblioteca fino alla morte. Fu anche presidente della Biblioteca popolare di Rovereto e nel 1933 fu nominato Conservatore per la Zoologia Generale del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina.

Dal 1938 fu direttore del Museo Civico di Rovereto. Nonostante fosse stato fin dall’inizio del secolo uno dei principali divulgatori delle discipline biologiche in Italia, l’indirizzo conservatore dell’istituzione gli aveva precluso fino al quel momento l’ingresso come socio. Ma nel 1937 il fermento in direzione di un cambiamento di indirizzo prese vigore e ci fu persino l’intervento del Comune che sollecitava l’ampliamento della società come condizione perché ci fosse il sostegno municipale. Per questo il 31 ottobre vennero nominati d’urgenza soci Canestrini ed altri roveretani. Il 5 novembre dell’anno successivo Canestrini venne proposto per la nomina a direttore, e gli fu affidato l’incarico.

Si trovò subito a dover gestire il trasferimento nella nuova sede del museo a Palazzo Jacob con il relativo nuovo allestimento dell’esposizione che egli si sforzò di rendere sempre più museo della città. Per questa ragione furono inserite le raccolte etnografiche e di costume, fu istituita una sala dedicata ai roveretani illustri e due novità riguardarono l’apertura all’arte e all’archeologia industriale. L’inaugurazione si tenne il 25 ottobre 1942. Durante la guerra le sue energie furono dedicate a proteggere il patrimonio del museo, portando in salvo le collezioni archeologiche e numismatiche, arricchite recentemente dalla importante donazione Orsi. Canestrini cercò sempre in modo intransigente di preservare l’autonomia dalle ingerenze politiche e di salvaguardare il ruolo divulgativo del museo. Lasciò l’incarico nel 1944, quando ebbe conclusa la ristrutturazione espositiva che rimarrà sostanzialmente invariata fino agli anni Novanta.

Dal 3 novembre 1942 fu, per tre anni, Ispettore bibliografico del Comune di Rovereto.

Nel 1943 la casa editrice Bocca progettò la terza edizione dei quattro volumi, ma realizzò solamente quella de L’amore nella vita degli animali che uscì nel 1944 con un nuovo titolo: La vita amorosa degli animali.

Morì nella sua città natale il 22 ottobre 1948.

Fonti:

  • L. FIORIO, Canestrini Alessandro, in “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, n. 199-200, 1951.
  • C. CONCI, Ricordo di un naturalista trentino: il prof. Alessandro Canestrini (1879-1948), in “Studi trentini di scienze naturali”, a. 38, v. 2, 1959.
  • N. BATTELLI, Alessandro Canestrini, un pioniere della sociobiologia tra scienza e divulgazione. Tesi di laurea università di Verona anno accademico 2011-2012.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Nel mondo dei parassiti
    Al mondo ci sono molteplici forme di parassiti e, anche loro, hanno i propri parassiti; quindi parafrasando un detto, “i parassiti dei parassiti sono nostri alleati”. Ci sono forme di parassitismo costantemente sotto i nostri occhi e non le riconosciamo.
  • Le società degli animali
    Citato nell’introduzione di Bignami e Terrenato all’edizione italiana di Il gene e la sua mente, come sorprendente precursore delle teorie sociobiologiche di Wilson (assieme a vari articoli di Guido Cremonese) il testo compie una panoramica, datata ma abbastanza attenta, delle tendenze “sociali” presenti nel mondo animale e di come si compenetrino le tendenze all’individualismo e al collettivismo.
 
autore:
Alessandro Canestrini
ordinamento:
Canestrini, Alessandro
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