Benedetto Croce“Ciascuno di noi può contribuire, quotidianamente, nei più vari modi, a restaurare, a rinsaldare, a rendere più operoso e combattente l’amore della libertà, e senza pretendere o attendere l’assurdo, ossia che la politica cangi la natura sua, contrapporle una forza non politica, che essa non può sopprimere mai radicalmente perché rigermina sempre nuova nel petto dell’uomo, e con la quale dovrà sempre, per buona politica, fare i conti.» (Croce, Indagini su Hegel e schiarimenti filosofici, Bari 1951)

In questa frase, scritta poco prima della morte, Croce esprime la sua visione dell’uomo e in particolare dell’intellettuale; sorprendentemente, la ritroviamo spesso citata negli appunti di Norberto Bobbio, che, pur lontano dal pensiero di Croce, in queste affermazioni si riconosceva.

Nato a Pescasseroli (L’Aquila) il 25 febbraio 1866, Benedetto Croce inizia gli studi a Napoli, nel collegio della Carità e poi al liceo Genovesi; alla morte dei genitori nel terremoto di Casamicciola (Ischia) del 1883, va a vivere a Roma sotto la tutela dello zio Silvio Spaventa, senatore della Destra Storica dal 1861 al 1889, in un vivace ambiente culturale popolato da giornalisti, scrittori e filosofi; si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, ma, ben più attratto dalla filosofiia e dalla letteratura, vi rimane un solo anno.

Nel 1886 ritorna a Napoli, dove si inserisce nell’ambiente della Società storica e inizia i suoi studi sulla rivoluzione partenopea, che verranno raccolti e pubblicati nel 1899, in occasione del centenario, in La rivoluzione napoletana del 1799: biografie, racconti, ricerche. Nel 1892 fonda una rivista, “Napoli nobilissima”, sulla quale pubblicherà numerosi articoli sull’arte meridionale.

Per impulso di Antonio Labriola, del quale aveva seguito a Napoli le lezioni di filosofia morale rimanendo poi in contatto con lui, a partire dal 1895 volge i propri interessi alla filosofia, all’economia e alla politica, avvicinandosi alle idee socialiste ed approfondendo la conoscenza del marxismo; la sua posizione critica nei confronti di tale dottrina è espressa in numerosi articoli che Croce pubblica e che verranno raccolti nel 1900 in Materialismo storico ed economia marxistica. In quegli anni matura anche un profondo interesse per De Sanctis, che si tradurrà nel 1898 nella pubblicazione di Francesco De Sanctis e i suoi critici recenti.

A partire dal 1899 inizia ad elaborare una propria concezione dell’estetica, che troverà piena espressione nel 1902 in Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale, e nell’anno successivo fonda la rivista “La Critica”, sulla quale pubblica numerosi articoli di critica letteraria, raccolti successivamente ne La letteratura della nuova Italia; da questo momento, apprezzato per la sua approfondita conoscenza della letteratura italiana sia classica che contemporanea, diventa un critico tra i più influenti in ambito europeo.

Nel 1909 escono i suoi più significativi saggi filosofici, Logica come scienza del concetto puro e Filosofia della pratica. Economia ed etica.

Nel 1910 viene nominato senatore per censo, ruolo che svolge più da intellettuale che da politico liberale. Allo scoppio della I guerra mondiale fa proprie e sostiene le posizioni dei “neutralisti”, entrando per questo in conflitto con Barbagallo e Borgese, accesi interventisti.

Nel 1920 viene nominato da Giolitti Ministro della Pubblica Istruzione, ma si dimette quando il suo progetto di legge sull’esame di Stato, stilato con la collaborazione di Giovanni Gentile, viene bocciato. All’ascesa del fascismo, nella convinzione che si tratti di un fenomeno effimero che il pensiero liberale sarà in grado di contrastare, non assume una posizione di aperta opposizione fino al delitto Matteotti, quando, in risposta al “Manifesto degli intellettuali fascisti”, pubblica il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”. Non aderisce tuttavia alla scissione dell’Aventino, ma rimane in senato, manifestando apertamente il proprio dissenso, in particolare nei confronti dei patti lateranensi. Nel frattempo continua a dedicarsi alla storia ed alla critica letteraria, pubblicando nel 1925 Storia del Regno di Napoli, nel 1928 Storia d’Italia dal 1871 al 1915 e nel 1932 Storia d’Europa dal 1815 al 1915, nel 1931 Etica e politica.

Nel secondo dopoguerra entra a far parte del governo Badoglio e poi di quello di Bonomi e diventa presidente del Partito Liberale Italiano. Nel referendum del 2 giugno 1946 vota a favore della monarchia ed entra a far parte dell’Assemblea Costituente opponendosi alla firma del Trattato di Pace, a suo parere troppo penalizzante nei confronti dell’Italia. In un progressivo allontanamento dalla vita politica, rifiuta la nomina di Presidente provvisorio della Repubblica e nel 1948 si dimette da Presidente del PLI, ma mantiene la carica di senatore. Prosegue invece alacremente la sua attività culturale e nel 1946 fonda a Napoli, nel palazzo Filomarino, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici.

Muore a Napoli il 20 novembre 1952.

