Romanzo

Cordelia, pseudonimo di Virginia Tedeschi Treves, scrisse quest’opera nel 1890. Il romanzo si apre con un lungo flash-back: la protagonista, Ilda di San Martino, si rivolge ad un avvocato amico di famiglia perchè accetti la sua difesa in tribunale, e gli racconta la sua vita. Rimasta orfana, la bambina crebbe in collegio: schiva e timida, una sola bambina, Margherita, seppe esserle sincera amica. La zia Paolina, mondana e volubile, l’accolse con sè e cercò poi, portandola in società, di trovarle un marito; intanto anche Margherita si fidanzò con il barone Ruggeri. Ilda accettò la corte del conte Manfredi, e le due amiche si sposarono lo stesso giorno.

Continuò la vita parallela delle due amiche, entrambe incinte, ma poco dopo aver dato alla luce un bimbo, Margherita morì strappando a Ilda la promessa di far da mamma al suo neonato. Nacque poi la figlia di Ilda, e i due piccoli crebbero assieme, mentre Ilda si ritirò dalla vita mondana, che trovava insulsa e ipocrita, preferendo le gioie della maternità.

Il conte Manfredi invece continuò a frequentare l’alta società e a mostrare irrequietezza in famiglia; Ilda si fece convincere dal marito a riprendere la vita mondana, di cui i pettegolezzi fecero naturalmente parte. Pettegolezzi che si rivolsero anche contro il conte, accusato di avere un’amante segreta. Ilda passò dall’incredulità al sospetto e infine alla gelosia: si mise a seguire il marito, identificò la casa dei suoi incontri clandestini e la sagoma di una dama velata che lo raggiungeva. Spinta da folle gelosia, si impadronì della pistola conservata come ricordo del padre, e sparò contro la sconosciuta amante del marito, che si rivelò essere una nobildonna dalla fama irreprensibile. Si chiude qui il racconto di Ilda, con l’arresto della donna.

La conclusione della storia arriva attraverso alcuni ritagli di giornale che descrivono il processo: Ilda è assolta e la sua rivale, rimasta ferita, viene sbugiardata nella sua ipocrisia. Il conte Manfredi, pentito, tornerebbe con la moglie, ma questa si ritira definitivamente in campagna con la sua bambina.

Il romanzo si basa su un personaggio femminile, molto intenso e non certo adatto come modello per l’educazione delle fanciulle, la timida e infelice Ilda, che diventa quasi una assassina per gelosia, e per cui l’autrice prova evidente pietà e simpatia. Il tribunale che la assolve è lo stesso che aveva pochi giorni prima assolto un uomo per un delitto d’onore: in questo senso l’assoluzione di Ilda è anche una rivendicazione della parità femminile di fronte alla legge. Le signore del bel mondo non sono nemmeno loro modelli di virtù: impegnate nella maldicenza e nell’adulterio, hanno come scusante la tentazione rappresentata dai giovanotti sempre a caccia di amanti, anche loro tutt’altro che esemplari. Il conte Manfredi, vanesio e irrequieto, con il suo comportamento bugiardo e superficiale risulta ancor più condannabile della moglie, di cui non comprende i sentimenti profondi. Gli unici personaggi positivi del romanzo sono Margherita e il barone Ruggeri: due figure sincere, leali e sinceramente amiche della protagonista, nella buona e nella cattiva sorte.

Un libro con lo stesso titolo, Il mio delitto di Achille Pellizzari, è stato pubblicato qui in Liber Liber; si tratta però di un’opera che non ha nessuna relazione con questo romanzo.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

“Mio ottimo amico,
Quel giorno che la mia mamma mi mostrò a voi per la prima volta, addormentata tranquillamente in una culla adorna di trine, non avreste certo pensato che la figlia della vostra amica d’infanzia e del prode generale di San Martino, incolpata d’un orribile delitto, si sarebbe quest’oggi rivolta a voi, per implorare il vostro patrocinio.
Capisco che nel tempo febbrile in cui viviamo, non possiamo dominare nè dirigere gli avvenimenti, ma sono essi che s’impongono a noi con una fatalità inesorabile. In queste eterne ore di prigionia, desiderosa di dimenticare l’orribile presente e tremando per l’avvenire, ho rifatta passo passo la mia vita passata e scrissi le memorie che vi unisco, affinchè possiate conoscere tutto intero il mio cuore e la mia vita di questi ultimi anni.
Ed ora vi supplico, per l’affetto che avete sempre avuto per la mia famiglia, per la santa memoria della mia povera mamma, di rinunciare per qualche giorno alla vita tranquilla, alla solitudine dei campi per venire a difendermi colla vostra eloquenza.

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titolo:
Il mio delitto
sottotitolo:
Romanzo
titolo per ordinamento:
mio delitto (Il)
descrizione breve:
Il breve romanzo, del 1890, si basa su un personaggio femminile, molto intenso e non certo adatto come modello per l'educazione delle fanciulle di allora, la timida e infelice Ilda, che diventa quasi una assassina per gelosia, e per cui l'autrice, Cordelia, prova evidente pietà e simpatia.
autore:
opera di riferimento:
Il mio delitto : romanzo / Cordelia. - Milano : Fratelli Treves Tip. Edit., 1896. - 208 p. ; 19 cm.
licenza:

data pubblicazione:
22 giugno 2021
opera elenco:
M
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Umberto Galerati; umgaler@alice.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Gabriella Dodero