Dall’incipit del libro:
I miei nemici, dopo aver esaurito contro di me il loro dizionario di ingiurie vili e di lordure, per aver detto che la morte di re Umberto non mi aveva né sorpreso nè afflitto, aggiungono che la mia uscita dal bagno la devo alla sua bontà.
Menzogna.
Al bagno vi fui inviato nel nome del re e ne uscii per volontà di popolo, sopratutto dei due collegi elettorali di Forlj e Ravenna, ove fui eletto deputato nove volte come protesta contro la mia condanna ingiusta ed infame.
Fu l’opinione pubblica che forzò il re a firmare la mia grazia, grazia che disprezzai di domandare e che mi sarei creduto disonorato se l’avessi fatto.