Fonti:

Note biografiche a cura di Mariella Laurenti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Breviario di estetica
    Quattro lezioni
    La distinzione tra immagine e concetto, così ampiamente sviluppata nel testo (1913), illumina proprio oggi sui limiti posti all'attuale sviluppo dell'intelligenza artificiale a cui è negata la possibilità di passare dall'una all'altro in modo "personale".
  • Il dovere della borghesia nelle provincie napoletane
    Discorso pronunziato il 10 giugno 1923 a Muro Lucano per la inaugurazione della Biblioteca popolare Enzo Petraccone.
    Discorso enunciato da Croce il 10 giugno 1923 a Muro Lucano per l'inaugurazione della biblioteca intitolata all'amico Enzo Petraccone, scrittore e giornalista italiano, partito volontario per la prima guerra mondiale in cui trovò la morte nel 1918.
  • La letteratura della nuova Italia. Volume I
    Saggi critici
    Questo è il primo volume di una raccolta di saggi, apparsi tra il 1903 e il 1914, nei quali intento dell’autore appare quello di analizzare e sceverare la poesia dalla «non poesia». Il grande merito di Croce è stato di mettere autorevolmente da parte una quantità di pregiudizi radicati per far risaltare invece il valore dell’arte in tutta la sua indipendenza e purezza portando alle logiche conseguenze le idee estetiche di Vico e De Sanctis.
  • La letteratura della nuova Italia. Volume II
    Saggi critici
    Il secondo volume della Letteratura della nuova Italia si apre con quattro capitoli incentrati sull’opera di Carducci e termina con una lunga appendice nuovamente dedicata – tramite ben nove brevi saggi – ancora alla poetica carducciana.
  • La letteratura della nuova Italia. Volume III
    Saggi critici
    Il terzo volume raccoglie saggi su autori attivi tra la fine del XIX secolo e i primi anni del XX. Croce qui pone con ancor maggior decisione l’accento sulle proprie idee di estetica che divengono lo spartiacque per separare ciò che “vale” da ciò che è da rigettare in toto o in parte.
  • La letteratura della nuova Italia. Volume IV
    Saggi critici
    Croce, in questo quarto volume, affronta adesso l’analisi critica di alcuni scrittori e poeti tra i più importanti tra quelli che hanno operato a cavallo dei XIX e XX secolo: D’Annunzio, Pascoli, Fogazzaro...
  • La letteratura della nuova Italia. Volume VI
    Saggi critici
    Ultimo volume dei saggi critici, dedicati a scrittrici e scrittori a lui contemporanei, di Croce, interprete e artefice maggiore di quella scoperta, caratteristica del XIX secolo, dell’autonomia dell’arte. Ogni suo scritto fu teso a consolidare e argomentare senza alcuna indulgenza le conseguenze di questa scoperta.
  • La letteratura della nuova Italia. Volume V
    Saggi critici
    La lettura di questa raccolta di saggi critici, pubblicata circa vent’anni dopo le prime quattro, è interessante anche perché ci racconta qualcosa non solo sugli autori esaminati ma sull’evoluzione del pensiero e del sentimento di Croce stesso.
  • Letteratura moderna scandinava
    Prefazione alla commedia 'Come si fa il bene' di A. C. Leffler, duchessa di Cajanello
    Il saggio, del 1892, benché sintetico e non sempre documentatissimo, si presenta come uno dei pochissimi testi di critica sui nuovi significativi movimenti letterari che provenivano da Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca. Croce vi scrive di Ibsen, Leffler, Strindberg ...
  • La poesia di Dante
    Per Croce, Dante va considerato innanzi tutto come un vero, grande poeta, e la sua Commedia va letta in quanto opera poetica, in ogni sua parte. La poesia di Dante si esprime in ognuna delle Cantiche con il linguaggio perfettamente adeguato alla materia della cantica stessa.
  • La rivoluzione napoletana del 1799
    Biografie, racconti, ricerche
    Questo testo storico di Benedetto Croce non è un'organica trattazione del periodo della Repubblica napoletana del 1799, ma una raccolta degli scritti che l'autore ha dedicato a diversi protagonisti della rivoluzione.
  • La storia come pensiero e come azione
    [Estratto di Introduzione all'omonimo volume]
    La domanda alla base del saggio è: se la storia è conoscenza, cosa spinge una teoria ad attuarsi in pratica? Domanda particolarmente attuale negli anni Trenta, in cui si contrappongono i fautori dell’assolutismo morale contro chi “legge” nella storia la morale che si invera.
  • Storia d'Europa nel secolo decimonono
    Nell'opera, pubblicata nel 1932, il filosofo e storico italiano analizza il processo storico che ha portato alla diffusione e alla affermazione della libertà come valore etico supremo nell'Europa dell'Ottocento.
  • Storia d'Italia dal 1871 al 1915
    Questo di Croce è probabilmente uno dei testi più importanti tra quelli che hanno potuto esercitare un’influenza sull’idea e sulla vulgata che gli italiani hanno potuto elaborare sulla propria storia. Inoltre troviamo in quest’opera l’espressione dell’identità crociana fra poesia e storia e di quella tra storia e filosofia.
  • Teoria e storia della storiografia
    In questo complesso di scritti, comparsi originariamente tra il 1912 e il 1913 su atti accademici e riviste, si parte da un’idea “estetica” di storiografia, d’influenza hegeliana, per giungere ad individuare la natura logica della storiografia stessa basata sulla teoria del giudizio individuale.
 
autore:
Benedetto Croce
ordinamento:
Croce, Benedetto
elenco:
C